XIII Remake, la nuova versione migliora la situazione | Recensione

XIII Remake si presenta con una nuova versione che sistema molti dei problemi della release originale. Vediamola insieme.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

XIII è considerato da molti come uno dei migliori FPS narrativi di sempre, non tanto per il suo gameplay (piuttosto classico), quanto più per la componente narrativa e uno stile artistico a fumetti che ha davvero lasciato il segno nel genere d'appartenenza. Nel 2020 è stato rilasciato XIII Remake, una versione "restaurata" del gioco che avrebbe dovuto convincere gli svariati giocatori che non hanno mai avuto modo di conoscere il titolo, a provarlo. Ma sfortunatamente il gioco fu un fallimento sotto tutti i punti di vista, con bug, glitch, prestazioni pessime e un art style decisamente rovinato rispetto all'originale, motivo che portò Microids a valutare di lavorare a una nuova versione in tempi brevi, rifinita e migliorata da parte di Tower Five dopo il disastro di Play Magic.

Ed è proprio a questa ultima iterazione che ho avuto modo di provare nel corso degli ultimi giorni, ritrovandomi dinanzi a un remake chiaramente non stravolto, ma quantomeno sufficiente in ogni suo comparto. Il che, vi assicuro, è già una cosa più che positiva considerando la base di partenza.

Che cos'è XIII

Ispirato dai primi cinque volumi della graphic novel creata da Jean Van Hamme nel 1984, XIII vede come protagonista Steve Rowland, un uomo che non si ricorda nulla del suo passato a causa di una misteriosa perdita di memoria a cui non sa dare risposta. Costretto a fuggire e a lottare in una situazione a lui sconosciuta, Rowland si ritrova immischiato in una cospirazione che vede assassini e tradimenti all'ordine del giorno, costretto a vacillare tra la volontà di recuperare dalla sua amnesia e sopravvivere.

La narrazione è ancora oggi profondamente matura, ricca di colpi di scena e altamente cinematografica. Se si pensa che parliamo di un gioco di quasi 20 anni fa (l'originale è del 2003), diventa facile rendersi conto di quanto questo prodotto era avanti già durante quegli anni e di quanto sia ancora moderno al giorno d'oggi, almeno dal punto di vista della componente narrativa.

Tutte le cutscene sono pensate per essere delle vere e proprie tavole in movimento e anche lo stesso modello di gioco è costruito intorno all'idea del "fumetto" giocato. A oggi esistono pochissimi titoli con questa particolarità e XIII è probabilmente il gioco che è riuscito a sfruttarla meglio in assoluto, nonostante esistano prodotti in cel-shading comunque molto godibili (basti pensare al popolarissimo Borderlands, che se vi interessa potete acquistare su Amazon).

XIII Remake, un nuovo gioco?

Tower Five ha lavorato duramente per cercare di ricostruire il gioco andando in contro ai feedback dell'utenza. Un lavoro non semplice, poiché oltre ai numerosissimi bug e glitch del lavoro di Play Magic, il team ha dovuto far fronte anche a una completa rivisitazione del comparto stilistico cel-shading, oltre che migliorare I.A. e sistemare le performance generali.

La domanda che sicuramente vi starete ponendo è, ci sono riusciti? La risposta è si, i ragazzi di Tower Five hanno fatto un vero e proprio miracolo, ma mi preme specificarvi che a mio modo di vederla, l'originale è ancora diversi passi in avanti dal punto di vista artistico. Ciò non significa che questa versione sia da svalutare, anzi, visto l'impegno della software house di ribaltare un prodotto insufficiente, il risultato finale è assolutamente godibile.

Innanzitutto l'art style, considerando troppo "realistico" nella sua forma iniziale, ora è ritornato a essere maggiormente cel-shading con un impatto stilistico che si avvicina tantissimo al gioco del 2003. Risoluzione e framerate sono notevolmente migliorati (60fps su PS5), anche se su old gen e Switch il gioco continua a girare a 30fps, mentre gli asset sono rimasti chiaramente gli stessi della prima versione del remake del 2020.

Anche il sonoro ha subito un miglioramento importante, riequilibrando i volumi ed esaltando esplosioni e sparatorie, con un'attenzione importante nei confronti dei dialoghi, ora almeno udibili durante le situazioni e non celati dagli scontri a fuoco.

Altri fondamentali upgrade sono stati svolti per quanto concerne l'intelligenza artificiale, in cui i nemici cercano di evitare i colpi e correre ai ripari, e con l'HUD, ripensato per essere più grande e chiaro rispetto al 2020.

Un'altra novità è certamente l'introduzione del multiplayer online, una scelta che onestamente fatico a comprendere visto che non attirerà certamente giocatori. Penso che forse sarebbe stato meglio investire totalmente tempo e risorse sul migliorare ulteriormente il prodotto. A ogni modo questa modalità è presente e vi consente di giocare a partite deathmatch con i propri amici.

Il gameplay generale è rimasto lo stesso, nulla di particolarmente originale o inedito, ma funzionale, anche se forse invecchiato un po' male rispetto rispetto al resto e trattandosi di un FPS, la legnosità di alcuni momenti mi ha lasciato un po' interdetto. Avrei decisamente preferito uno svecchiamento più incisivo da questo punto di vista.

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