La rivoluzione di Microsoft nel mondo delle console sembra ormai alle porte, con la prossima generazione Xbox che potrebbe rappresentare una svolta radicale rispetto ai modelli tradizionali. Secondo le recenti dichiarazioni di Jez Corden, giornalista di Windows Central, il futuro dell'ecosistema videoludico della casa di Redmond potrebbe assumere forme decisamente più vicine al PC gaming che alle console classiche. Una trasformazione che, se confermata, ridisegnerebbe completamente i confini tra gaming su console e su personal computer, creando una nuova categoria di dispositivi da intrattenimento pensati specificamente per il salotto di casa ma con la flessibilità tipica dei PC.
Un PC travestito da console: la visione di Microsoft per il futuro
Durante un'apparizione nel podcast The Xbox Two, Corden ha condiviso informazioni potenzialmente rivoluzionarie sul prossimo hardware Microsoft. "L'idea è che la prossima Xbox sia essenzialmente un PC, ma in un formato adatto ai televisori e con specifiche tecniche standardizzate", ha spiegato il giornalista. Una dichiarazione che suggerisce come Microsoft stia puntando a unificare ulteriormente i suoi ecosistemi Windows e Xbox, più che a sviluppare una nuova generazione di console in senso tradizionale.
Questa strategia rappresenterebbe un'evoluzione naturale dell'approccio sempre più cross-platform adottato dall'azienda negli ultimi anni, con Xbox Game Pass e la pubblicazione dei titoli first-party su PC. La differenza fondamentale sarebbe quella di proporre un hardware standardizzato, eliminando le complessità tipiche del gaming su PC ma mantenendone la flessibilità.
Nessun devkit fisico ancora in circolazione
Le affermazioni di Corden sono emerse in risposta a recenti rumor secondo cui il Call of Duty previsto per il 2026 sarebbe già in sviluppo utilizzando i devkit della prossima Xbox. Il giornalista ha categoricamente smentito questa possibilità: "Non ci sono ancora i devkit, quindi l'idea che gli sviluppatori ci stiano già lavorando sopra non può essere accurata". Una dichiarazione che mette in dubbio le tempistiche di lancio ipotizzate per il nuovo hardware, inizialmente previsto proprio per il 2026.
Secondo Corden, più che devkit fisici, agli sviluppatori potrebbero essere state fornite specifiche tecniche e target a cui mirare per i futuri titoli. "Il discorso sul devkit riguarda più che altro il tipo di specifiche tecniche a cui è stato detto di puntare per la prossima Xbox, non la presenza effettiva di un devkit fisico esistente", ha precisato.
Vantaggi per gli sviluppatori e compatibilità estesa
Un aspetto particolarmente interessante di questa nuova direzione sarebbe la semplificazione del lavoro per i team di sviluppo. "Gli sviluppatori lavoreranno sulla base di un Windows PC, ma sapendo esattamente quali saranno le specifiche tecniche della piattaforma", ha spiegato Corden. Questo approccio eliminerebbe molte delle complessità legate all'ottimizzazione dei giochi per hardware proprietari, permettendo una transizione più fluida tra versioni PC e console.
Le voci raccolte da Corden si allineano con altri rumor circolati nelle ultime settimane, secondo cui la futura Xbox (temporaneamente soprannominata Xbox Prime da alcune fonti) potrebbe supportare non solo i giochi dell'ecosistema Xbox, ma anche titoli PC e persino store di terze parti come Steam, rappresentando una rivoluzione nella concezione stessa di console da gioco.
Una strategia in evoluzione
Le informazioni condivise da Corden, per quanto provenienti da una fonte credibile con probabili connessioni all'interno di Microsoft, restano al momento speculazioni e vanno considerate come tali. Tuttavia, si inseriscono perfettamente nel quadro più ampio della strategia di Microsoft, sempre più orientata verso un ecosistema di gioco fluido e multipiattaforma.
La direzione intrapresa suggerirebbe un ripensamento radicale del concetto stesso di generazioni console, in favore di un modello più simile a quello dei PC, dove l'hardware può evolvere gradualmente mentre la compatibilità software viene mantenuta. Una visione che potrebbe rappresentare la risposta di Microsoft alle sfide poste dall'evoluzione del mercato videoludico e dalle nuove abitudini dei giocatori.
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