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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Da quando l'E3 2018 si è concluso le voci sulla next gen Microsoft si sono fatte sempre più intense, in particolare dopo che Phil Spencer ha praticamente confermato lo sviluppo della prossima console. Il nome in codice Scarlet sembra trovare in qualche modo sempre più conferma e prende il posto degli ormai conosciuti Durango, Project Natal e Project Scorpio. Che sia quello il nome sotto "copertura" non ci interessa, anche perché non è un mistero che l'azienda di Redmond stia lavorando alla prossima generazione, ma quello che ci chiediamo tutti è: in che modo ci sta lavorando? Che strategia vuole usare? Che cosa ha in mente?

Prima di tutto una certezza: sarà una console focalizzata sul gaming e sulla potenza hardware, lo stesso Head of Xbox ha più volte chiarito di voler realizzare una console che faccia da vero e proprio benchmark per il  gaming del futuro; una dichiarazione forte, coraggiosa e sicura del fatto che tutto ciò che stato vissuto con Xbox One non si ripeta. Mai più.

Gli studi first party e i giochi

Vero tallone d'achille di Xbox One, i giochi, dovranno essere fondamentali per il successo della piattaforma, perché nonostante i multipiattaforma corrispondano all'80% delle vendite di una console, è anche vero che le esclusive forniscono un'identità unica alla piattaforma in cui si gioca, anche se gli stessi giochi escono su Windows10 in contemporanea. All'E3 2018 Microsoft ha tirato fuori il portafogli e ha acquisito ben quattro nuovi studi -Playground Games, Undead Labs, Ninja-Theroy e Compulsion Games- e ne ha formato uno: The Initiative. Playground sarà focalizzata sulla serie Horizon e su un nuovo open world segreto che probabilmente sarà il nuovo Fable, a lungo rumoreggiato e molto atteso dalla community; anche se non dovesse essere il famoso reboot del gioco fantasy della ex Lionhead, è sicuro che sia un RPG a mondo aperto. Undead Labs continuerà a lavorare su State of Decay, mentre Ninja Theory e Compulsion Games sono coloro che avranno carta bianca a livello creativo. The Initiative è un nuovo team di Santa Monica che lavorerà, almeno inizialmente, su vecchie IP Microsoft, per poi concentrarsi su storie principalmente narrative e single player.

Fable

Nella testa di Microsoft c'è però l'idea di acquisire altri studi, i più accreditati sono Remedy e Obsidian, ma potrebbero essere presi in considerazione anche team molto più piccoli come Studio MDHR o Mistwalker, per lo sviluppo di videogiochi giapponesi -Lost Odyssey-. 343 e The Coalition sono stati a tutti gli effetti rimodellati, almeno dal punto di vista produttivo. Halo ha subito una battuta d'arresto, ripartendo da un soft reboot creativo e artistico, tornando ad avvicinarsi all'art style di Bungie, ma mischiandolo con alcuni elementi nuovi già utilizzati con Halo 4 e 5. Halo Infinite sarà molto probabilmente il primo titolo cross gen, un papabile open world che cercherà di riavvicinare la vecchia fan base, senza allontanare quella attuale; persino il buon Martin O'Donnell potrebbe essere tornato a comporre per la saga fantascientifica di Microsoft.

Halo infinite

È molto probabile che Spencer abbia alzato i finanziamenti per 343 e The Coalition, chiedendo più calma soprattutto per quanto riguarda la software house dedicata a Master Chief; uno svecchiamento necessario per entrambe le saghe che poteva essere possibile solo dopo un incremento degli stessi investimenti. Turn10 è ufficialmente in pausa, concentrata su Forza Motorsport 7, mentre il team produttivo sta, quasi sicuramente, lavorando su quello che potrebbe essere implementato nell'ottavo capitolo, ormai destinato alla prossima generazione. Anche il famoso brand automobilistico di Xbox ha bisogno di un rinnovamento tecnico/grafico e di un maggior lavoro per quanto concerne la carriera, multiplayer e soprattutto la fisica.

sot

Ultima ma non meno importante: Rare, ormai presa con Sea of Thieves, sta collaborando con altri team per riportare in auge altre IP storiche della casa, ultimo tra i quali: Battletoads.

Benchmark del futuro

Microsoft lo ha capito. Se vuole veramente partire con il piede giusto deve assolutamente presentare una piattaforma potente e affidabile, senza dimenticarsi di un prezzo competitivo. I 500 euro di Xbox One X possono andare bene, a patto di avere effettivamente tra le mani una console top di gamma che nel 2020 potrebbe raggiungere i 10 Tf di potenza e una CPU di classe Ryzen, sarà tuttavia difficile riuscire a mantenere i costi bassi per una console di questo tipo, per cui è lecito aspettarsi qualcosina di meno dal punto di vista hardware. Qui entra in gioco l'ottimizzazione, vero capolavoro dell'azienda di Redmond che ha saputo trasformare una console di media potenza come One X, in un mostro piccolo e sensazionale. Le prime prove di next gen si sono intraviste con Halo Infinite, che secondo Digital Foundry ha mostrato qualcosa che va ben oltre a tutto ciò che abbiamo visto ad oggi su console, soprattutto se si trattasse di un open world in prima persona.

Xbox one x

Non è da escludere il piano B: una Xbox costosa - magari a 700 euro - affiancata da un'altra, Xbox Cloud, rumoreggiata proprio qualche giorno fa, sui 200 euro. Chiaro che una piattaforma basata sullo streaming non funzionerebbe nel nostro paese, ma potrebbe essere un atto coraggioso e potenzialmente storico per lo sviluppo delle console da salotto, un futuro già sognato nel 2013 da parte di Don Mattrick, che con fare spavaldo, credette di fare fin da subito il passo più lungo della gamba.

don mattrick

E il VR? Sony ha confermato che la tecnologia è ancora acerba e il VR della stessa casa non ha ancora avuto il successo che che avrebbe dovuto, difficile quindi capire se si vuole rendere la piattaforma VR Ready o si cercherà di rinunciare a queste periferiche tanto interessanti quanto poco supportate. Forse con l'abbattimento dei costi, può nascere qualcosa di importante nel prossimo futuro, ma ora come ora è difficile poterlo dire. Abbastanza certo ormai il supporto mouse e tastiera che arriverà anche su Xbox One per poter giocare ad alcuni e specifici titoli, come ad esempio Age of Empires o Gears Tactics.

I servizi

Forse unica vera certezza del presente e del futuro di Xbox. Game Pass, Play Anywhere, retrocompatibilità e tutti gli altri, stanno dimostrando che una console duttile e capace di avere una libreria ampia tra le varie generazioni, sia una mossa vincente. Microsoft punta a rendere la maggior parte dei titoli in uscita disponibile fin da subito sul Game Pass, meccanismo già possibile per quanto riguarda le esclusive e che Spencer vorrebbe si espandesse anche per alcune terze parti. Da questo entrano in gioco i game as a service, come Sea of Thieves, ma anche giochi che gallegiano fra i AA e i tripla A, quindi titoli costosi, ma non troppo, che possano spingere il servizio. L'idea successiva è quella di rendere Game Pass giocabile anche in streaming, esattamente come il Playstation Now, fattibile ma che non è la priorità attuale. La divisione gaming è concentrata più che altro nel rendere i download dei giochi più veloci e meno frustranti, anche per quei paesi con connessioni altamente problematiche. Non è da escludere in futuro anche un abbonamento che unisca Xbox Live Gold e Game Pass.

Game pass

L'idea è anche quella di continuare fortemente con il cross play, sia con Nintendo che con il PC, cercando di fondare una community ampia e aperta a tutti, senza barriere o vincoli di sorta. Phil Spencer ha capito che il modo migliore di evolvere il mercato console è cercare di assomigliare ad un PC da salotto e per raggiungere questo risultato è necessario puntare forte sulla compatibilità e rendere tutti gli ex dispositivi Xbox One completamente funzionanti sulla nuova console, inutile dire che questa cosa si allargherebbe anche per quanto riguarda i titoli Xbox One e quelli 360 e Xbox emulati già sull'attuale generazione. Stando alle dichiarazioni di Microsoft, quindi, è possibile che tutti i vostri pad, volanti e cuffie che state usando su One, possano in futuro essere adoperati per "Scarlet".

Conclusioni

Il rumor secondo cui Microsoft starebbe lavorando a due piattaforme Xbox è da prendere con le pinze, ma quasi certamente rimane un'idea quantomeno interessante, sempre che si riesca a proporre una console con fasce di prezzo completamente differenti e adatte a seconda del giocatore; un rischio, certo, ma dovuto, visto anche gli investimenti sul Cloud e sui servizi. Una cosa è certa, "Scarlet" dovrà essere un'idea chiara e precisa fin da subito, non si potrà più permettere gli anni iniziali di One, deve da subito presentarsi potente -per la versione hardware-, con delle esclusive di peso e con un piano a lungo periodo che sia chiaro e rispettoso verso l'utenza. Da verificare l'eventuale prezzo e il supporto alla tecnologia VR, ma questi sarebbero contorni che vanno valutati a seconda del progetto. La next gen di Microsoft è ancora lontana, ma cominciano a sentirsi le prime voci di una divisione in ripresa e sicura di se e questo non può che far bene non solo al brand Xbox, ma anche alla concorrenza e alla community di videogiocatori; ora è difficile lasciarsi andare ai primi giudizi, quelli li lasciamo per l'annuncio che, secondo voci, non accadrà prima del 2020.


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