Come ben sappiamo, l'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft e Xbox si finalizzerà solamente nel 2023. Prima di poter considerare il publisher e sviluppatore di Call of Duty, World of Warcraft, Diablo e molti altri giochi come un vero e proprio first party della casa di Redmond è necessario infatti attendere l'ok dalle varie anti trust sparse per il globo. Nel mentre che in Brasile si continua a discutere delle strategie commerciali di Microsoft e Sony, nel corso della serata di ieri è arrivato il primo ok a questa unione.
Come riportato online, l'Arabia Saudita è il primo paese al mondo a dare l'ok all'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Xbox e Microsoft. Non è ovviamente un caso: da diversi anni il paese, grazie al fondo PIF, sta tentando la scalata al mondo dei videogiochi di alcune software house, tra cui SNK. I vari investimenti puntano tantissimo al Sol Levante, tanto che PIF ha investito miliardi anche in Capcom e Nintendo. Naturale dunque che da un paese del genere sia arrivata luce verde per questa manovra.
Già da diversi anni Xbox e Microsoft stanno attuando un percorso di acquisizioni, mirato ovviamente a potenziare il proprio portfolio. Quella di Activision Blizzard è però diversa: l'interesse di Redmond, in questo particolare caso, è dovuto alla sfrenata competizione nel mondo del cloud gaming. Come già dichiarato, infatti, Call of Duty (e potenzialmente anche altri titoli) resteranno multipiattaforma, a differenza di Starfield, Redfall e le prossime produzioni targate Xbox Game Studios.
Nonostante l'ok dell'Arabia Saudita, il deal tra Activion e Microsoft può saltare in qualsiasi momento. Manovre simili richiedono infatti diverso tempo per poter essere approvate a livello globale e già in passato il Regno Unito bloccò un'altra acquisizione di rilievo, ovvero quella di ARM da parte di NVIDIA, mandando in fumo un affare da svariati miliardi di Dollari.