Il panorama degli abbonamenti ai servizi di gaming come Xbox Game Pass e PlayStation Plus sembra aver raggiunto una fase di stallo. Secondo le ultime analisi condotte da Circana, precedentemente nota come NPD, la crescita della spesa per questi servizi di abbonamento (escludendo il mobile) risulta minima, con un incremento dell'1% rispetto al 2023, anno in cui si era registrato un modesto aumento del 2% rispetto al 2022.
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Di fronte a tali dati, che indicano una sostanziale invariata adesione ai servizi nei due anni osservati, sorgono dubbi sulla sostenibilità a lungo termine di questi modelli di business. In particolare, l'approccio all-inclusive adottato da Xbox Game Pass è diventato oggetto di discussione, soprattutto in relazione alla chiusura di studi come Tango Gameworks, Arkane Austin, Alpha Dog Games e Roundhouse Games.
Le recenti valutazioni dell'analista Mat Piscatella hanno sottolineato come, a marzo 2024, l'incremento della spesa per gli abbonamenti videoludici sia stato esiguo, attestandosi appena all'1% sopra le previsioni. Questo conferma le difficoltà nel catalizzare nuovi iscritti, al di là degli attuali possessi della console Sony e Microsoft.
Tale contesto solleva interrogativi sulla reale convenienza dei modelli in abbonamento. L'attrattiva di avere accesso a un vasto catalogo di titoli, incluse produzioni di grande rilievo, senza costi aggiuntivi, ha finora prevalso. Tuttavia, ciò ha suscitato perplessità riguardo a una potenziale deprezzamento del modello premium, aggravato dalla situazione economica attuale caratterizzata da inflazione e stipendi stagnanti.