Xbox e Activision: hanno tutti paura di esporsi?

La sensazione è che nessuno voglia esprimersi per primo sul deal tra Xbox e Activision: siamo pronti a un altro anno di polemiche?

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a cura di Alessandro Adinolfi

L'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, che dovrebbe portare il gruppo tra i first party di Xbox, sta diventando una vera e propria patata bollente. Al di là dei paesi più poveri, come per esempio la Serbia o il Brasile o quelli a stampo non democratico, come l'Arabia Saudita, la maggior parte del mondo occidentale sta cercando di prendere tempo per valutare al meglio questo deal. E la sensazione, dopo l'ultima mossa del governo britannico, è che nessuno voglia prendersi la responsabilità per primo di approvare o negare l'acquisizione, forse temendo quasi un effetto domino.

Le tappe dell'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft hanno oramai subito rinvii praticamente in tutto il mondo. Nelle ultime ore della giornata di ieri, infatti, la CMA (ente regolatore del Regno Unito), ha deciso di posticipare ancora una volta il suo giudizio, invitando Sony e Microsoft a un nuovo round di consultazioni. L'antitrust britannica ora dovrebbe esprimersi il 26 aprile 2023, ma la situazione sta assumendo contorni sempre meno chiari.

Oltre alla CMA, anche l'antitrust Australiana e quella dell'Unione Europea hanno continuato a rimandare il loro verdetto. E probabilmente ci sono degli ottimi motivi per evitare di esprimersi in fretta. Qualora uno degli enti regolatori approvasse o negasse l'acquisizione, scatenerebbe un effetto domino, che potrebbe portare a una serie di via libera o di un blocco totale del deal.

La situazione è comunque peggiore negli Stati Uniti, dove Microsoft rischia seriamente di finire in tribunale e dove si ritrova, a oggi, ad affrontare una battaglia con la FTC, la Federal Trade Commission. Sono stati proprio gli USA a esprimersi in maniera più dura verso Xbox e la strategia delle acquisizioni. A questo punto, la sensazione è che il deal non possa più chiudersi entro questa estate, ma continuare probabilmente per quasi tutto l'anno.

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