Wrath of the Lich King Classic è bello proprio come lo ricordate

Wrath of the Lich King Classic è stato capace di farci re-innamorare, confermandoci, nuovamente, l'enorme potenziale di questo reboot.

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a cura di Marco Pedrani

Caporedattore centrale

Il 26 settembre è cerchiato in rosso sul mio calendario: quasi 13 anni dopo, finalmente potremo tornare a calcare le fredde terre di Northrend, la casa di Arthas re dei Lich, comparsa in Azeroth al debutto dell’espansione Wrath of the Lich King. Era il 2008 quando uscì quella che, a detta di molti (se non di tutti), è stata la miglior espansione mai sviluppata da Blizzard per World of Warcraft. 

Tra meno di un mese tutti potranno rivivere le avventure passate grazie all’uscita di Wrath of the Lich King Classic, ma noi siamo stati abbastanza fortunati da poter accedere in anteprima alla beta: è tutto davvero bello come ce lo ricordiamo?

Wrath of the Lich King è stato probabilmente il punto più alto di World of Warcraft, raggiunto in alcuni aspetti forse solamente da Legion. Dopo oltre 15 anni di gioco, chi vi scrive è sicuramente “di parte”, ma intendiamoci, salvo qualche raro caso (vero, Mists of Pandaria?) le espansioni susseguitesi negli anni non sono “brutte”, tuttavia non hanno mai raggiunto la bellezza di questo capitolo. 

Per provare al meglio Wrath of the Lich King Classic è naturale iniziare con il Death Knight, la nuova classe introdotta dall’espansione. Tornare a Northrend dopo così tanto tempo fa provare nostalgia, ma anche familiarità. Dopo alcune incertezze iniziali, i ricordi tornano alla mente e muoversi all’interno di Acherus (l’aria iniziale dei Death Knight, nuova classe introdotta con l’espansione) è naturale oggi come allora. Ci sono il Lich King, Morgane, Rivendare, Razuvious e tutti quegli NPC che ci hanno accompagnato in passato, pronti a fornirci dialoghi e missioni.

Tutto è come tanti anni fa, dalle questline al gameplay, forse meno legnoso di quanto ricordassimo. Un po’ come quanto successo in passato per World Of Warcraft e The Burning Crusade, quando paragonato alla controparte Retail Classic torna a essere la “versione difficile” del celebre MMO, a causa dell’assenza di molti cambiamenti fatti da Blizzard negli anni per facilitare l’esperienza di gioco. Scordatevi gli obiettivi segnati sulla mappa, la freccia guida che vi indica la direzione da seguire e cose simili: dovrete leggere con attenzione il testo delle missioni per capire cosa fare e dove andare, e siamo certi che vi ritroverete, come noi all’epoca (e tuttora, in realtà), a vagare per le terre del nord alla ricerca del vostro obiettivo, scoprendo sempre nuovi luoghi finora inesplorati.

Mettendo un attimo da parte la nostalgia, cerchiamo di capire quali sono le differenze sostanziali tra la vecchia versione di Wrath of the Lich King e la variante Classic, poiché (un po’ com’è stato per The Burning Crusade) Blizzard ha deciso di fare qualche aggiustamento. 

Il cambiamento forse più importante ai fini del gioco è il poter iniziare direttamente con la classe Death Knight. Mi spiego meglio: all’uscita di Wrath of the Lich King, prima di poter creare un Death Knight era necessario avere, nello stesso reame, un altro personaggio di livello 55 o superiore. In Classic questo requisito è stato rimosso, quindi potrete iniziare da subito con la nuova classe, senza dover investire molte ore di gioco per livellare un personaggio con l’unico scopo di sbloccare il Death Knight. 

Altra novità importante è l’assenza del dungeon finder, uno strumento con cui era possibile entrare automaticamente nei gruppi per i raid e che era stato aggiunto da Blizzard proprio in Wrath of the Lich King. Forse la scelta mira a ricreare le atmosfere ormai perse di Vanilla e Burning Crusade, quando le chat erano invase dai messaggi di giocatori che cercavano un party e viceversa; non so se è la scelta migliore, ma di certo apprezzo il tentativo di Blizzard di spingere i giocatori a comunicare. Piccolo cambiamento anche per i barbieri, migliorati rispetto a quelli della versione originale, e per le arene, dove la classifica delle squadre è stata rimpiazzata da quella dei singoli dopo i feedback ricevuti da Blizzard con The Burning Crusade.

Oltre ai contenuti dell’espansione, per il lancio di Wrath of the Lich King Classic Blizzard ha preparato anche dei nuovi server denominati “Fresh Start”, con delle particolari caratteristiche atte a far partire dallo stesso punto tutti i giocatori: in questi server non sarà possibile, per almeno 90 giorni, acquistare un boost per portare il personaggio immediatamente a livello 70 (con l’espansione il livello massimo sarà 80), trasferire il proprio personaggio da un altro reame o creare un Death Knight senza avere un personaggio di livello 55 nello stesso reame.

In aggiunta, tutte le zone e i dungeon di Classic e The Burning Crusade Classic (compresi i Cancelli di Ahn’Qiraj) saranno sbloccate e accessibili. In questo modo, anche iniziando a giocare con qualche giorno o settimana di ritardo non vi troverete circondati da giocatori troppo avanti rispetto a voi e potrete recuperare facilmente il divario.

L’arrivo di Wrath of the Lich King Classic è il momento più atteso dall’annuncio di World Of Warcraft Classic, da me e probabilmente dalla maggior parte degli appassionati. Le differenze col passato sono poche, essenziali ma tutte ben accette, soprattutto perché non vanno a intaccare, nel bene e nel male, le meccaniche di gioco originali e la difficoltà tipica delle vecchie espansioni di WoW. Anche il comparto grafico, seppur sempre datato per gli standard moderni, è migliore rispetto a quello dell’espansione originale grazie agli aggiustamenti e ai cambiamenti fatti da Blizzard nel corso degli anni. Manca circa un mese al debutto di Wrath of the Lich King Classic, non vedo l’ora di tornare combattere a Naxxramas, Ulduar, all’Antro di Onyxia e a Icecrown Citadel, e sono certo di non essere l’unico. C’è solo una cosa da decidere, anche questa volta: Orda o Alleanza? 

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