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World of Warcraft Classic | Recensione, un tuffo nel passato che sa di nostalgia

World of Warcraft Classic punta molto sull'effetto nostalgia, facendo rivivere ai veterani del titolo Blizzard le stesse avventure di 15 anni fa.

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a cura di Marco Pedrani

Caporedattore centrale

World of Warcraft Classic è un tuffo nel passato. Blizzard ha lavorato per rimuovere tutti i cambiamenti, gli automatismi e i miglioramenti aggiunti nel corso di questi 15 anni e ha fornito alla community un gioco che rispecchia in tutto e per tutto (o quasi) quel MMORPG che ha fatto innamorare tanti di noi nel 2004, quando l'avventura ebbe inizio.

Saprete bene che il lancio è stato tutt’altro che privo di imprevisti: i server sono stati presi d’assalto e si sono formate code d’accesso lunghissime, mentre Blizzard cercava di arginare la situazione ma senza aggiungere ulteriori reami per smistare meglio la grande mole di utenza. Se volessimo scherzarci sopra, potremmo dire che in fondo anche questo fa parte della “Classic Experience”: anche nel lontano 2004 le code non mancavano.

Superate le code, una volta riusciti ad accedere e scelto uno tra i pochi server messi a disposizione ci troviamo di fronte alla schermata che vedete qui sopra. Subito si notato alcune differenze con Battle for Azeroth: l'interfaccia di creazione del personaggio è leggermente diversa e sono presenti meno razze e meno classi. In World of Warcraft Classic non abbiamo infatti Draenei, Elfi del Sangue, Worgen, Goblin o Panda (introdotti con le espansioni The Burning Crusade, Cataclysm e Mists of Pandaria), mancano le razze alleate (aggiunte invece con Battle for Azeroth) e quelle presenti non hanno tutte le classi che troviamo nel gioco moderno; per fare un esempio, nella versione Vanilla del gioco la fazione dell'Orda non può avere paladini.

Come detto in apertura Blizzard ha cercato di ricreare l’esperienza di gioco originale, ma ha deciso di mantenere alcuni elementi della versione attuale del gioco, giunto all’espansione Battle for Azeroth. La grafica e il sistema di gameplay sono gli stessi dell’epoca, tuttavia l’engine è quello moderno; questo permette di vivere un'esperienza decisamente migliore rispetto a quella di quando World of Warcraft fu lanciato.

I veterani che hanno memoria delle loro avventure in Vanilla ricorderanno anche le difficoltà iniziali del gioco, come il lag nelle zone più popolate che rendeva praticamente impossibile giocare oppure le difficoltà nell’andare a raccogliere il bottino lasciato dalle creature uccise.

Anche in World of Warcraft Classic il lag non manca, soprattutto nelle sovraffollate zone iniziali. Certo l’esperienza che si ha oggi è ben lontana da quella problematica del 2004, ma vedere passare del tempo tra quando si clicca su un NPC e quando si apre la sua finestra di dialogo fa riaffiorare alla mente vecchi ricordi non proprio piacevoli.

I problemi fortunatamente spariscono progredendo nel gioco e superando il livello 10, momento in cui ci si inizia a spostare verso zone con meno giocatori e tutto diventa via via più fluido. Se però pensate che sia questione di poco, fareste bene a ricredervi: in World of Warcraft Classic salire di livello non è facile come in Battle for Azeroth.

Nel corso degli anni Blizzard ha lavorato molto per “semplificare” il titolo, indebolendo i nemici, velocizzando il cosiddetto “leveling” e includendo strumenti come il dungeon finder (su quest’ultimo punto torneremo più avanti). In quest'ottica sono state fatte anche diverse modifiche al gameplay, che - ovviamente - sono state rimosse in questa particolare versione di World of Warcraft.

Classic riporta infatti al 2004 due aspetti fondamentali del gameplay: il sistema di talenti e quello di apprendimento delle abilità. I talenti si sbloccano a livello 10 e ogni level-up fa ottenere un punto, che può essere speso in uno dei tre rami di specializzazione; un sistema profondamente diverso da quello che troviamo in Battle for Azeroth. Lo stesso vale per quanto riguarda le abilità: mentre nella versione moderna di World of Warcraft il proprio personaggio le impara automaticamente una volta raggiunto il livello giusto, in Classic non solo è necessario andare in un accampamento o in una città e trovare il proprio allenatore di classe, ma bisogna letteralmente acquistarle spendendo il denaro che abbiamo guadagnato con tanta fatica tramite le quest.

Proprio il denaro è un altro degli aspetti che più divide World of Warcraft Classic da Battle for Azeroth. Nell’esperienza Vanilla guadagnare soldi è difficile, è praticamente impossibile imparare tutte le abilità non appena sono disponibili e dovrete risparmiare per acquistare quelle speciali che permettono di usare delle cavalcature o delle armi specifiche. Qualsiasi cosa ha un costo, inoltre in alcuni casi dovrete fare i conti con spese aggiuntive: se ad esempio siete un cacciatore, dovrete acquistare frecce per il vostro arco o proiettili per il vostro fucile, oltre che del cibo per mantenere il vostro compagno felice ed evitare problemi durante gli scontri. A differenza di quanto succede nella versione odierna del gioco, in World of Warcraft Classic sarete sempre a corto di soldi e dovrete fare bene i vostri conti prima di acquistare qualsiasi cosa.

Tornare su World of Warcraft Classic significa anche vivere un'esperienza che comporta non poca fatica per salire di livello, ma che soprattutto porta il giocatore a sentirsi debole e ad avere paura dei propri nemici.

Da un lato il combattimento di Vanilla può risultare più semplice, in quanto ci sono meno abilità dei nemici da schivare e meno status negativi da rimuovere, ma nelle fasi iniziali del gioco i mostri sono tutt’altro che semplici da uccidere: il loro livello è spesso superiore al nostro e il ritorno del vecchio “Hit Rating” potrebbe creare non pochi grattacapi, visto che potremmo non riuscire nemmeno a colpire il nostro avversario. L’alter ego che controlliamo insomma è facile da uccidere e lo rimane per gran parte della sua avventura.

In Battle for Azeroth il nostro personaggio è molto al di sopra dei mostri comuni, al punto da poter affrontare in solitaria qualsiasi quest abbastanza tranquillamente (ad eccezione di dungeon e raid). In World of Warcraft Classic ritorna invece la necessità di fare gruppo anche per le missioni più banali: come detto i mostri sono forti e /difficili da uccidere, anche se di livello più basso rispetto a noi.

A causa di questa necessità su World of Warcraft Classic si è ritornati a comunicare, ma in un modo che non si fa più in Battle for Azeroth. Come accadeva nel 2004 la chat è viva, riempita non solo dalle chiacchiere degli utenti ma anche dalle richieste d’aiuto dei giocatori in difficoltà e da quelle di chi cerca i membri mancanti di un gruppo che vuole affrontare un dungeon.

Tutto questo spirito collaborativo nasce dalla decisione di Blizzard di rimuovere in World of Warcraft Classic quella che forse è una delle funzionalità più usate in Battle for Azeroth, il cosiddetto “Dungeon Finder”. Si tratta di uno strumento che permette di scegliere il proprio ruolo e il dungeon che si vuole affrontare e che cerca in automatico altri membri per creare un gruppo che possa partire per la spedizione. Un mezzo comodo per i giocatori solitari o senza una gilda per trovare compagni d’avventura, ma che elimina totalmente la necessità di comunicare tramite la chat di gioco.

World of Warcraft Classic si basa quindi molto sull’interazione tra giocatori, un aspetto che che è sempre più difficile trovare nei giochi moderni. Il titolo è in tutto e per tutto un ritorno al passato che gioca molto sull’effetto nostalgia di noi vecchi giocatori, ma che può offrire tanto anche a chi non si è mai avvicinato al MMORPG di Blizzard.

La software house di Irvine non ha programmato una data di chiusura per World of Warcraft Classic: i server resteranno aperti fino a quando ci sarà richiesta. La longevità del titolo sarà quindi determinata da quanto tempo vi potranno dedicare i giocatori, ben coscienti che questa volta non ci sarà nessun “The Burning Crusade” e che dopo Molten Core (che alcuni hanno completato in meno di una settimana) molti considereranno il gioco finito.

Voto Recensione di World of Warcraft Classic


8.3

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Immersività del mondo di gioco

  • - Il motore grafico è quello più recente, non l’originale

  • - La mancanza di strumenti come il Dungeon Finder crea maggior comunicazione e interazione tra i giocatori

  • - Possibilità di rivivere le fasi iniziali del gioco

Contro

  • - Non tutti gli aspetti del gioco sono invecchiati bene

Commento

World of Warcraft Classic ci riporta alla patch 1.12 di Vanilla e ci fa rivivere ricordi piacevoli, ricreando un momento del passato in cui raggiungere un obiettivo era allo stesso tempo difficile e soddisfacente. Blizzard ha creato un prodotto che offre un’esperienza che fa riemergere tutto ciò che ci ha fatto innamorare del gioco. I paragoni con Battle for Azeroth sono inevitabili, ma i due titoli sono profondamente diversi; rispetto all’ultima espansione Classic è per certi versi “goffo”, con meccaniche che hanno ormai fatto il loro tempo e che risultano incomprensibili a chi si avvicina oggi al gioco per la prima volta, ma che sono proprio quello che serve a creare l’effetto nostalgia nei veterani, che da tempo non vedevano l’ora di percorrere questo lungo viale dei ricordi insieme ai ritrovati compagni di gilda di un tempo.

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