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Warhammer 40.000: Space Marine 2 offre azione senza tregua | Provato

Warhammer 40.000: Space Marine 2 è l'esperienza definitiva per ogni fan del 40k? Combattimenti brutali, personalizzazione e una grafica di alto livello.

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a cura di Martina Fargnoli

Editor

La lama della spada a catena stride furiosa mentre penetra la corazza chitinosa dei Tiranidi guerrieri. Ogni fendente è una sentenza di morte che dilania inarrestabile ogni minaccia, spazzando via sciami di tiranidi uno dopo l'altro fino a lasciarne solo brandelli sul campo di battaglia. Sullo schermo esplodono rapide pennellate rosso sangue, che avvolgono con il loro viscidume l'imponente armatura dell'Ultramarine Titus, emerso vittorioso da questa danza mortale che racchiude tutta la potenza e la grandezza di Warhammer 40.000: Space Marine 2.

Trattandosi di un seguito diretto dell'amato capitolo del 2011 sviluppato da Relic Entertainment, Space Marine 2 eredita tutta l'impostazione action/TPS dal suo predecessore, unendo combattimenti con armi da fuoco e scontri all'arma bianca. Due salti generazionali più in là, Saber Interactive, ora alla guida dello sviluppo, è riuscita a spingere ancora di più sulla brutalità confezionando un combat system intenso e reattivo. 

Dal punto di vista dell'aspetto visivo, Space Marine 2 è un vero e proprio spettacolo. Ogni elemento di gioco, dai personaggi, fedeli alle loro rappresentazioni, alle ambientazioni pienamente evocative dell'universo del 40k, è stato curato con estrema attenzione. La beta che abbiamo provato, seppur limitata e non ancora ottimizzata, girava in modo fluido, offrendo un'esperienza visiva di alto livello

Una prova convincente

Abbiamo avuto modo di immergerci nell'azione giocando una porzione di campagna situata all'incirca nella parte centrale del racconto, dove abbiamo ritrovato Titus nei panni di un tenente degli Ultramarine. Qui apprendiamo come l'ormai ex capitano, dopo il finale del primo capitolo in cui era stato accusato di corruzione, si sia successivamente unito agli Scudi Neri della Deathwatch come penitenza, un’esperienza che genera qualche perplessità nel suo fratello d’arme Gadriel, creando una certa tensione durante tutto l’arco della missione. 

L’incarico di raggiungere la Stazione Astropatica e consegnare un importante messaggio, però, non può farsi ostacolare da niente e nessuno, nemmeno dagli aggressivi Tiranidi e dalle subdole forze del caos dei Thousands Sons. Mentre sullo sfondo il cielo è tinteggiato da numerose esplosioni, a terra si combatte in modo serrato e scenografico. L’arsenale a disposizione è ben nutrito e spazia dai vari modelli di carabine al multitermico, passando poi per pistole al plasma, spade potenziate e coltelli da combattimento, ma l’aspetto che più ci ha convinti non è tanto nella differenza di ogni arma quanto nel flow del combattimento. 

In Space Marine 2 è presente un sistema di combo che varia dall’arma equipaggiata per unire attacchi pesanti e attacchi leggeri in sequenza. Un attacco poderoso ben assestato è in grado di polverizzare i nemici più piccoli e di lasciarne altri esposti a un colpo di pistola. L’interfaccia evidenzia sempre quando è possibile eseguire uno di questi attacchi speciali, marchiando il nemico con un mirino rosso. Basterà premere il tasto per far fuoco e un’animazione mostrerà il nostro personaggio che prende la mira e colpisce implacabile. 

Anche riuscire a padroneggiare schivate e parate apre delle finestre di tempo in cui è possibile collegare più attacchi. Parare un attacco azzurro in arrivo stordisce momentaneamente il nemico permettendo di sparare nuovamente a bruciapelo contro i nemici più forti. Vedere il nostro Ultramarine che afferra un Hormagaunt in aria e lo schiaccia al suolo trasmette comunque un senso di grande potenza nonostante le truppe d'assalto minori si debellino abbastanza facilmente. Quando in gruppo, però, possono essere delle spine nel fianco non da poco e tenere sempre sotto controllo la salute è essenziale. 

Il modo in cui recuperiamo salute pone una differenza sostanziale col primo capitolo. Se prima bastava eseguire esecuzioni per recuperare forze, in questo capitolo un’esecuzione ci permetterà di recuperare armatura, mentre la vita potrà essere recuperata attraverso gli stimolanti, merce piuttosto rara. Diventa fondamentale agire anche in modo tattico, lasciando qualche nemico in fin di vita per una ricarica rapida delle proprie difese. Ci siamo ritrovati ad affrontare le battute finali della missione senza possibilità di curarci, dovendo difendere con i denti una quantità irrisoria di vita. Alla fine dello scontro però la soddisfazione è stata massima. 

Inanellare un attacco dopo l’altro, schivare, contrattaccare e poi concludere con una efferata esecuzione risulta gratificante ed estremamente convincente, sia nella rapidità dei movimenti che nella forza impressa. Se ogni azione viene fatta con grande precisione trasmette la sensazione di trovarsi davvero nei panni di un Ultramarine, un superuomo dalla prodigiosa forza che non conosce paura. Prendere a pugni un Carnifex, strappargli gli artigli e smembrarlo pezzo dopo pezzo non stanca mai. 

Operazioni PvE

Questa sensazione di potenza si moltiplica quando si combatte in squadra con altri due amici nella modalità cooperativa a 3 giocatori Operations: Battle Barge, in cui vanno completati degli scenari con obiettivi sempre più impegnativi facendosi largo tra le moltitudini di ondate nemiche. Prima di scendere in campo si potrà scegliere una tra le sei classi giocabili, ognuna con un ruolo specifico in campo, una dotazione caratteristica, un’abilità unica, una classe di armatura e una serie di vantaggi che migliorano le statistiche del personaggio a mano a mano che acquisisce esperienza.

Portando a termine tutti gli obiettivi si otterranno infatti punti esperienza che, in una progressione piuttosto classica e lineare basata su livelli, ci permetteranno di migliorare alcuni aspetti del nostro personaggio selezionandoli da un albero dei vantaggi, inclusa la possibilità di migliorare le statistiche di tutta la squadra aumentando i danni in mischia o riducendo i tempi di ricarica delle abilità, solo per fare un esempio delle possibilità offerte. 

Anche le armi usate in battaglia acquisiranno un miglior grado di maestria che permetterà di sbloccare armi dalle statistiche migliorate, fino a raggiungere lo stato di reliquia, la massima espressione di un campione. È esattamente come quando si costruisce il proprio esercito e si sceglie con cura che aspetto e caratteristiche dare alla propria miniatura; se montare un fucile rispetto a un altro, o quale schema colore adottare. La personalizzazione, del resto, non poteva che estendersi anche all'aspetto estetico, a patto che si siano prima sbloccati colori ed emblemi nell’araldica di riferimento.

Le possibilità di personalizzare l’esperienza in base al proprio gusto e stile di gioco non sembrano mancare. Noi abbiamo adorato la classe assalto: spiccare il volo con i reattori dorsali e scatenare tutta la nostra furia in un potente attacco a terra è stato troppo soddisfacente. Inoltre cosa c'è di meglio del brandire un martello tuono? Vedere l’energia sprigionarsi attorno alla testa del martello e attendere il momento in cui viene rilasciata in un attacco caricato è semplicemente una gioia per i sensi.     

Diventare sempre più forti e sbloccare tutti i contenuti è chiaramente uno dei principali obiettivi di questa modalità, l’altro è misurarsi con le stesse missioni ma a diversi livelli di difficoltà: le risorse scarseggiano sempre più e gli attacchi nemici sono ancora più devastanti e in grado di metterci in ginocchio con più facilità. 

La sfida è indubbiamente impegnativa, merito soprattutto dell’esperienza di Saber nel ricreare una miriade di nemici in campo che attaccano senza lasciare tregua, tuttavia la rigiocabilità non ci è sembrata così elevata e potrebbe beneficiare di una maggiore varietà di obiettivi secondari. Sapremo esprimerci meglio una volta provato il gioco completo e aver sperimentato la progressione ideale proposta dal gioco, in quanto per questa prova le missioni a nostra disposizione erano soltanto due e le abbiamo ripetute fino allo sfinimento. 

Questa porzione di gioco però ci ha permesso di esplorare Kadaku e Avarax e di prendere parte ad alcune iniziative ausiliarie promosse dal Tenente Titus che dovrebbero offrire un po’ la visione di una grande guerra combattuta da più fronti e squadre. Nella inospitale jungla di Kadaku, tra il fango sotto ai piedi e la presenza di piante esplosive, abbiamo affrontato ogni tipo di minaccia: dalle mine spora agli effetti psionici che distorcono la vista degli zoantropi, fino ai Littori ben mimetizzati pronti all'assalto quando uno meno se lo aspetta. 

Dopo esserci ricongiunti a un avamposto dell'Astra Militarum devastato dalle forze nemiche, abbiamo fatto tappa a una raffineria di promezio con l'intento di renderla una trappola mortale esplosiva. Sbaragliato ogni tentativo nemico di porre fine alla nostra esistenza, ci siamo destreggiati in una stoica tenuta della posizione, mentre da ogni direzione sciami di Tiranidi tentavano l'ultimo attacco per impedirci di dare tutto alle fiamme e infliggere un durissimo colpo all'avanzata nemica. 

Su Avarax il cambio di scena è netto e si ritrova l'inconfondibile stile gotico nelle architetture che compongono i livelli. Attraversando i resti di ciò che rimane ancora in piedi abbiamo raggiunto la stazione astropatica e preparato un'imboscata aiutati dalle truppe cadiane che tentavano di resistere. Qui abbiamo fatto crollare un lunghissimo ponte per seppellire i nemici sotto le sue macerie e per isolare il Tiranno dell’Alveare, così da inseguirlo e affrontarlo come scontro conclusivo della missione. 

La battaglia si è svolta in più fasi con il potente nemico che inizialmente con agilità e una forza brutale tentava di caricare per infilzarci con i suoi artigli, mentre tra parate e schivate ne bloccavamo le iniziative. Nella seconda fase dello scontro il Tiranno era avvolto da un’aura verde brillante e ha iniziato ad alternare attacchi ravvicinati al lancio di rapide ondate di bio-plasma e colpi di frusta. Uno scontro molto teso che ha saputo coinvolgerci pienamente. 

Conclusioni

Abbiamo giocato la build di test di Warhammer 40.000: Space Marine 2 a dettagli alti ad una risoluzione Quad HD con una RTX 3070Ti, notando una buona stabilità che ci fa ben sperare per la versione finale del gioco, infatti il titolo si è mantenuto fluido e stabile nel corso delle varie missioni. A livello visivo abbiamo potuto apprezzare i vari effetti particellari come i guizzi brillanti delle magie dei Thousands Sons, le fiammate multicolore warp o gli effetti luminosi del plasma, nonché il dettaglio dei modelli dei personaggi principali, delle armate nemiche e delle ambientazioni che ci hanno restituito un senso di scala molto grande soprattutto durante la campagna.

Il combattimento è risultato appagante da padroneggiare grazie al suo sistema di combo, schivate e parate, che viene impreziosito da un arsenale davvero cospicuo con cui sperimentare nuovi modi per spazzare via eretici e alieni. Space Marine 2 ci ha davvero fatti sentire degli Space Marine: caparbi, tosti e che non indietreggiano di fronte a nessuna minaccia, rendendo potenzialmente il titolo una delle esperienze migliori per i fan di Warhammer 40k. I contenuti che abbiamo provato sono solo una parte esigua dell’offerta finale, quindi non possiamo sbilanciarci molto su storia, progressione e ripetitività dei contenuti, ma qualche dubbio al momento rimane sulla varietà delle missioni cooperative. Non ci resta che attendere il 9 settembre per il gioco completo.

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