Warframe: il costoso viaggio di Empyrean

La nuova espansione di Warframe, Empyrean, porta gigantesche astronavi nel gioco, richiedendo però troppi materiali per riuscire a godersele nello spazio.

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a cura di Alessandro Palladino

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Dalla lontana TennoCon, il cammino di Warframe ha continuato a delinearsi seguendo la rotta tracciata dagli annunci dello scorso anno, giungendo finalmente al tanto atteso aggiornamento Empyrean. Spostando i giocatori dalla estenuante lotta ai Kuva Lich, su cui ci siamo soffermati nei mesi scorsi, Digital Extremes ha introdotto gradualmente le antiche astronavi Railjack, riesumate dal loro tragico passato per tornare al servizio dei Tenno in preparazione dell’imminente invasione dei Sentient.

Senza ombra di dubbio Empyrean è stato uno degli aggiornamenti più attesi dalla community considerando come la nuova meccanica si sia dimostrata essere un modo inedito di vivere Warframe, salendo insieme ad altri compagni su guerre spaziali con raggi laser e manovre pericolose tra gli asteroidi. È stata quindi una sorpresa quando la sera dei Video Game Awards Digital Extremes ha aperto i porti spaziali, permettendo a tutti gli utenti PC di imbarcarsi nello spazio più profondo e ignoto, al di là del sistema solare conosciuto durante tutti questi anni.

Sulla carta e provato alla mano, il gioco di Empyrean è effettivamente divertente, capace di dare una nuova dimensione a Warframe grazie a un complesso quanto intrigante sistema di volo e progressione. Gli obiettivi da raggiungere non sono facilissimi e mantenere la propria nave è una sfida di per sé, specialmente perché richiede una collaborazione abbastanza intensa tra i membri della squadra. Purtroppo però, la realtà d’azione è ben lontana dall’essere un paradiso per tutti i giocatori e, anzi, dimostra nuovamente quanto la filosofia alla base di Warframe a volte possa essere l’unica barriera contro il divertimento del gioco.

Partiamo dal principio e andiamo a vedere quali sono i vari requisiti per iniziare la costruzione della propria Railjack, che ricordiamo molti giocatori ebbero il tempo di poter fare prima dell’effettiva uscita di Empyrean. Il primo parametro richiesto è il completamento del Secondo Sogno per ovvie ragioni, passando poi dalla necessità di essere in un Clan che abbia costruito il Dry Dock nella sua base. Alla scrittura di questo articolo troverete diversi Clan che già possiedono il porto nel loro Dojo, ma mettiamo che ne fondiate uno ex novo con i vostri amici e vogliate costruirlo. Già da questo passaggio vi serviranno una marea di risorse a cui possono contribuire tutti gli elementi del clan, rendendo quindi la costruzione quantomeno fattibile da larghi gruppi di giocatori. Il grado del Clan influenza i requisiti di costruzione del Dry Dock, perciò più sarete “freschi” meno materiali vi saranno richiesti.

Una volta costruito il porto e ricercato il Cephalon Cy nei laboratori del Clan (passaggio che quindi potreste trovare già compiuto), tutti i Tenno possono prelevare il progetto dal Dry Dock e andare a costruirlo sull’Orbiter nel modus operandi classico. I materiali in questo caso appartengono tutti alle Invasioni, perciò sarà possibile reperirli semplicemente giocando la suddetta modalità. Dopo aver completato il processo di costruzione dell’intelligenza Cephalon, avrete ufficialmente iniziato la quest secondaria Rising Tides, la quale vi guiderà attraverso la costruzione delle parti della Railjack. Ed è da questo momento che Empyrean mostra il suo vero lato negativo, talmente evidente da far riemergere vecchie lamentele sull'economia di gioco.

Una Railjack qualsiasi si compone infatti di ben sei parti essenziali, passando dai motori al rivestimento metallico. Ognuna di queste parti dovrà essere costruita proprio nel Dry Dock all’interno del Dojo del Clan e ognuna di essere richiede 12 ore obbligatorie di costruzione. Non avendo la possibilità di accelerare in alcun modo il processo, solamente calcolando il tempo di costruzione avrete comunque bisogno di almeno 3 giorni completi prima di poter solcare i cieli, naturalmente nel caso in cui abbiate già tutti i materiali a vostra disposizione, cosa che risulterà altamente improbabile. Sommando tutti i requisiti di tutte le sei parti, i numeri di risorse da avere (a cui può contribuire solo il giocatore e non il clan) toccano vette stellari.

Parliamo di 6 milioni di crediti, centinaia di materiali “rari” e migliaia di unità di quelli più comuni. La lista completa, come sempre, può essere trovata nella pagina ufficiale di Warframe Wiki. Il processo di “raccolta” non si ferma neanche dopo averla costruita, considerando che poi la nave dovrà essere continuamente riparata e aggiornata con altre quantità enormi di materiali, di cui alcuni inediti ed esclusivi dell’economia di Empyrean.

Per quanto abbia senso che costruire un’astronave da zero possieda un costo esoso in realistiche risorse e lavoratori, addossare a tutti i Tenno un sistema simile non solo si dimostra una follia a livello concettuale, ma solidifica ancora di più quel pessimo divario tra nuovi giocatori di Warframe e abitudinari hardcore che ne rendono una questione di vita. Quest’ultimi infatti, come si evince dal completamento repentino dell’ultimo obiettivo di Empyrean a poca distanza dal suo lancio, possiedono già intere miniere di risorse accumulate durante i grandi periodi di magra tra un contenuto e l’altro.

Costringendoli ad aspettare tre giorni di tempo di costruzione non nega il fatto che una volta ottenuta la nave siano partiti a razzo verso le vette maggiori, proprio perché la “sfida” maggiore di Empyrean non è rappresentata dalla difficoltà o da altri valori, piuttosto è solamente un costante tira e molla di grind sotto ogni aspetto, zeppo di percentuali randomiche non richieste. Chiaramente la situazione peggiora esponenzialmente se si è utenti occasionali o magari dei curiosi che hanno visto la pubblicità e vogliono entrare direttamente nelle nuove Railjack, vedendosele bloccate dietro titanici muri capaci di far desistere anche il più interessato degli esterni.

La forza di Warframe è proprio quella di avere un’offerta contenutistica accessibile in base alle proprie preferenze, dove ogni avventura appare sul palmo della propria mano come avviene durante la selezione dei pianeti da raggiungere. Volete starvene a visitare Fortuna e a completare le sue storie? Potrete farlo, anche grazie a un ragionamento di grind abbastanza diversificato e con delle attività da fare legate all’ambientazione/scopo. Lo stesso vale per i Kuva Lich, le reliquie e perfino gli Archwing, cosa che rende Empyrean la più grande e fastidiosa barriera d’ingresso di tutto l’intero gioco da un po’ di tempo a questa parte. Soprattutto se l’intento degli ultimi anni di sviluppo di Warframe è stato quello di avvicinare ancora più utenza al gioco, segnalando a chiunque sia in ascolto che quella di Digital Extremes è una community prospera piena di opportunità, oltre che a essere costantemente aggiornata.

Ma come si può far piacere ai giocatori più casual, gli stessi che magari giocano su Nintendo Switch tra una pausa e l’altra nel loro quotidiano, l’idea di dover per forza dedicare decine se non centinaia di ore alla ricerca di pietre e biomasse solamente per vedere l’inizio del gameplay di Empyrean? E una volta entrati ci saranno numerosi altri sistemi che, sorpresa, conducono ad altri cicli di grind decisamente non favoreggiati da diversi punti di vista come i roll casuali sulle componenti. Il fatto che gli attributi casuali siano un punto a sfavore è solamente uno dei tanti sintomi di quanto Empyrean si focalizzi unicamente sulla raccolta di oggetti rari, raccolta che non necessariamente corrisponde alle proprie performance o bravura.

Prendendo un parallelo con Kuva Lich, quel sistema funziona perché le varie missioni sono difficili e la progressione è visibile al giocatore in diversi sistemi (tra cui i sussurri, per esempio), non richiede materiali se non la ripetizione di missioni all’interno dei sistemi controllati, che possono in ogni caso essere vantaggiosi nel caso in cui si aiutino altri giocatori con i loro Kuva Lich. C’è del grind anche qui, senza dubbio, ma nell’economia del gioco pesa nettamente meno, soprattutto perché tutto sommato si accoppiano benissimo anche ad altri sistemi/eventi (Night Wave per dirne uno). Railjack non lo fa, crea un ecosistema unicamente suo e si isola nella stessa zona in cui si trovavano gli Archwing prima di diventare semplice “contorno” al gioco.

Per riprendere il titolo, al momento lo spazio di Railjack/Empyrean è come una grande nave da crociera extra-lusso, piena di attrazioni e lustrini ma estremamente costosa nonostante imbarchi acqua da tutte le parti. Il che è un peccato mortale perché il concetto di Railjack funziona benissimo e anzi, se giocato con una squadra in chat vocale è forse una delle migliori attività di Warframe dal suo inizio. Ma per quanto questo possa risultare vero, fallisce soprattutto nell’essere un nuovo canale di comunicazione tra i giocatori esterni a Warframe e la bellezza generale del gioco, come fece Fortuna al suo lancio per esempio.

Railjack aveva il perfetto potenziale per dimostrarsi l’aggiornamento con cui iniziare il 2020 e accaparrarsi il pubblico esterno, magari proprio per discostarsi dal grind e potenziare le battaglie spaziali già tentate in passato. Purtroppo però, la forma attuale di Railjack al suo meglio è l’ennesimo spettro dei vecchi errori fatti con Archwing, dimostrandosi ancora una volta uno dei punti su cui il team di sviluppo deve ancora oggi necessariamente ragionare, specialmente cercando di venire incontro alla già espressa richiesta da parte degli utenti di abbandonare l’idea che i contenuti da proporre ai veterani siano unicamente basati sulla raccolta di X oggetti.

Warframe è disponibile gratuitamente su PC, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch.
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