Come ti stupisco
Per quanto riguarda il motore grafico, Virtua Figher 5 merita ben oltre un semplice commento. Già a sua volta soddisfacente in arcade (che ricordiamo girare su scheda Lindbergh), il neo picchiaduro di Sega-AM2 trova in PlayStation 3 un hardware sufficientemente potente da poter gestire ogni singolo aspetto della versione originale. Notiamo così delle ambientazioni di gioco piuttosto ben concepite, che lasciano maggiormente impressionati in occasione dei paesaggi a campo aperto. Le uniche note dolenti delle arene riguardano la definizione di alcune texture dei paesaggi a bordo ring o la rappresentazione poco complessa dell’acqua e della neve, ma sono sufficienti un paio di effetti luce e la gestione in tempo reale dei riflessi per ricompensare il tutto. D’altra pasta i personaggi, modellati con una cura difficilmente riscontrabile in altri picchiaduro presenti in commercio. Dalle animazioni (in buona parte riciclate da VF4 Evo) alle texture della pelle, i combattenti sprigionano una qualità a dir poco impressionante. Analizzando da vicino un braccio maschile, ad esempio, è possibile ammirare i rigonfiamenti delle vene, i peli, le imperfezioni della pelle o addirittura le pieghe nei palmi delle mani. Di notevole impatto anche la fisica dei capelli (che non finiscono nella schiena, a differenza delle folte chiome di Dead or Alive 4), degli abiti (animati unicamente alle estremità) e di eventuali accessori, come catenine, orecchini e così via.
Il tutto è ulteriormente affinato da effetti luce ed ombre che mutano a seconda dell’esposizione alle fonti di luce. Pazzesco. Meno brillante, invece, il comparto audio, altalenante per via di qualche traccia poco ispirata (quella techno è orribile). Gli effetti sonori, dal canto loro, riescono quasi sempre a convincere, mutando di intensità a seconda del colpo inflitto. Piuttosto patetico, ma originale, il commento vocale (disattivato di default), che spesso e volentieri si lascia andare in commenti assurdi, che nella loro demenzialità hanno comunque il pregio di strappare un sorriso. Un’opzione inutile, a voi la il piacere di scoprirla.