Buona parte dell'industria dei videogiochi poggia le sue fondamenta sulla macchina dell'hype: un marketing aggressivo, pubblicità invasive e show improntati a far restare di stucco gli appassionati e i giocatori sono la base per poter vendere console e software. Non c'è nulla di male in tutto ciò, ma l'ultima mossa di Focus Home Interactive potrebbe essere decisamente ben oltre la normale réclame a cui siamo abituati e rischia di creare un precedente non da poco.
Nella serata di ieri, il publisher francese ha annunciato l'apertura dei pre-order per la Collector's Edition di A Plague Tale: Requiem, sequel di quel primo capitolo che diversi anni fa conquistò tantissimi giocatori amanti delle storie single player. Lo speciale pacchetto è veramente ricco: per appena 189,99 Euro, infatti, sarà possibile portarsi a casa il gioco, una statua di Amicia e Hugo e una serie di oggetti destinati ai collezionisti. Una Collector's Edition come tante altre, peccato però per un piccolissimo dettaglio: il gioco non ha ancora una data di uscita.
Annunciato nel corso dell'E3 2021, A Plague Tale: Requiem è previsto, almeno sulla carta, nel 2022, eppure non ha ancora una release date certa. E ora Focus Home Entertainment chiede ai giocatori e fan che hanno amato il primo capitolo di prenotare e pagare immediatamente poco meno di 200 Euro per una Collector's Edition, di un gioco che per quanto ne sappiamo potrebbe essere rimandato da un momento all'altro. E non sarebbe la prima volta: a causa della pandemia da COVID-19, oltre che delle normali difficoltà nello sviluppo, diversi videogiochi hanno già subito dei rinvii piuttosto pesanti.
La nuova frontiera del marketing dei videogiochi è davvero questa? Una rondine di solito non fa primavera, ma un caso simile è già accaduto con Starfield. Pur non essendo ancora aperti ufficialmente i pre-order, del nuovo gioco Bethesda (esclusiva Xbox Series S, Xbox Series X e PC) non abbiamo visto praticamente nulla, ma la sua edizione per i collezionisti, che dovrebbe includere anche uno smartwatch, è già stata svelata da un listino comparso su Internet. Una situazione paradossale, considerando che il nuovo titolo sviluppato da Todd Howard e soci è di fatto la prima IP originale in oltre vent'anni del developer statunitense: dieci anni fa (o forse meno), avremmo smaniato di più per vederne il gameplay, rispetto ad uno smartwatch dal costo probabilmente esorbitante.
Forse c'è un problema se i publisher si ritrovano costretti a vendere un gioco prima in una versione così costosa. O forse è solamente l'evoluzione del marketing di un'industria che oramai sta perdendo i suoi punti di riferimento ed è costretta ad innovarsi decisamente più velocemente rispetto ad altre per riuscire a sostentarsi. Se queste manovre diventeranno uno standard non lo possiamo sapere, ma ad da oggi esiste un precedente. E spesso basta solamente questo ad indirizzare l'industria.
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