Unreal Engine 4: voxel al posto del ray tracing

Spesso si parla di videogiochi fotorealistici e nonostante di progressi se ne facciano costantemente, siamo ancora lontani dall'obiettivo. Quale tecnica riuscirà a non farci distinguere un film da un gioco?

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a cura di Tom's Hardware

Unreal Engine 4: voxel al posto del ray tracing

"Il ray tracing richiede così tanta potenza di calcolo da non essere fattibile per i giochi dei prossimi anni", ci ha spiegato Jensen. "Ci stiamo arrivando, la tecnologia aiuterà a spingere i giochi verso il prossimo livello". Anche prendendo in esame la legge di Moore ("le prestazioni dei processori, e il numero di transistor ad esso relativo, raddoppiano ogni 18/24 mesi") i dispositivi per il gaming disponibili sul mercato non saranno in grado di visualizzare scene gestite completamente con il ray-tracing in soli dieci anni, sostiene il ricercatore.

Epic Games, invece, ha sviluppato una tecnologia chiamata "Sparse Voxel Octree Global Illumination" (SVOGI). Questa tecnica è una versione modificata del ray tracing che usa i voxel, o pixel tridimensionali, per simulare i raggi di luce. L'Unreal Engine 4 di Epic crea "alberi" di voxel che hanno uno spessore, come se si stessero costruendo linee luminescenti e trasparenti in una scena. Il vero ray tracing usa i raggi di luce, che sono linee matematiche unidimensionali e non hanno uno spessore misurabile.

Ma anche la tecnica SVOGI, se applicata completamente, è troppo onerosa per i dispositivi dedicati ai videogiochi attualmente in commercio. Epic Games ha creato una versione dell'Unreal Engine 4 che usa una versione modificata della tecnica SVOGI e che funzionerà sulle console next gen, la PS4 e Xbox One, così come con l'Oculus Rift, il visore per la realtà virtuale. "Ora è chiaro che i voxel giocheranno un ruolo importante in futuro", ha dichiarato Sweeney in un'intervista con i colleghi di Gamasutra pubblicata a marzo.

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