Nel campo dei videogiochi, gli NFT hanno conquistato anche coloro che non partecipano (almeno sotto l'aspetto lavorativo) attivamente all'industria. Come nel caso di Mike Shinoda, componente dei Linkin Park, che su Twitter ha lanciato un post a favore dei token non fungibili, purtroppo facendo un po' di confusione in merito.
Andiamo con ordine: per tantissime persone uno degli utilizzi più comuni degli NFT è il ricevere un determinato file, oltre che il possesso di certificato di unicità. Secondo Mike Shinoda, però, un token non fungibile applicato ai videogiochi permetterebbe non solo il possesso di una skin, ma anche il diritto (e la possibilità) di poter utilizzare un eventuale cosmetico anche in altri videogiochi. Un esempio? Se si acquista un NFT di un'arma in Call of Duty Warzone, sarebbe possibile, nel ragionamento di Shinoda, utilizzarla anche in Fortnite.
Ovviamente si tratta di un errore, forse frutto anche del fatto che Mike Shinoda non sia un programmatore né probabilmente si intenda a livello legale di queste particolari collaborazioni. In tanti nel suo post Twitter hanno fatto notare questa inesattezza, dovuta proprio a motivi di copyright (chi acquista un NFT deve comunque sottostare ai diritti di autore), oltre che incompatibilità con i server e linguaggi di programmazione. Sicuramente ci saranno ulteriori applicativi, ma quello proposto (o meglio, affermato come verità da Shinoda) non è assolutamente pensabile per via di queste motivazioni, e non solo.
Ah! So here’s something people aren’t explaining: NFTs don’t have to be jpgs.
— Mike Shinoda (@mikeshinoda) January 8, 2022
Imagine taking your favorite skin from Valorant, and using it Fortnite. And not paying extra, because you own it. Then using it in CoD, Minecraft, even Twitter, IG.
So many possibilities, no? https://t.co/cJTA6E0z69
L'utilizzo degli NFT nei videogiochi ovviamente non sarà mai quella. Ci sono alcuni esempi, già introdotti da Ubisoft (che ha una visione quadriennale della strategia) e altri invece ancora in lavorazione, come quelli proposti da Square Enix. È ancora dunque un po' troppo presto per capire come saranno implementate all'interno dei nostri titoli. Sempre ovviamente i giocatori siano disposti ad accettarli, visto che abbiamo già un precedente di "dietro front".
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