Videogiochi: 7 sequel di cui NON sentiamo il bisogno

Ci sono giochi che meritano un sequel e altri che... Non ne hanno bisogno. Ne abbiamo scelti sette apposta per voi, siete pronti?

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a cura di Michele Pintaudi

Editor

Vi abbiamo già parlato
di sette giochi che, per un motivo o per l’altro, hanno assolutamente bisogno di qualcuno che renda loro giustizia con un sequel. Titoli finiti nel dimenticatoio o, più semplicemente, che hanno bisogno del loro tempo per approdare finalmente nelle case dei videogiocatori di tutto il mondo.

È stato anche un bel viaggio sul viale dei ricordi, e oggi vogliamo compiere esattamente il percorso opposto. Cosa significa? Che come esistono giochi di cui non vediamo l’ora di vedere un sequel… Esistono anche giochi che devono essere lasciati stare, senza se e senza ma. Prodotti autoconclusivi o che, proprio per la loro natura, non hanno bisogno di essere portati avanti in alcun modo. La lista sarebbe potenzialmente infinita ma anche stavolta ne abbiamo selezionati sette che, a nostro parere, meritano più di altri la nostra attenzione. Pronti?


Metal Gear Solid

Lo sappiamo, partiamo proprio col botto. Prima di chiudere l’articolo o di coprirci di insulti nei commenti dateci però modo di spiegare: perché abbiamo messo Metal Gear in questa lista? The Phantom Pain è stato uno dei titoli più divisivi della storia dei videogiochi: uno sviluppo travagliato e ancora oggi avvolto da un alone di mistero ha fatto sì che il prodotto finale fosse, a conti fatti, un’esperienza da un certo punto di vista non del tutto completa. Da amanti della saga, a maggior ragione, vogliamo che ciò che è stato rimanga così. Punto e basta.

C’è solo una persona che potrebbe dar vita a un nuovo capitolo della serie ma, e sappiamo bene il perché, quella persona ha ormai preso una strada completamente opposta rispetto a quella di Konami. L’azienda giapponese del resto detiene i diritti del franchise e ha speso gli ultimi anni a sfruttarlo in una maniera ai limiti dell’imbarazzante. Morale della favola? Non esistono a oggi le condizioni per un nuovo capitolo della serie che riesca realmente a rendere giustizia a quella che, a conti fatti, è e resterà sempre una delle storie più belle mai raccontate. Per non rischiare di rovinare tutto no, meglio lasciar perdere.

Bloodborne

Cambiamo completamente genere, con uno dei titoli più amati degli ultimi anni a opera del sempre geniale Hidetaka Miyazaki: Bloodborne. Uscito nel 2015 e divenuto in breve tempo uno dei soulslike più amati in assoluto, il gioco è un’esperienza davvero unica nel suo genere e probabilmente rimarrà per sempre tra i titoli più amati della storia di questo medium.

È proprio questo il punto: trovandoci davanti a un prodotto così unico e speciale, è davvero necessario proseguire? Secondo molti sì, ma anche qui il rischio di sbagliare è forse troppo alto: l’eredità del primo capitolo è infatti enorme, e un ipotetico sequel rischierebbe di perdere tutte quelle particolarità che rendono Bloodborne il gioco che tutti conosciamo. In ogni caso non dimentichiamo che From Software… È pur sempre From Software, e qualora decidesse di puntare su un progetto del genere lo farebbe con tutta la cura e l’attenzione che merita. E quindi sì, ci saremmo sbagliati!

Uncharted

Un altro discorso simile a quello di Bloodborne riguarda un franchise che di sequel ne ha già avuto qualcuno: i quattro capitoli di Uncharted (cinque, considerando anche l’ottimo spinoff L’Eredità Perduta) sono infatti avventure indimenticabili, capaci di definire davvero una nuova asticella per quanto riguarda la qualità dell’intrattenimento videoludico.

Uncharted 4 è forse il punto più alto raggiunto da una serie che, nel corso degli anni, ha raccontato una storia davvero indimenticabile divertendo milioni di giocatori in tutto il mondo. Una storia che, a ragion del vero, può però considerarsi conclusa. Naughty Dog ha risorse e capacità per dedicarsi a un ipotetico quinto capitolo, ma è davvero necessario? Secondo noi no e anzi, crediamo che l’avventura di Nathan Drake sia perfetta così com’è e non ha bisogno di altre aggiunte. Poi anche qui, ovviamente, saremmo lieti di sbagliarci.

Final Fantasy X

Un altro terreno pericoloso su cui avventurarsi è quello di Final Fantasy, senza alcun dubbio una delle saghe più amate dell’intera storia dei videogiochi. Il motivo? Principalmente per un discorso soggettivo, che riguarda i fan della serie e i loro modi diversi di approcciarsi alla stessa. Nulla di male sia chiaro, avere una propria opinione è una cosa sacrosanta anche quando si parla di “semplici” videogiochi.

Prendiamo Final Fantasy X, un capitolo che ha diviso ma che ha anche commosso milioni di giocatori in tutto il mondo. Il sequel diretto, uscito nel marzo 2003, ha completamente spaccato la fanbase: da una parte alcuni l’hanno adorato, mentre dall’altra in molti l’hanno ritenuto poco più di un’evitabile operazione commerciale. La verità come spesso accade sta nel mezzo, e anche se non sono pochi coloro che vorrebbero un Final Fantasy X-3 (con tanti rumor che ne confermerebbero l’arrivo, probabilmente tra molti anni) va detto che l’avventura di Yuna è di fatto conclusa davvero. Se già c’era poco da aggiungere, perseverare non farebbe altro che intaccare quello che deve essere destinato a rimanere un bellissimo ricordo.

Watch Dogs

Ci sono franchise che nascono con il piede sbagliato e, nonostante diversi tentativi, non riescono mai davvero a emergere per ciò che sono davvero. Watch Dogs è forse uno di questi? Sotto certi punti di vista magari sì, anche perché a conti fatti il potenziale per essere (quasi) un capolavoro c’era tutto sin dall’inizio.

Se il primo capitolo aveva convinto poco o comunque non del tutto, un sequel doveva esistere in primis per sistemare ciò che non aveva funzionato dando nuova linfa vitale al brand. Il risultato? Watch Dogs 2 è un altro titolo che convince soltanto a metà e il terzo episodio, che doveva portare qualche novità a livello di concept e gameplay, è andato di pari passo con i predecessori. Forse è arrivato il momento di fermarsi, proprio perché la direzione presa sembra ormai tendere all’irrecuperabile.

The Witcher

L’avventura di Geralt di Rivia è una delle più appassionanti mai raccontate all’interno di un videogioco, anche e soprattutto grazie all’incredibile background della serie letteraria firmata dalle penna di Andrzej Sapkowski. La trilogia di CD Projekt Red è senza ombra di dubbio un prodotto dall’importanza culturale enorme, capace di coinvolgere milioni e milioni di giocatori con un impatto davvero inatteso.

Il terzo capitolo è stato la vera ciliegina sulla torta, quasi a voler consacrare un’opera che meritava di essere apprezzata in tutto il mondo. Proprio questo suo passaggio alla scena mainstream ha però portato nel pubblico quella voglia di volerne di più, ancora e ancora. Esisterà mai The Witcher 4? Probabilmente no, e secondo noi è meglio così: il viaggio di Geralt è di fatto concluso, e anche se potrebbe esserci ancora molto da raccontare forse il tutto sarebbe (almeno a livello videoludico) superfluo e privo di qualcosa di reale da comunicare al pubblico.

Grim Fandango

Nel nostro speciale dedicato ai titoli che pensiamo meritino un sequel abbiamo citato Monkey Island, una delle migliori avventure grafiche della storia dei videogiochi. Nel fare il percorso opposto sono diversi i prodotti targati LucasArts che ci vengono in mente, uno su tutti Grim Fandango: uscito nel 1998 e capace nel corso degli anni di guadagnarsi la reputazione di una delle migliori opere di sempre, il gioco rappresenta a conti fatti la quint’essenza di un racconto che deve rimanere com’è. Esattamente così com’è.

Il finale di Grim Fandango lascia sì qualche domanda al giocatore. Manny e Meche sono riusciti ad arrivare al termine del loro viaggio? Che ne è stato di Glottis? Il DoD ha definitivamente cessato di esistere? Probabilmente non lo sapremo mai, e va benissimo così: apprezzare un videogioco, un film o una qualunque opera d’arte significa anche saperla apprezzare nel suo essere (in)completa.


Sette giochi, alcuni indimenticabili e altri un po’ meno, che devono rimanere ciò che sono. Nel bene e nel male. Tirare troppo la corda arrivando a “spremere” un prodotto all’inverosimile è, nel videogioco come in qualunque altra forma d’arte, un processo visto e rivisto ma che non porta mai a nulla di buono. Avete presente quelle saghe cinematografiche che, pur non avendo altro da dire dopo un paio di film, continuano imperterrite a sfornare capitoli su capitoli? Ecco, il principio è esattamente lo stesso.

Vi lasciamo come sempre invitandovi a dirci la vostra: raccontateci esperienze, idee e pensieri personali legati a quei titoli che non ritenete abbiano bisogno di un sequel. Del resto ognuno di noi è legato a dei ricordi ben precisi, e mentre alcuni ne vorrebbero ancora di più altri sanno quand’è il momento di dire basta. E voi, da che parte state?

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