Victoria 3 è il nuovo grandioso strategico di casa Paradox | Recensione
Dopo anni di attesa spasmodica, Paradox Interactive ha finalmente rilasciato Victoria 3, imponente seguito del grand strategy dedicato, nomen omen, al periodo vittoriano.
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a cura di Lorenzo Quadrini
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In sintesi
Dopo anni di attesa spasmodica, Paradox Interactive ha finalmente rilasciato Victoria 3, imponente seguito del grand strategy dedicato, nomen omen, al periodo vittoriano.
Dopo anni di attesa spasmodica, Paradox Interactive ha finalmente rilasciato Victoria 3, imponente seguito del grand strategy dedicato, nomen omen, al periodo vittoriano.Victoria 2 si concentrava sul periodo 1835 - 1935, seguendo un periodo tanto “breve” (storicamente parlando) quanto convulso per quel che riguarda le rinnovazioni dei tessuti sociali, politici e tecnologici dell’Uomo.
Victoria 3, Il ritorno del mitico "Victoria"
L’obiettivo del secondo capitolo era quello di ringiovanire e avvicinare il pubblico alla saga, che era partita con un titolo considerato da molti come troppo ostico - lo stesso produttore Johan Andersson definì l’interfaccia di gioco come “dimenticata da Dio". Personalmente Victoria 2 non fu chissà che grande rivoluzione per l’user’s experience, che certo migliorò la totale incomprensibilità del precedente, ma non mosse di molto la percezione dell’utenza. Ad oggi infatti, senza arrogarmi velleità da tuttologo, ritengo che nella classifica degli ultimi Paradox in ordine di difficoltà, Victoria 2 sia in cima alla lista, con qualche eventuale dubbio su Europa Universalis IV (che però presenta un’interfaccia molto più accessibile).
La sfida di questo Victoria 3 quindi, al netto del dover presentare un prodotto di grande spessore e complessità come sempre per i grand strategy della casa svedese, era quella di gestire meglio UI e UX, cercando al tempo stesso di non svilire il gioco. Una sfida piuttosto difficile, nonostante gli enormi passi avanti compiuti con Hearts of Iron 4 - forse il primo davvero fruibile per tutti, ferma restando la necessità di studiarne il gameplay - e Crusader King 3 (che rimane però più un sim che un grand strategy).
Un simulatore sociale
Il prodotto parte con un tutorial lento, oserei dire lentissimo. Una lentezza, però, necessaria per far ambientare il giocatore digiuno degli strategici ad ampio respiro, che si ritroverebbe irrimediabilmente perso di fronte alla mole gargantuesca di dati, nozioni e concetti da dover assimilare. Per la prima run, pur non essendo proprio di primo pelo, ho deciso di seguire quindi il percorso guidato dal tutorial in tutto e per tutto, scegliendo uno dei Paesi consigliati (il Belgio, per maggiore precisione). Il titolo è ambientato nel lasso di tempo che va dal 1836 al 1936 - mi sono chiesto perché spostare di solo un anno il game time rispetto al precedente, ma non ho trovato risposta - concentrandosi principalmente sul commercio, la produzione e le politiche sociali. Nonostante il diciannovesimo secolo non sia stato un secolo propriamente pacifico, Victoria 3 ha un chiaro focus a quella che è la gestione politica della propria nazione, più che militare. Il tutorial stesso, che prende come ho già detto davvero tantissimo tempo, introduce il tema guerresco molto più avanti di quanto ci si aspetti, a ribadire il fatto che in Victoria 3 menare le mani è quasi secondario.
Trovo che spiegare un gioco così complesso sia davvero un compito ingrato, pertanto preferisco concentrarmi su alcuni degli aspetti maggiormente impattanti l’esperienza di Victoria 3, senza dover snocciolare l’elenco (infinito) di features e dinamiche a disposizione dell’utente. Il primo concetto da padroneggiare è quello dei differenti tipi di gruppi sociali (POPS), ognuno con differenti esigenze, differente peso demografico, economico e politico, oltreché legato ai tantissimi eventi speciali che possono avvicendarsi durante la partita. Alcuni di questi eventi sono legati a doppio filo ad eventi storici (nazionali ed internazionali), altri invece vengono pescati da un pool casuale e possono pertanto ripresentarsi più volte. Le scelte del giocatore vanno ad influenzare, direttamente o indirettamente, l’evoluzione delle POPS, aiutandole a crescere all’interno del gioco politico o viceversa. Il compito è quello di tenere un po’ “tutti buoni” e di veicolare le frange sociali più comode per le nostre scelte strategiche.
In questo senso il mio spassionatissimo consiglio, una volta finito il tutorial, è quello di avere un programma di gioco a lungo termine, puntando a sviluppare e “vincere” la partita seguendo un percorso studiato in anticipo. In Victoria 3 è difficile prevedere tutto, ovvio, ma è bene comunque farsi trovare pronti ed evitare di navigare a vista. Le POPS sono poi legate alle differenti scelte che la nostra Nazione, ed il relativo governo, possono prendere sui temi più disparati - giusto per citarne qualcuno: la libertà di stampa, le modalità di lavoro, la coscrizione militare e via di questo passo. Ogni scelta, ogni impostazione, ogni singolo elemento dell’amministrazione statale contribuisce sia a indispettire o aiutare i diversi rappresentanti delle POPS, sia ad acquistare determinati bonus e malus. Non esiste un modo “corretto” di gestire lo Stato, o comunque non esiste per forza una maniera giusta ed una sbagliata: l’importante è tenere d’occhio le risorse fondamentali (denaro, cibo, forza diplomatica, manpower) e la stabilità interna.
Quello che ne esce fuori è un meraviglioso simulatore sociale, attraverso il quale il giocatore può plasmare in maniera convincente la propria Nazione, seguendo le diverse direttrici caratteristiche dell’epoca storica considerata. Devo però anche ad avvisare tutti i lettori: il disastro è sempre dietro l’angolo e mantenere i delicati equilibri del proprio Paese potrebbe non essere alla portata di tutti (o comunque, non nelle prime partite
Tante fabbriche e "pochi" eserciti
La produzione industriale, che va a braccetto con il sistema economico di mercato, è il secondo focus di Victoria 3. La struttura non è di comprensione immediata, anche se il tutorial risulta davvero ben fatto. Sostanzialmente, costruire una fabbrica o qualsiasi altra attività produttiva, è sobbarcato dalla spesa pubblica (il giocatore). Da qui la vita del business può essere gestita in maniera più o meno elastica: con un controllo statale, con un controllo privato che segua le regole del mercato, con modalità di produzione più o meno avanzate, ecc. Anche in questo frangente non esiste una soluzione “giusta”, ma bisogna cercare di piegare il motore produttivo alle esigenze del Paese in quel particolare momento. Per poter rendere florida l’industria nazionale esistono molti accorgimenti, diretti o indiretti, che vanno dall’aumentare la domanda del nostro output di riferimento fino all’approvvigionamento delle materie prime necessarie o manovre politiche volte al miglioramento della bilancia di import/export. Se vi sembra complicato è perché, inutile negarlo, lo è. Si tratta però di una complessità più che gestibile, sia grazie all’ottimo tutorial sia alla rinnovata interfaccia di gioco, ora davvero piena di informazioni utili, senza sovraccaricare di input il videogiocatore.
Ho lasciato per ultima la fase militare e diplomatica, che affronterò con meno dettaglio ma non certo per mancanza di contenuti da parte della produzione. Il fatto è che Victoria 3 non nasce con un focus sullo scontro armato, pur dedicandosi ad un periodo certo non considerabile pacifico. Rimane però evidente, anche in questo terzo capitolo, che le maggiori sfaccettature, i maggiori dettagli e le più grandi soddisfazioni vengono dedicate ai sistemi sopra descritti. Comunque, in maniera debbo dire quasi sconvolgente per un fan Paradox, Victoria 3 introduce un sistema simile ad Hearts of Iron 4, con la costruzione del fronte di guerra, l’assegnazione dello stesso al generale (il quale trascina con se tutta una serie di enormi bonus e malus) e lo svolgimento di battaglie lunghe e complesse. Una ragione in più per apprezzare il titolo, che si sforza di inserire contenuti di qualità anche nei punti storicamente più “deboli”. Il sistema diplomatico segue a ruota, sebbene non risulti certo rivoluzionario rispetto agli standard della serie, soprattutto nel momento in cui si entra a far parte delle coalizioni o delle alleanze internazionali, che si risolvono quasi sempre in attese prive di battaglie ed emozioni. Nota di merito invece per la gestione (ancora) della popolazione: il reclutamento dell’esercito infatti può essere gestito anche sulla base della zona geografica e del tipo di POPS coinvolta. Gioco forza che, come nella realtà, si andranno a far arruolare i ceti meno sviluppati e politicamente meno importanti.
Avvicinandoci alla fine della recensione, come sempre qualche impressione sul “vestito” indossato da Victoria 3 per l’occasione. Un vestito eccezionale rispetto alle abitudini di alcuni Grand Strategy Paradox, che farà felici tutti i giocatori, vecchi e nuovi. Innanzitutto l’interfaccia: finalmente un sistema veloce, immediato, fruibile e bellissimo da vedere. Il livello di dettaglio - dai font, passando per le illustrazioni e le animazioni, fino alla palette di colori - è altissimo e di grande impatto. Ancora, assieme ad Hearts of Iron 4 (ma battendolo di qualche lunghezza), Victoria 3 presenta uno zoom eccezionale, che avvicina il giocatore fino ad ammirare l’evoluzione dei centri abitati e la trasformazione del paesaggio a seconda della nostra spinta industriale. Il gioco gira senza grossi problemi, pur con qualche rallentamento nelle fasi più concitate. Le animazioni, come già accennato, sono interessanti e cercano di alleggerire un sistema di gioco che non può definirsi snello, neanche con questa (eccezionale) UI. Qualcuno potrebbe trovare i disegni e le illustrazioni collegate ai diversi eventi come monotone e ripetitive, il che è parzialmente vero ma è anche un segno distintivo dei giochi Paradox. Comunque, posso assicurare che l'eventuale monotonia dei disegni degli eventi pareggia con la rinnovata veste grafica dei personaggi, adesso ritratti a figura intera e finalmente degni della rispettiva renderizzazione tridimensionale. Se devo trovare una pecca, è forse quella del caricamento iniziale, un pochino più lento del normale nonostante il PC di fascia alta e l’immancabile SSD. Le musiche accompagnano degnamente tutto il comparto grafico, con una proposta classica magari non paragonabile alle “hit” di Civilization, ma ugualmente piacevoli e studiate per seguire il flusso di gioco.
Voto Recensione di Victoria 3 - PC
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Interfaccia ed esperienza utente perfette
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- Non perde il "core" della serie Victoria
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- Gameplay immenso
Contro
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- Caricamenti non proprio fulminei
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- Musiche sufficienti e poco più
Commento
Victoria 3 è vincente (non ho resistito al gioco di parole) su tutta la linea. Il titolo prende con fiducia il testimone di una delle saghe Paradox più mitizzate dall'utenza, evita con cura di innestare sovrastrutture arzigogolate o poco stimolanti, inserisce gli elementi vincenti degli ultimi strategici domestici, per restituire un'esperienza completa, complessa ma (virtualmente) per tutti. Victoria 3 non è semplice, tutto il contrario, ma la sua difficoltà risiede solo nella necessità di studiarne i meccanismi e di approcciare il gioco con coerenza e strategia. Per contro, tutte le tristemente note barriere di ingresso "stile" Paradox (interfaccia incomprensibile, mole di dati sovrabbondante nonché inutile e via discorrendo) sono state eliminate a favore di un gioco fruibile e user friendly. Victoria 3 merita un voto alto, soprattutto perché segna un giro di boa per Paradox: adesso che è possibile avere un grand strategy difficile senza frustrazione, non si può tornare indietro.