Un 2020 senza fiere videoludiche: sono davvero essenziali ancora oggi?

Le fiere hanno ancora senso oggi nel 2020? Parliamone in questo speciale!

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a cura di Michele Pintaudi

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Questo 2020 è stato, sotto moltissimi punti di vista, un anno davvero molto particolare. L’emergenza sanitaria ha infatti colpito tutti noi, in maniera più o meno diretta: una situazione che nessuno si sarebbe potuto immaginare, e che ha inevitabilmente toccato anche i vari settori che compongono l’economia odierna. Tra questi spicca il mercato dei videogiochi che, nonostante tutto, è riuscito a rialzarsi in maniera degna e a preparare tutto l’occorrente per l’imminente arrivo della prossima generazione di console.

Sarebbe però un errore pensare che sia stato tutto rose e fiori, anzi. Anche l’industria videoludica ha infatti subito un contraccolpo da quello che è uno dei periodi più singolari di cui l’uomo abbia memoria, le cui conseguenze rischiano di farsi sentire ancora oggi a distanza di mesi dall’inizio del tutto. Non sappiamo in che modo il tutto volgerà al termine, ma una cosa che possiamo fare è guardarci indietro e osservare ciò che concretamente (non) è stato negli ultimi mesi.

Fiere videoludiche: il punto sulla situazione.

Dal punto di vista di un appassionato di videogiochi, o di un addetto ai lavori nel settore, la scorsa estate è stata molto particolare. Dopo anni e anni, infatti, un appuntamento fisso e imperdibile come l’Electronic Entertainment Expo di Los Angeles non ha avuto luogo. Quello che per anni è stato l’evento simbolo della community di gamer di tutto il mondo, con annunci in grado di lasciare tutti a bocca aperta e di alimentare chiacchiere e opinioni per i mesi successivi, è stato rinviato al prossimo anno.

Un altro evento di rilievo come la Gamescom di Colonia ha subito una sorte simile, vedendosi costretto a limitare il tutto a una conferenza online dedicata alla presentazione di titoli e novità dal panorama videoludico. Va da sé che, nell’anno del lancio della nuova generazione di console, Sony e Microsoft hanno deciso di operare attraverso vie alternative. I due colossi hanno infatti deciso di mostrare PlayStation 5 e Xbox Series X con una serie di filmati e presentazioni che, a onor del vero, non hanno realmente fatto sentire la mancanza di un evento come quelli citati in precedenza.

Viene allora spontaneo domandarsi, alla luce di tutto ciò: questa tipologia di evento, nella sua forma canonica, è ancora essenziale nel 2020? In qualsiasi settore ricorrenze del genere rappresentano in primis un momento di forte aggregazione, e le fiere videoludiche non fanno certo eccezione, ma l’evoluzione del mondo che lo ha portato ad essere ciò che conosciamo oggi potrebbe dare una forte sterzata a tutto ciò.

Il “nuovo” formato di E3 e Gamescom ha mostrato come la diffusione delle informazioni oggi, in un mondo sempre più digitale sotto tutti i punti di vista, possa prescindere da un evento fisico. Indipendentemente dalla storia e dalla tradizione che lo stesso può avere alle spalle. Può sembrare un discorso forse eccessivamente cinico, ma gli elementi a sostegno di questa tesi sono diversi e tutti con argomentazioni in qualche modo valide.

Lato economico, le fiere videoludiche accolgono ogni anno centinaia di migliaia di appassionati e questo è un dato di fatto. Dal punto di vista di un publisher o di uno sviluppatore più o meno importante, qual è però l’effettivo ritorno per un investimento simile? Un’analisi di questo tipo ha più senso se effettuata su un attore minore all’interno del mercato dei videogiochi, un’azienda che insomma non è da considerarsi tra le major del settore: uno studio di sviluppo completamente indipendente, ad esempio.

Nel momento in cui una realtà del genere decide di investire nelle varie fiere videoludiche per mostrare al mondo i frutti del proprio lavoro, essa va inevitabilmente incontro a uno sforzo economico non da poco. Un palcoscenico del genere può infatti risultare, spesso e volentieri, molto costoso soprattutto per uno studio che si trova a dover razionare con parsimonia le risorse per raggiungere determinati obiettivi. È dunque chiaro a questo punto come, al netto di tutto, possa essere infinitamente più conveniente eliminare buona parte del dispendio in questa direzione al fine di reindirizzare le risorse verso altri impieghi.

Gli sponsor vedrebbero probabilmente ridotto il loro raggio d’azione, ma in maniera decisamente contenuta: il formato totalmente online dell’evento porterebbe infatti un traffico sui canali dedicati ancora maggiore, e i risultati in questo senso potrebbero persino eguagliare quelli di una situazione “normale”. Numeri alla mano il discorso potrebbe anche stare in piedi, ma deve necessariamente tenere conto di una variabile fondamentale: il responso del pubblico.

Fiere videoludiche: perché rimangono fondamentali

L’ipotesi perpetrata non significherebbe comunque mandare a morire tutti gli eventi di questo genere: le fiere videoludiche continuerebbero comunque a esistere, ma magari potrebbero essere ripensate sotto un’ottica maggiormente dedicata al pubblico. Potrebbero dunque divenire contesti di portata ridotta ma più incentrati su elementi come aggregazione e community, investendo in maniera più ampia per regalare al tutto una dimensione locale e dunque più adatta a formati di vario genere.

Eventi come l’E3 e la Gamescom sono infatti divenuti con gli anni delle vere e proprie ricorrenze, superando la loro dimensione di “semplici” fiere videoludiche per trasformarsi in appuntamenti per alcuni davvero imperdibili. Un discorso a noi più vicino, anche in termini geografici, può essere svolto con la Milan Games Week o con Lucca Comics & Games: saremmo disposti a rinunciarvi in favore di un formato totalmente improntato sul digitale?

Probabilmente no, anche e soprattutto per ciò che queste celebrazioni sono ormai divenute per il pubblico degli amanti del videogioco e del suo universo. Il fattore comunità è insomma imprescindibile, e dunque in risposta alla domanda che dà il titolo a questo approfondimento ci sentiamo di dire che sì: le fiere videoludiche sono e restano essenziali nonostante tutto.

Ovviamente la situazione corrente richiede attenzione sotto diversi punti di vista, e perciò è bene essere consapevoli di come un completo ritorno alla normalità richiederà ancora tempo: non sarebbe prudente (ri)buttarsi a capofitto nell’organizzare ricorrenze del genere, ragion per cui al momento optare per la strada già percorsa da E3 e Gamescom è la scelta più adatta. Con la certezza che, una volta finito tutto, potremo tornare a divertirci e a esprimere tutto il nostro amore per il fantastico mondo dei videogiochi.

Il mondo dei videogiochi comunque non si ferma e anzi, continua a sfornare capolavori: avete già prenotato la vostra copia di Cyberpunk 2077?
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