Ultros, un viaggio psichedelico e alienante | Recensione
La nostra recensione di Ultros, titolo metroidvania sviluppato da Hadoque e disponibile per PC, PS4 e PS5: un viaggio psichedelico e ben riuscito.
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a cura di Giulia Serena
Editor
Una nave aliena che fluttua nello spazio, al cui interno vi è un'entità demoniaca incredibilmente potente che, a quanto pare, dovrete liberare come unico modo per riuscire a scappare. No, non sto raccontando la trama di un nuovo film di fantascienza, bensì l'incipit di Ultros, titolo sviluppato da Hadoque e disponibile per PC, PS4 e PS5, nonché — mi azzardo a dire — una delle sorprese positive di questo 2024.
Nonostante il genere metroidvania si sia notevolmente espanso negli ultimi anni e sia, dunque, più complicato dare vita a opere che si distinguano dalla massa e, soprattutto, convincano i giocatori, Hadoque ci è riuscita in pieno. Ultros, infatti, incuriosisce grazie al suo stile artistico incredibilmente vivace e psichedelico e poi conquista con un gameplay che unisce in modo sapiente il genere metroidvania e pseudo-roguelite, oltre che un sistema di progressione originale e combattimenti dinamici.
Un mondo alieno e alienatico
Come vi ho accennato, all'inizio del vostro viaggio vi sveglierete in una enorme e intricata nave aliena dopo aver apparentemente schiantato la vostra stessa imbarcazione ultraterrena... peccato che non vi trovate in una nave, bensì nel Sarcofago, un enorme utero cosmico che contiene un antico e potente essere demoniaco conosciuto come Ultros. La vostra unica speranza di fuggire da quel luogo infido è, a quanto pare, strappare la connessione di otto esseri racchiusi in altrettanti sarcofagi per liberare il demone.
Dovrete, dunque, intraprendere il vostro viaggio alla scoperta della nave, esplorando zone diverse tra loro, facendo la conoscenza di altre specie aliene, ognuna delle quali sta vivendo la propria utopia di vita idilliaca, e ricominciando il loop a ogni sarcofago distrutto. È qui che entra in gioco la meccanica pseudo-roguelite di Ultros; "pseudo" perché non funziona come vi potreste aspettare: quando morirete non ricomincerete da capo, bensì tornerete all'ultimo punto di salvataggio. I nuovi cicli inizieranno, infatti, solamente a ogni connessione tranciata tra uno degli otto esseri e il demone, facendovi perdere tutti gli oggetti nell'inventario, la maggior parte dei miglioramenti sbloccati e persino armi ed equipaggiamento.
A ogni ciclo vi troverete completamente spogli e nello stesso punto di inizio, ma sarà il mondo a cambiare, offrendovi ogni volta strade più brevi per recuperare la vostra fidata spada e il trasmettitore, uno strumento essenziale che vi consente inizialmente di eseguire un doppio salto, e poi di accedere ad aree inizialmente bloccate grazie a varie funzionalità.
Come in ogni metroidvania che si rispetti, anche in Ultros l'esplorazione è fondamentale, giacché vi permetterà di scoprire un ecosistema dove le piante sono vitali per la sopravvivenza, ma non solo. Il sistema di progressione delle abilità si basa, infatti, proprio sul cibo, che raccoglierete sia uccidendo i tanti nemici sparsi per la mappa che piantando in punti dedicati vari tipi di semi. Inoltre, Gardner, uno degli alieni amichevoli che incontrate, vi spiegherà come utilizzarle addirittura per raggiungere aree altrimenti inaccessibili; purtroppo quest'ultima meccanica non viene spiegata bene e, anche dopo averla compresa, risulta complesso capire quale seme faccia cosa, rendendo difficile sfruttarli nelle occasioni giuste.
I combattimenti mai noiosi
I combattimenti in stile hack-and-slash, invece, sono soddisfacenti dall'inizio alla fine: mentre nelle prime fasi di gioco potrete utilizzare solamente un attacco base a due colpi e una classica schivata, col progredire dell'avventura sbloccherete vari tipi di combo, diventando più abili con la vostra spada. Inoltre, un aspetto di interessante di Ultros è che incita i giocatori a variare gli attacchi e non fossilizzarsi su una sola combo (cosa che capita spesso nei metroidvania), dando ricompense migliori se i nemici vengono uccisi con attacchi variegati.
Anche la varietà di nemici è buona, giacché con il progredire dell'esplorazione delle differenti zone di cui è composta la nave ci troviamo a fronteggiare nuove tipologie di avversari, ovviamente tutti dall'aspetto alieno. Nonostante ciò, il livello di difficoltà del gioco non è mai troppo elevato o sbilanciato: anche i boss, dopo aver imparato il loro pattern d'attacco, diventano fattibili senza dover lanciare il controller dalla frustrazione.
Un viaggio psichedelico
Infine, ho riservato il meglio per ultimo, ovvero la magnifica ambientazione di Ultros. L'artista principale dell'opera, Niklas Åkerblad (conosciuto come El Huervo) è riuscito a dar vita a un ambiente perfettamente coerente, seppur estremamente intricato e psichedelico. Ogni scenario, infatti, è diverso da quello precedente e da quello successivo, ma nonostante l'esplosione di colori in cui sarete immersi non avrete difficoltà a riconoscere gli oggetti.
Alcuni elementi del Sarcofago sono chiaramente ispirati allo Cthulhu di H.P. Lovecraft, ma non si può dire che l'opera non sia decisamente originale. Durante i cicli vi ritroverete probabilmente a pensare di essere sotto l'effetto di qualche sostanza, ma sotto a quei colori sgargianti si nasconde un mondo vivo e ricco di segreti: Ultros va ben oltre la sua storia principale, offrendo, a chi vuole esplorare, obiettivi extra come la connessione di tutti i biomi tramite un "network vivente", un tessuto di coscienza biologico che può essere esteso a tutte le piante e strutture compatibili.
Ciò porta non solo a desiderare di esplorare ogni angolo dell'intricata ed enorme mappa, ma anche ad apprezzarne il design, che gli sviluppatori hanno pensato nei minimi dettagli per non lasciare nulla al caso. Insomma, per ogni sforzo in più sarete ricompensati non con miglioramenti del personaggio o armi più forti, bensì con la soddisfazione di star unendo i puntini di un mondo vivo e, letteralmente, vegeto.
Oltre la componente visiva è da lodare anche quella sonora, dato che il compositore Oscar Rydelius è viaggiato dalla Svezia — sede del team di sviluppo — fino a Perù per registrare strumenti musicali indigeni e suoni ambientali della foresta Amazzonica, elaborando poi il tutto per rendere la colonna sonora un mix tra familiare e aliena.
Voto Recensione di Ultros
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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Stile artistico unico e ispirato
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Perfetto mix tra metroidvania e roguelite
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Progressione nel gameplay soddisfacente
Contro
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Alcune meccaniche non sono spiegate benissimo