Un gruppo di giocatori californiani ha intentato una causa legale contro Ubisoft per aver reso ingiocabile The Crew, un videogioco di corse del 2014, dopo lo spegnimento dei server dedicati. La denuncia, presentata il 4 novembre in un tribunale federale da Matthew Cassell e Alan Liu, accusa l'azienda di aver ingannato i consumatori vendendo un prodotto che in realtà era solo una "licenza limitata".
The Crew, lanciato nel 2014 come gioco di corse open-world sempre online per PS4 e Xbox One, ha avuto un discreto successo generando due sequel. Tuttavia, nel dicembre 2023 Ubisoft ha rimosso il gioco dagli store digitali e ad aprile 2024 ha completamente disattivato i server, rendendo impossibile giocare anche con copie fisiche acquistate legalmente.
La causa mira a diventare una class action, permettendo ad altri giocatori di The Crew di unirsi. I querelanti chiedono sia un risarcimento monetario che danni per chi è stato colpito dalla chiusura dei server.
La denuncia paragona la situazione all'acquisto di un flipper che viene successivamente privato di tutti i componenti essenziali dal produttore, rendendo impossibile giocarci. Questo evidenzia il problema crescente dei giochi online che diventano inaccessibili dopo la chiusura dei server, nonostante siano stati regolarmente acquistati dai consumatori.
La decisione di Ubisoft ha scatenato polemiche online e alimentato un movimento dedicato a contrastare la pratica delle aziende di rendere ingiocabili i giochi online dopo l'acquisto. Anche in Europa un gruppo sta raccogliendo firme per spingere i legislatori dell'UE ad affrontare direttamente la questione.
Negli Stati Uniti, una nuova legge in California mira a obbligare editori e negozi online a dichiarare chiaramente che, anche quando si clicca su "Acquista", si sta in realtà comprando solo una licenza e che le aziende potrebbero potenzialmente bloccare l'accesso al gioco in futuro.
In risposta alle critiche, Ubisoft ha annunciato a settembre l'intenzione di implementare modalità offline per The Crew 2 e Motorfest, permettendo ai giocatori di continuare a usare i giochi anche dopo la chiusura dei server. Nonostante ciò, secondo i querelanti, questa promessa non risolve il problema per il gioco originale The Crew.
Insomma, la causa legale solleva ancora una volta questioni sulla natura della proprietà digitale e sui diritti dei consumatori nell'era dei giochi sempre connessi. L'esito di questa azione legale potrebbe avere implicazioni significative per l'intera industria dei videogiochi e per il modo in cui i prodotti digitali vengono venduti e gestiti in futuro.