Ubisoft chiude in Italia, ma lo studio di sviluppo di Milano continuerà a operare

Ubisoft Italia chiude i battenti: ecco cosa succede e perché lo studio di sviluppo con base a Milano non è coinvolto.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Dopo la filiale del Benelux, ora Ubisoft dice addio anche all'Italia. No, tranquilli: lo studio di sviluppo di Milano, che ci ha regalato i due giochi di Mario + Rabbids, continuerà a operare. La società che ha chiuso i battenti era infatti quella commerciale, che già negli anni passati aveva subito diversi ridimensionamenti.

A stendere un quadro ben preciso della situazione ci ha pensato Wired, in un lungo articolo pubblicato nella giornata odierna. Ubisoft Italia aveva già subito un pesante ridimensionamento a livello di organico, rimanendo con appena 14 dipendenti. Dal primo marzo 2023 la società è in liquidazione e tutti quanti i dipendenti sono stati licenziati. Per quanto possa essere doloroso, rientra in una serie di manovre che il publisher e sviluppatore franco canadese sta attuando in un grave periodo di crisi. E non è la sola.

Ci sono diversi motivi per cui Ubisoft ha preso questa decisione, anche se al momento si parla solamente di una riorganizzazione strategica delle filiali di business che operano in Europa. La stessa società afferma di non avere nessun tipo di dettagli da divulgare, come riporta una nota pubblicata proprio su Wired. Alcune ipotesi potrebbero però essere ricondotte al mercato fisico, in netto declino, con le filiali europee che probabilmente organizzano la distribuzione degli stessi. Con un calo così netto delle copie retail, è molto probabile che i publisher e le aziende intervengano dove ci sono più perdite, proprio come accaduto nella giornata odierna.

La chiusura di Ubisoft seguirà probabilmente quella di molte altre divisioni, anche se è ancora presto per parlarne. Il 2023 continua comunque a registrare un trend negativo per i dipendenti del mondo tech, che si ritrovano a fare i conti con licenziamenti improvvisi ed enormi tagli al personale. I motivi? Una recessione che sta colpendo diversi paesi del mondo e un'inflazione galloppante, che sta mettendo a serio rischio l'intero quadro economico mondiale.

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