Ubisoft, più di 700 dipendenti in sciopero: non vogliono tornare dallo smartworking

Dipendenti Ubisoft hanno indetto uno sciopero di 3 giorni contro il ritorno in ufficio. Tensioni per l'abbandono del lavoro da remoto richiesto dall'azienda.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Oltre 700 dipendenti Ubisoft hanno scioperato per tre giorni a Montpellier e Parigi contro la decisione dell'azienda di imporre il ritorno in ufficio, abbandonando lo smartworking adottato durante la pandemia. La protesta, organizzata dal sindacato STJV, mira a convincere il publisher a rivedere questa scelta.

La richiesta di Ubisoft di lavorare in presenza per almeno tre giorni a settimana ha scatenato una forte opposizione tra i dipendenti, che negli ultimi anni hanno organizzato le proprie vite intorno al lavoro da remoto. Secondo l'azienda, il ritorno in ufficio dovrebbe stimolare la creatività e il lavoro di squadra, ma per molti lavoratori rappresenta un problema significativo.

Il sindacato STJV afferma che Ubisoft ha annunciato i cambiamenti senza una "giustificazione tangibile" né consultazione con i dipendenti. In un comunicato, l'organizzazione ha dichiarato: "Dopo oltre cinque anni di lavoro effettuato in maniera efficiente nell'attuale contesto in remoto, molti dei nostri colleghi hanno costruito o ricostruito le loro vite e non possono tornare alle precedenti condizioni di lavoro".

Si tratta di un altro tumulto interno a Ubisoft

Questa protesta si aggiunge alle recenti difficoltà affrontate da Ubisoft, tra cui risultati finanziari sotto le aspettative e voci su una possibile acquisizione da parte della famiglia Guillemot o di Tencent. La situazione evidenzia la crescente tensione tra le aziende che desiderano un ritorno alla normalità pre-pandemia e i dipendenti che hanno abbracciato nuovi modelli di lavoro flessibile.

Impatto sul settore dei videogiochi

La vicenda Ubisoft potrebbe avere ripercussioni più ampie nel settore dei videogiochi, dove il lavoro da remoto ha dimostrato di essere efficace durante la pandemia. Altri publisher e sviluppatori potrebbero trovarsi di fronte a simili sfide nel bilanciare le esigenze aziendali con le preferenze dei dipendenti per modalità di lavoro più flessibili.

Bisognerà capire come Ubisoft risponderà a questa protesta e se sarà disposta a rivedere la propria politica sul ritorno in ufficio. La decisione dell'azienda potrebbe influenzare non solo il proprio futuro, ma anche le pratiche lavorative nell'intera industria dei videogiochi.

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