Trials Of Mana | Recensione: il ritorno di un classico
Trials Of Mana prosegue l'opera di restauro, messa in piedi da Square Enix, per trasporre alle nuove generazioni una delle sue serie di maggior successo.
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a cura di Andrea Maiellano
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In sintesi
Trials Of Mana prosegue l'opera di restauro, messa in piedi da Square Enix, per trasporre alle nuove generazioni una delle sue serie di maggior successo.
Seppur siamo consapevoli che molti di voi in questi giorni si staranno dedicando completamente a Final Fantasy VII Remake, un altro, importante, remake di un JRPG di Square Enix, questa volta della classe 1995, farà capolino su PlayStation 4 e Nintendo Switch nei prossimi giorni. Trials Of Mana, altro non è che il terzo capitolo della celebre serie Mana di Square, un titolo che per circa venticinque anni è rimasto confinato, almeno ufficialmente, in terra giapponese, almeno fino alla prima localizzazione avvenuta ufficialmente tramite la Collection Of Mana uscita, recentemente, su Nintendo Switch. A differenza dei precedenti remake effettuati da Square Enix, però, Trials Of Mana si è mostrato, fin dalla sua prima presentazione, come un titolo maggiormente curato e a cui è stato riservato uno sviluppo molto più curato in tutte le sue parti. Le ore spese assieme al nuovo remake, ve lo anticipiamo già, non ci hanno fatto cambiare le ottime impressioni che la demo ci diede nelle scorse settimane, presentandoci una produzione solida che, pur con qualche sbavatura e compromesso, si è rivelata solida e convincente.
Sei eroi in cerca d’autore
Per chi non conoscesse assolutamente nulla del titolo originale del 1995, Trials Of Mana presenta una struttura narrativa che si può paragonare al più recente Octopath Traveler. Nelle primissime fasi di gioco, infatti, potrete scegliere uno fra i sei personaggi disponibili, ognuno dei quali avrà un suo prologo, e ovviamente un epilogo, unici e differenti dagli altri protagonisti della storia. Ognuno degli eroi presenti in Trials Of Mana avrà una sua caratterizzazione ben precisa, che si rifarà alla tipologia di classe con la quale preferirete giocare, e comincerà il suo viaggio da una città differente. Una volta deciso con quale personaggio cominciare il vostro viaggio potrete decidere, sempre dallo stesso bacino di personaggi, i vostri due compagni d’arme che, molto canonicamente, andrete a incontrare, nelle prime ore di gioco, per comporre il vostro party. Questa peculiare scelta comporterà, come vi abbiamo anticipato poc’anzi, che l’inizio e la fine della vostra avventura cambieranno in base al personaggio che sceglierete mentre la parte centrale della trama rimarrà invariata con qualsiasi eroe deciderete di affrontare il lungo viaggio che Trials Of Mana avrà da offrirvi.
Il titolo originale del 1995 non offriva una trama particolarmente stratificata, o ricca di momenti memorabili, giocando molto sulla difensiva, sciorinando tutti gli stilemi tipici del genere. Il vero punto di forza di un canovaccio basato su vendette, antichi artefatti, intrighi e l’immancabile concetto del viaggio che forma un eroe, verteva proprio sulla possibilità di vivere l’intera avventura da diverse prospettive, scoprendo come le storyline dei vari personaggi venissero intrecciate da un destino comune che, volente o dolente, accomunava le storie dei protagonisti messi alla prova da nemici comuni. Trials Of Mana prende il concept originario e lo inspessisce in tutti quegli aspetti squisitamente umani, andando a sviluppare delle relazioni fra i personaggi che riescono a far soprassedere su una trama principale che, seppur rimaneggiata in molteplici punti, ancora oggi non eccelle in termini puramente narrativi, mantenendo una parte centrale che viene salvata, ancora una volta, dall’ottima caratterizzazione dei sei protagonisti e dei loro tre antagonisti. Abbiamo particolarmente apprezzato, infine, la totale libertà offerta al giocatore nel voler decidere se percorrere o meno le parti di storia individuali dei vari membri che andranno a comporre il party, una soluzione semplice e funzionale che permette al giocatore di vivere, e rivivere, la storia offerta da Trials Of Mana nella maniera a lui più congeniale.
Ne ferisce più la spada che il combattimento a turni
Laddove la serie di Dragon Quest ha da sempre incarnato la volontà di Square di mantenere vivo il tradizionale “combattimento a turni” attraverso un gameplay che, seppur con alcune variazioni, non si è mai discostato dalle sue origini, la serie Mana ha sempre rappresentato la virata maggiormente action dei JRPG, con produzioni caratterizzate da un gameplay maggiormente dinamico e che, nelle prime iterazioni del brand, strizzavano l’occhio al celebre The Legend Of Zelda di Nintendo. Trials Of Mana non si discosta da questa tradizione, offrendo un titolo che mischia sapientemente elementi action e componenti strategiche. Il combat system della nuova produzione di Square Enix si presenta dinamico e aperto a una stratificazione davvero interessante, che potrà essere saggiata in maniera completa solamente quando avrete a disposizione tutti i membri del party. Il vostro personaggio, durante i combattimenti, potrà spostarsi e attaccare liberamente senza limiti di sorta, alternando attacchi, di lieve e media potenza, alle canoniche schivate atte a eludere le offensive dei vostri avversari, che verranno indicate sul campo di battaglia da delle aree rosse dal quale dovrete uscire rapidamente se non vorrete subire gli attacchi dei vostri nemici. Inanellando gli attacchi più potenti, che necessiteranno di essere caricati, oltre a effettuare un’ingente quantità di danni, otterrete dei cristalli che, a loro volta, serviranno a caricare una barra atta a far scagliare al vostro personaggio il suo attacco speciale, che oltre a generare una mole di danni notevole, sarà accompagnato da un altissimo tasso scenografico.
In aggiunta alle varie manovre offensive e difensive, i nostri eroi potranno saltare per colpire i nemici in volo, e fare affidamento sulle varie abilità che apprenderanno durante il corso della loro avventura e che possono essere selezionate rapidamente attraverso i bumper presenti sul controller. Si tratta, per lo più, di incantesimi, o di tecniche particolari, che potranno essere insegnate ai vari personaggi spendendo i vari punti ottenuti a ogni aumento di livello. Il tutto si risolve in un gameplay dinamico e praticamente privo di tempi morti, dove la prontezza di azione richiede al giocatore di studiarsi il “loadout” dei vari personaggi prima di ogni battaglia poichè l’assenza di transizioni prima degli scontri, e la naturalezza con cui si passa da una fase esplorativa a un combattimento, restituiscono un’esperienza generale che, solo apparentemente, vi riporterà alla mente i migliori esponenti del genere action in tre dimensioni. L’opera di restauro realizzata da Square con Trials Of Mana si rivela quindi degna di plauso per la sua capacità di non snaturare il materiale originale, riuscendo nel difficile compito di migliorarne ogni suo aspetto rendendolo attuale e con una sua identità ben precisa.
Esplorazione e strategia
Entrando nel merito della personalizzazione del Party, Trials Of Mana offre, come da copione, una serie di sezioni ben definite dedicate all’equipaggiamento, e rispettive abilità di classe, al potenziamento delle varie caratteristiche innate dei personaggi (fortuna, potenza, stamina e così via) e una sezione dedicata alla strategia che un determinato personaggio attuerà nel momento in cui verrà controllato dalla CPU e non direttamente dal giocatore. La macro-sezione dedicata alla strategia, infatti, permetterà di definire su quali nemici si concentrerà maggiormente il membro del party (potendo scegliere fra quelli più vicini, o più lontani, dalla sua posizione, quelli più deboli o lo stesso che starà attaccando il giocatore), se opterà per una tattica difensiva, offensiva, votata alla protezione o maggiormente bilanciata e una sezione finale dedicata ad “affinare” la strategia generale, potendo scegliere quali tipologie di attacco, e quanti oggetti di cura, andrà a preferire durante le battaglie. Il tutto si risolve in un sistema che, nella sua immediatezza e semplicità d’utilizzo, riesce a rivelarsi davvero profondo e stratificato, specialmente nelle fasi avanzate dell’avventura. Ci sono, però, alcune sbavature sul versante del bilanciamento con alcuni eroi che si riveleranno decisamente più forti di altri e alcune sinergie che, come da tradizione JRPG, letteralmente “romperanno” gli equilibri di gioco in alcune fasi, abbassando drasticamente la difficoltà ma restituendo una sadica soddisfazione nell’essere riusciti a trovare delle combinazioni al limite dell’imbattibile.
Per quanto concerne le meccaniche esplorative di Trials Of Mana, ci troviamo di fronte, anche in questo caso, a una buona alchimia fra l’esplorazione tipica dei titoli in tre dimensioni e i classici canoni del filone JRPG. Il personaggio potrà, difatti, muoversi liberamente nei vari ambienti di gioco, parlando con i vari abitanti e interagendo con casse, o contenitori distruttibili, presenti nelle varie aree. Gli stessi comandi utilizzati per le sessioni di combattimento potranno essere utilizzati liberamente nelle fasi di esplorazione per poter raggiungere, semplicemente saltando, alcune aree altrimenti inaccessibili. Pur notando una generale “scarsità” di animazioni e di possibili interazioni con l’ambiente circostante, le fasi esplorative di Trials Of Mana, attraverso i numerosi dialoghi e le più disparate attività opzionali che abbiamo potuto testare durante la prova, restituiscono pienamente le sensazioni da GDR vecchia scuola, ricchi di segreti e cose da scoprire, pur abbracciando delle meccaniche di gioco maggiormente in linea con le produzioni odierne.
Un piccolo appunto, però, ci è sorto in merito alla struttura delle mappe “aperte” presente i Trials Of Mana che, nella maggior parte dei casi, invece di mostrarsi come un “overworld” di ampio respiro, ci sono sembrate molto più simili a delle vaste aree a “esplorazione guidata”, dove, per quanto potessimo girovagare alla ricerca di oggetti nascosti e di sentieri meno in vista, l’entrata e l’uscita, atta a separare le altre aree, definivano una sorta di “vasto corridoio” dove l’esplorazione libera veniva comunque dettata da una linearità di fondo poco stimolante. Molto interessante, invece, il sistema utilizzato per gli scontri casuali, realizzato in maniera tale da definire un’area circolare, simile a un’arena invisibile, dal quale il vostro personaggio non potrà uscire fino a che non porterà a termine la battaglia. Mantenersi, però, per un dato periodo di tempo attaccato ai confini dell’arena potrà permettere ai vostri personaggi di fuggire dallo scontro. Un sistema indubbiamente semplice ma che si è rivelato funzionale, dinamico e in grado di mantenere sempre fluida l’azione di gioco.
I compromessi di Trials Of Mana
Volendo analizzare, infine, il comparto tecnico di Trials Of Mana possiamo sostenere che, quanto potuto saggiare durante la nostra prova ci ha lasciato sensazioni discordanti. Indubbiamente il Cel Shading utilizzato per i modelli poligonali si è dimostrato di ottima fattura, offrendo modelli poligonali ben dettagliati e con un sufficiente numero di animazioni, seppur vittime di una sorta di legnosità di fondo che pare vittima di alcuni compromessi derivati dall’aver sviluppato Trials Of Mana per piattaforme dalle schede tecniche molto differenti fra loro. Differentemente dai modelli dei personaggi principali, e dei vari nemici, i vari abitanti dei villaggi, o semplicemente i numerosi NPC con cui interagirete durante l’avventura, si presentano con delle animazioni davvero basiche e “figlie di una generazione passata”, alla stessa stregua gli ambienti di gioco, per quanto colorati, evocativi e ricchi di dettagli, peccano eccessivamente in termini di interazione, limitandosi a presentare dei canonici oggetti luminosi con il quale il giocatore può interagire, confinando i restanti elementi presenti a un mero fondale che rimarrà impassibile qualsiasi cosa accada.
Abbiamo potuto notare, in molteplici occasioni, una sporcizia di fondo che si manifestava attraverso texture ballerine, qualche pop-up eccessivo e una qualità, generalmente, altalenante per quanto riguarda la qualità generale del comparto grafico. Il frame-rate, infine, si è presentato generalmente solido, scendendo sotto ai 60 fps solo in rari momenti e non presentando mai cali vertiginosi o che potessero essere notati in maniera evidente. Per quanto nessuna di queste sbavature tecniche si riveli impattante in termini di giocabilità, e godibilità del titolo, dispiace vedere che dalla precedente demo, la produzione no sia stata maggiormente rifinita nella sua versione finale. Decisamente azzeccata, ed evocativa, la scelta di rendere disponibili sia l’audio rimasterizzato che quello originale così come la possibilità di scegliere fra l’audio giapponese o quello inglese. Meno apprezzabile la mancanza di una localizzazione in Italiano, specialmente a fronte del numeroso elenco di idiomi nel quale è stato tradotto Trials Of Mana.
La versione per Nintendo Switch
La versione per Nintendo Switch di Trials Of Mana offre poche differenze rispetto alla versione per PlayStation 4 e tutte inerenti al comparto tecnico del gioco. Sulla console ibrida, la nuova produzione di Square Enix, si presenta con un frame-rate ancorato a 30 fps e una resa grafica generale che, pur mantenendo inalterati i modelli poligonali dei vari personaggi presenti nel gioco, mostra delle ambientazioni meno definite e con meno dettagli. Indubbiamente dei piccoli compromessi che possono essere notati solamente nel momento in cui si possa fare una comparativa diretta fra le due versioni del gioco e che spariscono di fronte alla possibilità di giocare Trials Of Mana in totale mobilità, in una versione solida, fluida e che riporta alla mente l'ottimo lavoro svolto con Dragon Quest XI per Nintendo Switch.
Voto Recensione di Trials Of Mana - PlayStation 4
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Gameplay immediato e divertente.
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- Ottima caratterizzazione dei personaggi
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- Elementi ruolistici ben stratificati.
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- Longevo e rigiocabile.
Contro
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- Alcune sbavature tecniche evidenti.
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- Sporadici compromessi grafici.
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- Parte centrale della trama lievemente ripetitiva e poco intrigante.
Commento
Trials Of Mana è il remake della riscossa per la celebre saga di Square. Cercando di far dimenticare gli scarsi risultati proposti dal precedente Secret Of Mana, questa nuova produzione si è rivelata solida, convincente e in grado di restare fedele al materiale originale del 1995, rimaneggiandolo per risultare attuale e appetibile anche a chi non abbia mai sentito parlare dell’opera originale. Non si tratta, ovviamente, di un titolo privo di difetti ma i compromessi tecnici derivati dallo sviluppo multipiattaforma e le fragilità di alcuni aspetti narrativi dell’originale vengono ampiamente controbilanciati da un gameplay divertente, immediato e ben stratificato, nonché da una caratterizzazione dei personaggi che, nella sua semplicità, risulta accattivante e ben confezionata. Trials Of Mana, quindi, è un titolo che ci sentiamo di consigliare caldamente a tutti gli amanti del genere seppur consci che l’ostacolo più grosso che la nuova produzione di Square Enix dovrà sormontare è l’uscita davvero troppo ravvicinata a quella di Final Fantasy VII Remake.