Trials Of Mana | Abbiamo provato la versione PS4, ecco cosa ne pensiamo

Trials Of Mana ripropone, in chiave moderna, il celebre terzo capitolo della famosa saga di Square Enix, uscito venticinque anni fa.

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a cura di Andrea Maiellano

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Dopo l’appena sufficiente remake di Secret Of Mana, uscito nel 2018, Square Enix prosegue la sua opera di riadattamento della celebre serie Mana proponendo un remake del terzo capitolo della saga (il secondo per console domestiche) in arrivo ad Aprile su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC. Trials Of Mana, però, a differenza del precedente remake, si mostra come una produzione maggiormente convincente, pensata per snellire e migliorare le meccaniche di gioco del titolo originale del 1995, preservandone la storia profonda e la meravigliosa caratterizzazione dei personaggi che resero celeberrimo il gioco venticinque anni fa. Dopo una breve sessione di prova assieme alla nuova produzione di Square Enix, possiamo sicuramente dire che il risultato è decisamente migliore del predecessore e che la strada intrapresa con Trials Of Mana potrebbe riservare delle piacevoli sorprese una volta che la versione definitiva sarà finalmente disponibile.

Dopo aver scelto quale sia il vostro personaggio principale, e i suoi due compagni d’arme fra i cinque personaggi disponibili, la nostra prova di Trials Of Mana si è aperta con un breve tutorial sui fondamentali del sistema di combattimento. Con delle meccaniche di gioco che abbracciano i mondi dell’action e del gdr più canonico, il combat system della nuova produzione di Square Enix si presenta dinamico e aperto a una stratificazione davvero interessante, che potrà essere saggiata in maniera completa solo in fase di recensione. Il vostro personaggio, durante i combattimenti, potrà spostarsi e attaccare liberamente senza limiti di sorta, alternando attacchi, di lieve e media potenza, alle canoniche schivate atte a eludere le offensive dei vostri avversari.

A queste movenze basilari si aggiungono gli attacchi caricati e le varie abilità, e tecniche speciali di ciascun personaggio, che possono essere selezionate rapidamente attraverso i bumper presenti sul controller. Le prime impressioni in merito al combat system di Trials Of Mana sono senza dubbio positive, specialmente in virtù delle numerose specializzazioni che abbiamo potuto scrutare all’interno del menù dedicato alla personalizzazione dei vari personaggi e che mostrano un ventaglio di abilità, e di tecniche di varia natura, che non dovrebbero lasciare insoddisfatti gli amanti del genere.

Entrando proprio nel merito della personalizzazione del Party, Trials Of Mana offre, come da copione, una serie di sezioni ben definite dedicate all’equipaggiamento, e rispettive abilità di classe, al potenziamento delle varie caratteristiche innate dei personaggi (fortuna, potenza, stamina e così via) e una sezione dedicata alla strategia che un determinato personaggio attuerà nel momento in cui verrà controllato dalla CPU e non direttamente dal giocatore. La macro-sezione dedicata alla strategia, difatti, permetterà di definire su quali nemici si concentrerà maggiormente il membro del party (potendo scegliere fra quelli più vicini, o più lontani, dalla sua posizione, quelli più deboli o lo stesso che starà attaccando il giocatore), se opterà per una tattica maggiormente difensiva, offensiva, votata alla protezione o bilanciata e una sezione finale dedicata ad “affinare” la strategia generale, potendo scegliere quali tipologie di attacco, e quanti oggetti di cura, andrà a preferire durante le battaglie. Indubbiamente un sistema che, nella sua immediatezza e semplicità d’utilizzo, potrebbe rivelarsi davvero profondo e stratificato, specialmente nelle fasi avanzate dell’avventura.

Una volta terminate le preliminari fasi introduttive, Trials Of Mana inizia a presentare le sue meccaniche esplorative, mostrando una formula che richiama maggiormente il filone dei GDR. Il personaggio potrà, difatti, muoversi liberamente nei vari ambienti di gioco, parlando con i vari abitanti, o viandanti, presenti nelle varie aree e utilizzando gli stessi comandi presenti nelle fasi di combattimento, per poter accedere, saltando o rompendo con la propria arma i vari contenitori dislocati nelle zone, ad aree inaccessibili altrimenti. Pur notando una generale “scarsità” di animazioni e di possibili interazioni con l’ambiente circostante, le fasi esplorative di Trials Of Mana, attraverso i numerosi dialoghi e varie attività opzionali che abbiamo potuto testare durante la prova, restituiscono degnamente le sensazioni da GDR vecchia scuola, pur abbracciando delle meccaniche di gioco maggiormente in linea con le produzioni odierne.

Un preliminare dubbio, però, ci è sorto in merito alla struttura delle mappe “aperte” nelle quali abbiamo potuto girovagare durante la nostra prova. Invece di mostrarsi come un “overworld” di ampio respiro, infatti, ci sono sembrate molto più simili a delle vaste aree a “esplorazione guidata”, dove per quanto potessimo girovagare alla ricerca di oggetti nascosti e di sentieri meno in vista, l’entrata e l’uscita, atta a separare le altre aree, definivano una sorta di “corridoio di ampio respiro” dove l’esplorazione libera veniva comunque dettata da una linearità di fondo poco stimolante. Interessante, invece, il sistema utilizzato per gli scontri casuali, realizzato in maniera tale da definire un’area circolare, simile a un’arena invisibile, dal quale il vostro personaggio non potrà uscire fino a che non porterà a termine la battaglia, mantenersi per un dato periodo di tempo attaccato ai confini dell’arena, però, permetterà la fuga dallo scontro. Un sistema indubbiamente semplice ma che si è rivelato funzionale e in grado di non interrompere costantemente l’azione di gioco.

Volendo addentrarci, infine, in un’analisi preliminare del comparto tecnico di Trials Of Mana possiamo sostenere che quanto potuto saggiare durante la nostra prova ci ha lasciato sensazioni discordanti. Indubbiamente il Cel Shading utilizzato per i modelli poligonali si è dimostrato di ottima fattura ma abbiamo potuto notare, in molteplici occasioni, una sporcizia di fondo che si manifestava attraverso texture ballerine, qualche pop-up eccessivo e una qualità generalmente altalenante per quanto riguarda personaggi e ambientazioni. I modelli dei personaggi, per quanto ricchi di dettagli ben confezionati, si presentano attualmente con delle animazioni davvero basiche e “figlie di una generazione passata”, alla stessa stregua gli ambienti di gioco, per quanto colorati, evocativi e ricchi di dettagli, peccano eccessivamente in termini di interazione con essi, limitandosi a presentare dei canonici oggetti luminosi con il quale il giocatore può interagire, confinando i restanti elementi presenti a mero fondale.

Siamo consci che molte di queste sbavature tecniche non siano impattanti in termini di giocabilità, e che sono anche dovute dalla volontà di Square Enix di portare Trials Of Mana su piattaforme di potenza differente, ma una generale pulizia nella versione finale sarebbe davvero gradita. Decisamente azzeccata, ed evocativa, la scelta di rendere disponibili sia l’audio rimasterizzato che quello originale così come la possibilità di scegliere fra l’audio giapponese o quello inglese. Meno apprezzabile la mancanza di una localizzazione in Italiano, specialmente a fronte del numeroso elenco di idiomi nel quale è stato tradotto Trials Of Mana.

Se non volete farvi scappare il remake di Trials Of Mana, vi consigliamo di prenotare la vostra copia qui.
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