Total War: Three Kingdoms Recensione, un'unica Cina
Creative Assembly abbandona il mondo fantasy di Warhammer per portarci nella storica Cina del 200 con Total War: Three Kingdoms.
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a cura di Matteo Lusso
In sintesi
Creative Assembly abbandona il mondo fantasy di Warhammer per portarci nella storica Cina del 200 con Total War: Three Kingdoms.
Creative Assembly, dopo l'apprezzata parentesi fantasy con Warhammer, riporta l'amata serie di strategici alla classica ambientazione storica con Total War: Three Kingdoms. Questa volta è infatti il momento di unificare la Cina del 200 sotto un'unica bandiera e governare il più grande impero d'Oriente.
La campagna principale, nonché fulcro dell'intero Total War: Three Kingdoms, ci mette quindi nei panni di uno dei 12 Signori della Guerra - 15 se si considera il DLC dei Turbanti Gialli, gratuito acquistando il gioco entro la prima settimana dalla pubblicazione - pronti a tutto pur di raggiungere la vetta gerarchica e incoronarsi Imperatore. I giocatori di vecchia data troveranno quindi Total War: Three Kingdoms assolutamente familiare, con il solito mondo di gioco suddiviso in svariati territori da occupare o saccheggiare, eserciti da comandare, città da gestire, alleanze da forgiare e guerre da combattere. Tuttavia, all'avvio della partita ci è richiesto di scegliere fra Romanzo e Cronaca. Per la prima volta è infatti possibile decidere se giocare in modo più arcade oppure più realistico.
La differenza sostanziale sta nel modo in cui i generali dei nostri eserciti sono trattati: nella prima diventano delle vere e proprie leggende viventi in grado di affrontare da soli intere formazioni di soldati, con abilità speciali che li rendono temporaneamente più forti o migliorano il morale dei propri alleati, e perfino di sfidare a duello i comandanti avversari senza alcuna interferenza. Invece, se si sceglie la seconda, si ha un'esperienza ancorata alla realtà e ogni personaggio può facilmente essere ucciso in battaglia. I puristi saranno inoltre contenti di sapere che la modalità Cronaca porta anche a un gameplay più ponderato, che pone maggiore enfasi sulla fatica e l'energia di ogni unità. Lasciare però che sia il giocatore a preferire un tipo di gioco a un altro è stata un'ottima mossa, che siamo sicuri accontenterà praticamente tutti.
In linea di massima, le meccaniche che hanno portato al successo Total War sono rimaste pressoché invariate. Total War: Three Kingdoms può infatti essere diviso in due grandi momenti: la gestione a turni del proprio regno attraverso la mappa strategica e le imponenti battaglie tattiche in tempo reale. Queste ultime permettono a due o più eserciti di combattersi in aree limitate, che si avvicinano il più possibile al punto del mondo di gioco dove avviene lo scontro. Il caricamento purtroppo è decisamente lungo se non si ha disposizione un SSD e, anche se il tempo di attesa è comunque minore che in passato, è sempre più rapido affidarsi alla risoluzione automatica e istantanea se si ha la sicurezza della vittoria.
Se però preferite sfidare l'intelligenza artificiale per cercare di ribaltare le sorti, Total War: Three Kingdoms mantiene inalterata la tanto apprezzata logica che rende ogni tipologia di guerrieri forte contro certe unità e debole contro altre. Principalmente abbiamo quattro categorie di soldati: la fanteria, gli arcieri, la cavalleria e le armi d'assedio. Dopo aver disposto le unità sul campo basta avviare la battaglia e comandarle sul momento. I cavalieri, ad esempio, sono utili per sfondare le linee nemiche e far disperdere gli arcieri nemici, ma allo stesso tempo possono essere rapidamente decimati dalle frecce e dai lancieri avversari.
Per fortuna l'interfaccia è molto chiara e cliccando su ogni unità possiamo conoscere forze e debolezze, morale, stato d'animo e quante perdite stanno subendo. Se non siamo dei bravi comandanti e muoiono troppi guerrieri, i sopravvissuti fuggono ma, se ci sono abbastanza uomini, si riorganizzano e possono essere ancora utilizzati in combattimento. L'IA, anche alle difficoltà più basse, si è dimostrata abbastanza tosta ma nulla di insormontabile: fa buon uso del proprio vantaggio e sfrutta intelligentemente la morfologia del terreno, come acquitrini e foreste. Purtroppo abbiamo riscontrato qualche bug, tra cui uno che ha reso fin troppo facile la nostra vittoria. È infatti capitato che i soldati nemici non riuscissero a superare un gruppo di alberi restando quindi bloccati in una radura.
I problemi sono stati comunque davvero pochissimi e, escluso un crash all'avvio di Total War: Three Kingdoms, la versione da noi provata è molto stabile e incredibilmente ottimizzata. Il gioco ha infatti requisiti minimi e consigliati decisamente abbordabili ed è possibile ottenere un buon framerate senza dover ridurre o disattivare troppe opzioni grafiche. Ciò che invece pesa maggiormente durante i combattimenti è la dimensione dell'unità, ovvero il numero di soldati che raggruppa. Se si seleziona "Estrema" si hanno fino a 240 guerrieri per la fanteria e 60 per la cavalleria. È un numero davvero alto se si considera che ogni esercito può avere tre generali e ognuno può reclutare fino a 6 unità - senza contare i rinforzi nel caso siano presenti altri personaggi nelle vicinanze.
Come in passato, abbiamo anche la possibilità di combattere in notturna e preparare un'imboscata al nemico. Se abbiamo successo in questa operazione, l'esercito avversario si trova incolonnato mentre le nostre truppe lo accerchiano. La novità più importante sta nel punto di estrazione: se siamo in inferiorità numerica o non riusciamo a fermare l'avanzata avversaria, ora è possibile raggiungere un punto sul bordo della mappa e consentire la fuga dei generali e delle unità, sacrificando magari solo parte dell'esercito anziché tutto.
In ogni caso, le battaglie in tempo reale, per quanto impegnative ma soddisfacenti, sono solo una parte di Three Kingdoms, che porta con sé tante altre innovazioni e miglioramenti e lo rendono senza dubbio uno dei migliori Total War. La modalità Campagna è infatti molto versatile e si è dimostrata il fiore all'occhiello dell'intera produzione grazie alla migliorata diplomazia e al comportamento più credibile di ogni personaggio. Total War: Three Kingdoms ha a disposizione anche una modalità multigiocatore che consente di partecipare a una sessione online con amici o sconosciuti; sfortunatamente, data l'assenza di altre persone connesse non siamo riusciti ad avviare nessuna partita.
In ogni caso, durante la nostra prima prova abbiamo impersonato il carismatico leader Cao Cao. Poiché la narrazione è un elemento molto importante per Total War, gli sviluppatori hanno cercato di mantenersi il più veritieri possibile, ispirandosi al "Romanzo dei Tre Regni" del XIV° secolo e alle "Cronache" del II°. La serie di missioni che affrontiamo e che ci indicano gli obiettivi da raggiungere, come la conquista di un territorio o la totale sconfitta di una fazione, sono quindi plasmate in modo da guidarci nella nostra espansione seguendo gli eventi storici. Naturalmente la partita resta nelle mani del giocatore, che è libero di rapportarsi come vuole con l'intricato dedalo di alleati e nemici. Nel nostro caso, Cao Cao ha a disposizione dei particolari punti, la Credibilità, che può spendere per tramare nell'ombra grazie ad abilità diplomatiche che gli consentono di raggirare gli altri leader spingendoli perfino alla guerra fra loro.
Gli altri capi fazione puntano invece su stili di gioco maggiormente improntati sulle conquiste militari, sul commercio o sul saccheggio. Abbiamo quindi un'ampia varietà che si traduce in più campagne che, pur ponendosi il condiviso obiettivo principale di piegare la Cina al nostro volere, offrono una grande longevità. Sono infatti necessarie dalle 10 alle 20 ore per riuscire a raggiungere l'obiettivo finale partendo da domini e premesse differenti.
Il grosso del lavoro svolto da Creative Assembly è proprio legato alla Campagna. Le innovazioni sono palpabili e veramente ben inserite all'interno delle dinamiche di Total War: Three Kingdoms, a partire dalla rinnovata diplomazia. Si può dichiarare guerra, commerciare, formare alleanze, far sposare i membri della nostra famiglia con quelli di altre fazioni e formare coalizioni. Queste ultime sono dei patti di amicizia molto flessibili che ci consentono di seguire la nostra politica estera senza essere per forza trascinati in guerre che non vogliamo combattere, mantenendo però un rapporto privilegiato con gli altri membri. Inoltre, molte decisioni della coalizione sono soggette a una votazione per poter essere approvate. Altrimenti, se siamo in una posizione di forza, è possibile rendere vassalli le altre fazioni, ottenendo il 20% dei loro introiti e avere anche il parziale controllo delle loro forze armate. Purtroppo, se li si lascia troppa autonomia, potrebbero chiederci di entrare in conflitto contro nemici con cui abbiamo però un buon rapporto e trattati attivi. A volte siamo stati costretti tra il combattere avversari più forti o perdere il vassallo, ma in entrambi i casi abbiamo perso onorabilità per aver rotto un accordo, rendendo più complessa la successiva diplomazia per colpa di questa penalità.
In questo groviglio di accordi e vecchi attriti non è quindi facile gestire ogni accordo e infatti tutte le nostre decisioni possono portare a un miglioramento o a un peggioramento nei rapporti con un'altra potenza - per certi versi, la diplomazia ci ricorda molto quella di Civilization. Per fortuna, l'interfaccia è chiarissima. Questo è in assoluto ciò che abbiamo apprezzato di più di Total War: Three Kingdoms. Ogni informazione è a portata di mano, facilmente distinguibile e ogni volta che c'è un problema o una possibilità di miglioramento un'icona ce lo segnala. Tra l'altro l'economia generale è abbastanza facile da gestire: le tasse portano introiti e i campi producono cibo per sfamare la popolazione. Se si gestiscono con un pizzico di attenzione questi due aspetti, non si hanno problemi a prosperare.
Naturalmente il controllo dell'impero nasconde una maggiore profondità, legata alla suddivisione dei territori in città e villaggi che formano le singole province. Le comanderie sono il centro nevralgico dove vive la maggior parte della popolazione, nonché il luogo da cui si ricavano gli introiti maggiori grazie alla tassazione, mentre le zone di periferia consentono la costruzione di particolari edifici per la produzione agricola, per la crescita della popolazione, per un più veloce arruolamento e reintegro dei soldati o per aumentare i guadagni ottenuti dal commercio. Questo sistema è poi amplificato da un'albero tecnologico molto vasto che consente di applicare una nuova riforma ogni cinque turni. In questo modo si sbloccano nuovi edifici e unità, oppure si possono diminuire le spese di gestione e sviluppare l'economia.
Alcune limitazioni, come il numero di eserciti massimi e dei membri del nostro governo, sono invece legati al grado raggiunto dal nostro capo fazione. Come già accennato, in Total War: Three Kingdoms l'obiettivo ultimo è quello di diventare imperatore, conquistare i regni nemici e occupare la maggior parte dei territori della Cina, quindi è necessario seguire le missioni proposte ed espandersi sia militarmente che diplomaticamente per salire di grado. Le cariche politiche sono molto importanti per ottenere degli utili bonus: a partire dall'amministratore di una città fino al primo ministro, dobbiamo assegnare questi ruoli il prima possibile facendo però attenzione alle relazioni fra i personaggi.
Per la prima volta, ogni nostro sottoposto ha una relazione positiva o negativa con qualsiasi altra persona alleata o nemica che incontra. Se ad esempio mettiamo più generali in disaccordo fra loro nello stesso esercito, perdiamo certi potenziamenti e miglioramenti e, allo stesso modo, se nel nostro gabinetto ci sono delle tensioni, il compito che svolgono perde di efficacia. Anzi, se un personaggio non è soddisfatto di tutti questi parametri, è possibile che diserti la nostra fazione. Ciò può avvenire anche per le spie, che hanno un ruolo fondamentale se riescono a infiltrarsi perfino come generali nelle armate nemiche, ma potrebbero anche decidere di unirsi al gruppo avversario.
Per quanto riguarda invece il lato puramente tecnico, Total War: Three Kingdoms funziona davvero bene. Con la nostra configurazione di prova, che si pone fra i requisiti minimi e consigliati, abbiamo potuto giocare in Full HD con le opzioni grafiche su "Alto" - abbiamo rinunciato all'antialiasing e alla massima dimensione delle unità - con un framerate solido e stabile intorno ai 50 FPS. La campagna offre degli scenari davvero dettagliati con un buon livello di definizione, arricchito da un'interfaccia con colori e disegni dallo stile asiatico del periodo. Le battaglie in tempo reale invece offrono un ambiente tridimensionale particolareggiato con una buona qualità di texture e modelli 3D. I soldati sono infatti piuttosto dettagliati al massimo livello di zoom e le animazioni ottime: la cavalleria travolge i guerrieri, mentre le frecce infuocate volano nel cielo e i trabucchi lanciano massi verso le mura nemiche. C'è qualche discrepanza e in generale i movimenti dei singoli non combaciano perfettamente durante lo scontro ma si tratta veramente di un dettaglio di poco conto. Peccato inoltre che il sangue sia totalmente assente, riducendo in parte l'impatto visivo del campo di battaglia.
In conclusione, abbiamo davvero apprezzato Total War: Three Kingdoms dove ogni meccanica coesiste con le altre in semplicità. Pur essendo uno strategico molto profondo e complesso, non lo è in maniera esagerata proprio perché un videogioco non deve essere materia di studio, ma divertire. Il titolo offre comunque tante sfaccettature e, pur risultando altamente conosciuto per i giocatori di vecchia data, introduce diverse novità e miglioramenti degni di nota. C'è qualche piccolo difetto, ma segna pur sempre un notevole passo avanti avanti per la saga: Three Kingdoms è il miglior Total War di sempre.
Total War: Three Kingdoms è un'acquisto imprescindibile per tutti gli amanti degli strategici di Creative Assembly ma anche per coloro che sono nuovi a questo genere di videogiochi, quindi che aspettate ad acquistare la vostra copia su Humble Store?
Voto Recensione di Total War: Three Kingdoms
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
-
- Il classico gameplay di Total War tirato a lucido.
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- Tanti contenuti.
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- Relazioni e soddisfazione dei personaggi.
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- Interfaccia chiara e facilmente comprensibile.
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- Ben ottimizzato.
Contro
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- Caricamenti lunghi senza SSD
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- Qualche sporadico bug
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- Niente sangue.
Commento
Total War: Three Kingdoms farà contenti gli appassionati vecchi e nuovi grazie a una soluzione semplice ma efficace: due modalità, una più realistica e l'altra più fantasiosa, da scegliere a totale discrezione del giocatore. Il gioco è inoltre totalmente localizzato in italiano ed è accessibile e quindi giocabile per chiunque. Sia che siate giocatori di lungo corso o vogliate provare per la prima volta gli strategici della serie Total War, Total War: Three Kingdoms vi convincerà subito grazie a una cura minuziosa dei dettagli, novità degne di nota e tutta l'esperienza di Creative Assembly.