Total War: Rome è stato (ed è ancora oggi) uno dei titoli più importanti nel panorama degli strategici/gestionali, nonché uno dei capitoli più iconici della serie creata e sviluppata da Creative Assembly. Non stupisce quindi la decisione di rilanciare il videogioco con un’edizione rimasterizzata (Total War: Rome Remastered), la quale si prefigge lo scopo di poter essere giocata sui PC di oggi (che soffrono di una certa mancanza di retrocompatibilità dell’originale), con textures e migliorie proprie dell’anno Domini 2021.
L’operazione si innesta all’interno dell’ampio discorso già sviscerato da Raffaele Giasi nel suo articolo sull’importanza delle remastered, rappresentando sia un’ovvia (e danarosa) operazione commerciale, che un ottimo pretesto per poter fornire alle nuove leve videoludiche un’opera fondamentale nella storia della saga, con i crismi del videogioco odierno. Personalmente, trovo questa remastered riuscita per buona parte, pur non mancando la presenza di qualche difetto sia di approccio che di sviluppo.
L'intramontabile Rome
Andando con ordine, ritengo pleonastico stare a discorrere sull’esperienza centrale di Total War: Rome. Si tratta di un gioco davvero troppo noto per doverne sviscerare da capo le peculiarità. Punto centrale dell’esperienza risulta essere il dualismo tra la gestione degli insediamenti (con annesse costruzioni di edifici civili e militari), della diplomazia tra le varie fazioni e le battaglie campali, marchio di fabbrica di Creative Assembly. Attraverso una rivisitazione storica più che fedele, almeno nell’ambito del videogioco, il fruitore è chiamato a regnare su alcune delle più importanti società del periodo repubblicano di Roma, con un focus molto interessante circa i rapporti tra le tre famiglie patrizie più potenti dell’epoca (anche qui, con un necessario lavoro di approssimazione) ed il Senato. Rimanendo sempre nell’ambito della Repubblica di Roma - pur essendo possibile giocare anche con altre civiltà - il titolo offre uno sguardo trasversale sul delicato equilibrio intercorrente tra il potere personale della Gens di riferimento ed il sistema politico senatoriale, che si struttura in termini di gameplay sia come interlocutore diplomatico che come “quest maker”.
La scelta di Feral Interactive (software house deputata a questo lavoro di restyling) è quella di offrire il gioco nella sua esperienza originale, adattando alcune delle features più sensibili all’invecchiamento. Se il gameplay nudo e crudo è rimasto ancora giovane in termini di divertimento e resa, appare evidente che altri fattori ad oggi rappresentino un grosso scoglio per un’ampia fetta di pubblico. Ed ecco quindi la presenza di textures rifinite e compatibili con i monitor 4K, pur mantenendo una risoluzione nativa UHD. A questo si aggiunge un’interfaccia utente ripulita e aggiornata per una fruizione migliore e responsiva. In questo caso ammetto che il lavoro risulta più pigro; con le finestre di dialogo che non compaiono in primo piano all’inizio del turno ma che vanno pescate nella miriade di informazioni a volte perfettamente ridondanti circa i cambi diplomatici tra fazioni esterne e simili. Ancora, l’interfaccia anche se migliorata, continua a soffrire di una forma inspiegabile di nanismo, complici icone minuscole ed una certa difficoltà a reperire in maniera veloce le informazioni sulle strutture e le unità. La fase di battaglia, al contrario, ha giovato di un aggiornamento più massiccio, riprendendo di fatto le migliorie dei titoli contemporanei, risultando immediatamente fruibile seppur non introducendo alcun tipo di rivoluzione in termini di esperienza di gioco.
Un lavoro pigro ma sufficiente
Total War: Rome Remastered vede la presenza, inoltre, del Mercante quale unità controllabile dal giocatore, al contrario della versione originale nel quale l’attività commerciale si svolgeva in maniera semiautomatica. Questa aggiunta è stata generalmente celebrata dalla critica, ma vede il sottoscritto molto meno entusiasta. Fermo restando che ovviamente si tratta di una feature utile, non capisco il senso di proporre una rimasterizzazione che cura in maniera sufficiente ma blanda le problematiche di user’s experience, per poi introdurre una dinamica completamente avulsa dal gioco originale, pur se gradevole. Ritengo fondamentale, nell’ambito di un lavoro di restauro e non di remake, proporre il titolo nella sua piena fedeltà al periodo di rilascio, integrandolo con quelle migliorie che non cambiano nulla in termini di gameplay, se non per quel che concerne la fruibilità del videogiocatore. Il Mercante al contrario, certo senza stravolgere, consiste in un cambiamento evidente anche in termini di game design, in presenza però di un lavoro di interfaccia che non si può definire propriamente eccelso.
Ad ogni modo, tralasciando queste personali rimostranze, l’operazione Total War: Rome Remastered è indubbiamente riuscita. Si tratta di un lavoro sufficiente ed importante nell’ottica di permettere all’utenza di ritornare o di scoprire una pietra miliare della strategia videoludica. L’impatto, soprattutto visivo, anche se nettamente migliorato, rimane indietro rispetto ai titoli più recenti e l’esperienza utente è accettabile ma non eccelsa. Il gioco in quanto tale, però, è invecchiato come un buon vino d’annata ed il consiglio è quello di buttarcisi a capofitto.
Total War Rome: Remastered è disponibile su Steam.