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Total War: Pharaoh | Recensione

Total War: Pharaoh è il nuovo convincente capitolo della serie strategica in tempo reale ambientata in Egitto durante la tarda Età del Bronzo.

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a cura di Martina Fargnoli

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Tra le più prolifiche serie di strategia c'è sicuramente Total War; una saga che nei suoi 20 anni è stata in grado di destreggiarsi abilmente nelle epoche storiche più affascinanti per gli amanti di strategia, fino a riuscire a concretizzare i sogni di chi non vedeva l’ora di buttarsi nelle battaglie campali ambientate “nel vecchio mondo” di Warhammer. Con Total War: Pharaoh, Creative Assembly vuole tornare alle esperienze più concrete delle saghe classiche, rimuovendo dal titolo gli eccessivi elementi magici e condensando l’evoluzione di un franchise all’interno di una serie di nuove caratteristiche.

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Sorvolando la mappa, divisa in province e regioni, ci si imbatte in grandi capitali protette da mura difficili da valicare, insediamenti minori e avamposti che rappresentano i nodi dell’estensione del dominio di una fazione sul territorio. La loro funzione strategica è di immenso valore: oltre a poter essere saccheggiati o rasi al suolo per indebolire gli avversari, una volta preso possesso di un territorio possono essere sfruttati per costruire strutture utili a plasmare il campo di gioco in base alle nostre esigenze. Nei luoghi di confine si possono ad esempio erigere forti, mentre nelle aree adibite alla produzione ha senso dare una spinta all’economia attraverso le stazioni commerciali.

Sono dotati inoltre di un’altra incredibile funzione che garantisce dei bonus al nostro esercito in transito sull’avamposto. Posizionarsi su un posto di passaggio, magari prima di raggiungere il bersaglio di uno scontro, fa guadagnare vantaggi unici come migliorata capacità di movimento per qualche turno. Ogni avamposto visitato, inoltre, ci rimborserà il 50% del movimento speso per raggiungerlo, estendendo il concetto di rete a un livello ancora più sorprendente e facilitando gli spostamenti anche nelle fasi più avanzate quando dovremo proteggerci dalle incursioni provenienti dal mare.

Total War: Pharaoh convince in queste fasi più di gestione e amministrazione dandoci diverse possibilità per governare secondo stili diversi. Il gioco tocca anche la religione, un aspetto fondamentale della cultura dei popoli con cui potremo giocare. Non solo espandendoci raccoglieremo ricchezze e controlleremo nuove città ma entriamo anche in contatto con nuovi culti che a nostra volta possiamo scegliere di adottare per ottenere dei bonus.

Gestire una provincia è un gioco di sottili equilibri tra gli obiettivi militari, economici e di influenza che si vogliono raggiungere e bisognerà sempre fare attenzione alla felicità del popolo e all’impiego della forza lavoro per mantenere la stabilità ed evitare ribellioni, o pagare un prezzo salato per condurre gli eserciti alla guerra.

Guidare l’attacco

Sul fronte delle battaglie siamo dinanzi a un Total War classico e questo potrebbe non essere particolarmente stimolante per chi apprezza maggiormente i Total War: Warhammer e il loro ritmo e uso delle abilità. In Pharaoh l’andamento degli scontri è più lento anche per riflettere un periodo storico dove i combattimenti erano per lo più corpo a corpo. Questi ultimi tendono a protrarsi nel tempo e qui entra in gioco anche il logoramento, inteso come il degradamento degli equipaggiamenti e il senso di fatica che colpisce le unità impegnate a lungo in uno scontro.

Oltre alla fanteria specializzata nel corpo a corpo non mancano le unità di tiro come i frombolieri e gli arcieri o i caratteristici carri da guerra, anche se le differenze tra i vari eserciti in gioco non sono così grandi da mutare la natura dei combattimenti. Le tattiche rimangono prettamente simili tra loro con le linee arretrate solitamente composte dai tiratori e le altre truppe mandate all’assalto o al fiancheggiamento. Interessante però la meccanica che ci permette di arruolare le unità native di una specifica regione per completare il nostro assetto tattico.

Quando siamo a tu per tu con gli avversari sono diversi gli ordini che possiamo impartire e gli assetti che possiamo adottare. Per disimpegnarci dalla morsa nemica è possibile sfruttare un diverso posizionamento che ci consente di indietreggiare mentre si è ancora di fronte al nemico. Possiamo anche decidere di mantenere la posizione o cercare di avanzare spingendo indietro le altre unità, quest’ultima particolarmente utile se cerchiamo di bloccare gli avversari nei punti di strozzatura.

Queste strategie possono combinarsi con l’uso sapiente del terreno per cercare di ottenere un punto di vantaggio o cercare di allontanare il nemico dalle alture. Come in altri capitoli, infatti, il terreno giocherà un ruolo chiave nel dare bonus o infliggere malus. Pharaoh però fa un passo avanti ulteriore introducendo il meteo dinamico che si inserisce perfettamente in scontri più lunghi per offrire varietà e fare in modo che non si combatta sempre allo stesso modo.

Gli effetti meteo ci sono sembrati comunque equilibrati e non hanno mai preso troppo il sopravvento rispetto alla battaglia combattuta direttamente con gli eserciti. Prima di scendere in campo si può anche decidere di ritardare lo schieramento nel caso il meteo attuale non ci sembri favorevole. Le previsioni danno un’indicazione di ciò a cui potremo andare incontro e non sempre gli dei ci sorrideranno.

Una partita può iniziare con un sole cocente che picchia sulle teste dei combattenti sfiancandoli o venire invasa da una temibile tempesta di sabbia che ammanta gli eserciti riducendo la visibilità e rallentando le truppe. Una forte pioggia potrebbe addirittura andare a creare aree fangose modificando quindi il terreno. Il campo però può essere modificato anche dall’intervento del giocatore con una pioggia di frecce infuocate che vanno a bruciare le zone boschive impendendo che il nemico le usi per nascondersi.

Purtroppo data la natura del territorio in cui Pharaoh è ambientato, molti scontri, soprattutto nelle fasi iniziali, tendono a risultare ripetitivi e non offrono particolari spunti tattici. Al momento la mappa include all’incirca l'Egitto, la Numidia, la Siria, il Libano, La Giudea e l’Anatolia centrale, risultando forse un po’ più contenuta rispetto ad altri titoli. Ci sono regioni dove le aree aride del deserto sono più marcate e gli scontri avvengono in lande desolate o foreste rade. Nel momento in cui magari ci si sposta in altre regioni, la geografia tende a cambiare ma ciò potrebbe anche non accadere velocemente nella vostra partita. Può dipendere dall’esercito di partenza, dai vostri obiettivi e stile di gioco. 

Insediamenti fortificati

Un maggiore livello di varietà e coinvolgimento si ha quando si cerca di attaccare o difendere un insediamento fortificato. Prima di accedere alla schermaglia vera e propria, quando si è in attacco, sarà necessaria tutta una fase preparatoria in cui si assegna la costruzione di scale, arieti e torri di assedio necessarie per superare le mura o per sfondare le porte. Ci vorrà del tempo per costruirle quindi il nostro comandante posto fuori dalle mura, con la sua azione di logoramento, può spingere gli eserciti nemici ad uscire dall’insediamento per tentare di bloccare il nostro attacco sul nascere.

  

Nel momento in cui si passa alla conquista vera e propria si dispongono le unità come sempre e si dà inizio a un lento avvicinamento dei mezzi più pesanti mentre dalle mura le truppe di difesa tentano di sfoltire i nostri soldati che avanzano. Sono assalti più impegnativi e molto più scenografici perché combattuti proprio tra le vie e le costruzioni dell’insediamento che rappresentano degli ostacoli ma anche delle opportunità.

Non c’è un unico modo per risultare vincitori anche se il più classico rimane il falciare lo schieramento avversario fino a decimarlo o costringerlo alla fuga, ma sul campo di battaglia sono presenti anche dei punti denominati punti vittoria che se conquistati e presidiati ci daranno automaticamente la vittoria. Cercare di conquistarne il più possibile rimane comunque un’opportunità per indebolire l’avversario o rovesciare l’esito di uno scontro combattuto e teso.

La storia nelle nostre mani

Se quindi i combattimenti potrebbero risultare ripetitivi a causa dei terreni di gioco e degli schieramenti molto simili tra loro per caratteristiche, lo stesso non si può dire per il modo in cui potremmo portare ogni differente leader di fazione alla conquista del ruolo di Faraone o di Grande Re degli Hatti.

Oltre a una serie di caratteristiche intrinseche che ogni leader porta con sé e che definiscono le sue competenze uniche, il gioco si apre gradualmente nelle fasi di gioco più avanzate per permetterci di indirizzare la campagna verso obiettivi ancora più personalizzati. La nostra scalata al trono si completa con nuove meccaniche dettate dalle tradizioni reali per rendere le partite più avvincenti.

Ogni sei turni è tempo di Shemsu Hor, l’apice della stagione del raccolto, che segna anche il momento in cui la corte reale si riunisce. Questa nuova meccanica particolarmente intrigante sblocca la possibilità di fare complotti per screditare i nostri bersagli, intrighi per destituire una carica e prenderne il suo posto, o richiedere favori agli altri membri della corte per ottenere dei vantaggi in gioco. Macchinazione dopo macchinazione, se avremmo giocato bene le nostre carte, saremo un passo più vicini al nostro obiettivo. Le lame dell’avversario sono però sempre in agguato, siamo pur sempre nel pieno di una guerra civile!

Per completare l’opera e imporci come i sovrani supremi dovremo infatti ottenere un numero di legittimità tale da farci vedere agli occhi di tutti come i migliori candidati per rivestire questo importantissimo ruolo. Nel corso di una campagna potremmo seguire tantissimi obiettivi diversi per conquistare l’autorità necessaria, ma ci sarà un momento in cui ci verrà chiesto di scegliere un antico retaggio e seguirne le orme. È una scelta significativa perché non potrà essere cambiata in un secondo momento.

Da amanti della storia l’abbiamo trovata una feature meravigliosa che ci ha stupiti anche per le diverse meccaniche a cui avremo accesso in base al percorso scelto. Giocando secondo la tradizione reale d’Egitto potremo lasciarci ispirare dalle gesta di Akhenaton, Hatshepsut, Cheope e Thutmose III. Per la nostra prima run con Ramses III abbiamo deciso di seguire un percorso più aggressivo di conquista dei territori come Thutmose III.

Grazie al suo antico retaggio, potremo scegliere un insediamento dalla mappa e iniziarne a pianificare la conquista schierando turno per turno delle attività di sabotaggio o delle attività di supporto che garantiscono rinforzi. Ad esempio, potremmo fare un dono a un combattente locale rifornendolo di truppe o applicare delle tattiche intimidatorie per veder crollare il morale nella regione e la felicità nelle province. Queste attività aggiungono un ulteriore livello di profondità e ci fanno sentire più partecipi nelle fasi di pianificazione di una grande conquista come se fossimo dei veri leader. 

Raggiunta l’autorità necessaria si apre la fase più avanzata del nostro percorso, quella che ci vede a capo della corte egizia. Come faraoni possiamo far occupare i posti vaganti ai nostri fidati generali, ma l’aspetto più incredibile è legato alle corone e ai poteri che possiamo acquisire. Non preoccupatevi perché non saranno superpoteri o magie divine, quanto bonus che vanno a migliorare alcuni aspetti di gioco: dalla gestione delle strategie di corte all’accrescimento delle competenze dei propri generali. A loro volta possono essere migliorati acquisendo ancora più legittimità, innescando un loop che ci vede sempre alla ricerca di nuovi modi per accrescere il nostro potere. Se avremo governato con attenzione, avremo anche osservato tempi di stabilità più duraturi, ma qualora la nostra cultura fosse stata messa a repentaglio, il collasso della società potrebbe essere a un passo. Gli invasori provenienti dalle tribù erranti e dal mare prendono coraggio dalla situazione di crisi e intensificano le scorribande sulle nostre coste. Anche il cielo riflette questo stato di pericolo oscurandosi e avvolgendoci in quello che è un tetro presagio di fine. A ogni fine, però, segue un nuovo inizio e la campagna di Total War: Pharaoh offre un buon numero di fazioni da provare e di meccaniche uniche da poter sfruttare per variare le proprie strategie, ma non è tutto. Ogni partita è totalmente personalizzabile per adattarsi a qualunque livello di sfida abbiate in mente. Sia che siate neofiti o veterani della serie troverete sicuramente il modo per cucire l’esperienza alle vostre necessità. Volete più sfida? Attivate l’opzione Iron Man come in Hearts of Iron IV. Cercate più immersione? Attivate il ciclo giorno notte che segue l’ora del vostro sistema. Queste sono solo un infinitesimo delle possibilità di controllo che avrete a disposizione.

Voto Recensione di Total War: Pharaoh


8.5

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Fase gestionale e amministrativa dei propri possedimenti coinvolgente

  • Nuove meccaniche interessanti per rendere le fasi di gioco avanzate più dinamiche

  • Rigiocabilità della campagna data da diverse fazioni, percorsi e impostazioni personalizzate

Contro

  • La componente militare è un po’ più debole a causa delle differenze meno marcate tra gli eserciti

  • C’è il rischio di combattere in scenari spesso ripetitivi

  • Mappa al momento più contenuta che necessiterà di espandersi con futuri aggiornamenti

Commento

Total War: Pharaoh si rifà ai capitoli storici della saga andando in una direzione diversa da quanto proposto negli ultimi anni con la serie incentrata su Warhammer, ma lo fa facendo tesoro di tutta l’esperienza maturata e arricchendosi di nuove meccaniche che trovano massima espressione proprio in un periodo storico come l’età del bronzo. Gli scontri tendono ad avere poco mordente e c’è il rischio di incappare in una certa ripetitività di scenari, aspetto migliorabile espandendo la mappa tramite contenuti aggiuntivi, ma Creative Assembly Sofia ha ricreato con esemplarità, per merito delle sue meccaniche e dei sistemi di gioco, un mondo antico fatto di scambi, guerre, costruzioni imponenti, credenze religiose e combattimenti estenuanti per calarci completamente nel vivo di un periodo storico intrigante. Un’epoca che è arrivata a noi anche tramite le imprese di personaggi che hanno lasciato il segno e il cui retaggio rivive nelle nostre più piccole scelte. A chiunque apprezzi l'attenzione con cui lo studio da sempre ha trattato la storia, non resta che lasciarsi affascinare da questo nuovo capitolo.

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