Torchlight III | Recensione: non tutto è andato per il verso giusto
Ecco la nostra recensione di Torchlight III, un diablo-like nel quale non tutto è andato nel verso giusto. Ecco cosa ne pensiamo.
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a cura di Marco Locatelli
Nel 2009 un piccolo action RPG indipendente si fece inaspettatamente spazio tra i giganti del genere. Stiamo parlando del “piccolo” Torchlight, progetto indipendente che, in pochissimo tempo, ottenne l'apprezzamento di moltissimi fan dei dungeon crawler e fu eletto fra i più interessanti e significativi Diablo-like sul mercato. Con il secondo capitolo – uscito, guarda caso, proprio lo stesso anno di Diablo III (2012) – tutto ciò che di buono era stato fatto nel primo venne portato ad un livello superiore. Ma, si sa, confermarsi è molto più difficile che vincere. Soprattutto se già in partenza le cose si mettono male.
Lo sviluppo di Torchlight III è stato infatti uno di quelli un po' travagliati e dove è mancata una direzione chiara. E ciò ha inevitabilmente influito sul risultato finale. Torchlight III è un discreto gioco, un buon prodotto per gli amanti dei dungeon crawler, ma il mordente dei primi due capitoli è svanito.
Quello che non sei, non sei. Ma mi basterà?
Torchlight III è stato inizialmente pensato come uno spin-off free-to-play della saga (il nome era Torchlight Frontiers) con una forte componente multiplayer online à la Path of Exile. Poi però i piani in casa Echtra Games (team nato dalle ceneri di Runic Games grazie a Max Schaefer, tra gli autori dei primi due capitoli di Diablo e di Torchlight) sono evidentemente cambiati, e così i fan – un po' perplessi per l'arrivo di Frontiers - hanno potuto gioire. Più o meno.
Sì, perché – come già anticipato – Torchlight III è un sequel “timido”, un prodotto un po' deboluccio se paragonato a ciò che è stato in grado di compiere il suo predecessore. E aggiungeteci il fatto che, oggi, il mercato propone Diablo-like con forte personalità o profondità di gameplay (lo stesso Path of Exile, tanto per citarne uno) ma anche dungeon crawler esaltanti e freschi come come il brillante Hades.
Sin dai primi minuti di gioco, ci si rende conto della leggerezza del prodotto: design di livelli e personaggi ripetitivo e poco ispirato, i tre “mondi” non offrono mai elementi artisticamente validi e, in generale, non si respira la tipica atmosfera calda ed avvolgente che dovrebbe avere un titolo di questo. Nonostante ciò, Torchlight III ha il merito di avere mantenuto la sua identità di hack 'n' slash dall'impostazione classica e con il suo immutato stile fantasy-steam punk un po' ironico e caciarone (ma meno rispetto al passato) che tutto sommato funziona abbastanza bene. E, cosa più importante, diverte. Anche se – appunto – oggi meno rispetto a qualche anno fa.
L'arciere e il mago belli, ma hai visto il capotreno e il robot?
Ok, ok, forse sopra abbiamo parlato un po' malino del nuovo pargolo di Echtra Games, ma le note positive non mancano. E tra questi a colpirci positivamente sono – come da tradizione – le classi: oltre ai più tradizionali Mago del Crepuscolo e Tiratore Scelto (in pratica un mago e un ranger canonici) Torchlight III propone due nuovi personaggi decisamente ispirati: il Forgiato, una sorta di robot steampunk dall’aspetto cicciotto e un po' retrò che “trasforma” il gioco in un vero e proprio shooter isometrico e il Mastrorotaia, un tank che ha però la particolare abilità di creare delle rotaie dal nulla e su cui fa passare una devastante locomotiva.
Peccato che - nonostante la presenza di protagonisti interessanti - la narrativa di Torchlight III ricopre (come nei primi due capitoli) il ruolo di mero collante fra una mattanza e l'altra. La lore del gioco fatica ad essere apprezzata e appare decisamente abbozzata e arrabattata, declinata da qualche breve dialogo limitato alla specifica quest e ad una manciata di scene di intermezzo a schermate statiche senza infamia e senza lode. Insomma, vi dimenticherete ben presto perché state liberando i dungeon di Novastria.
Sembra semplice, ma non lo è
Il gameplay veloce e lineare farà ben presto sentire a casa i fan del genere (o della saga) e catturerà in pochissimi minuti anche chi è alla sua prima volta di fronte ad un Diablo-like. E l'aspetto un po' sempliciotto e minimal del gioco non deve ingannare: anche se non siamo di fronte ad una personalizzazione del personaggio cervellotica e “matematica” (come accade da altre parti), Torchlight III non è un titolo approssimativo, anzi.
Nello skill tree si trovano due rami di abilità per ogni classe a cui si aggiungono le Reliquie, cinque vere e proprie “sottoclassi” che vanno selezionate prima di cominciare l'avventura: si va dai più classici poteri elementali come “Cuorefreddo”, “Elettrodo” e “Distruttore fiammeggiante” alle più meschine abilità di “Tormento” e “Succhisangue” . E poi c'è il Legendarium, fino a tre abilità passive che il personaggio può sbloccare e apprendere dalle armi leggendarie (le più rare da trovare, ovviamente). Insomma, tra abilità di classe, Relique e Legendarium ce ne è davvero per tutti i gusti, unico limite la fantasia e l'abilità del giocatore nel sapere combinare con astuzia e intelligenza le varie skill.
Insomma, è chiaro che in Torchlight III – anche una volta superata la campagna principale (non particolarmente longeva) – si passeranno diverse ore a livellare e potenziare il personaggio, cercare equipaggiamenti rari e leggendari. Tutto come da copione, insomma. Inoltre l'end game offre al giocatore la possibilità di potenziare le armi (non sarà possibile alla prima run) e partecipare a delle singolari sfide che, ovviamente, regaleranno armi e bonus sempre più interessanti con il salire della difficoltà.
Mi casa es tu casa
Il tutto si svolge all'interno del Forte, un ambiente lontano dalla battaglia e dove il giocatore può migliorare la propria resistenza a veleno o fuoco e incrementare la percentuale di fortuna nel looting. Come? Donando armi e oggetti a degli appositi altari che il giocatore può costruire all'interno del suo Forte, che tra l'altro può anche essere personalizzato costruendo recinzioni, pavimentazioni, tende o altre opere architettoniche più complesse con legname, pietre o metallo che possono essere ricavati all'interno dei dungeon. La “casa” del giocatore può inoltre essere visitata da altri giocatori online, i quali possono decidere di interagire facendo qualche donazione per ricevere dei piccoli bonus.
La meccanica del Forte ci è parsa un po' forzata e poco coerente con il resto della produzione, una sorta di eredità del prodotto originario “Frontiers” che, in qualche modo, andava piegata - a tutti i costi - alle esigenze di Torchlight III. Tuttavia, con qualche piccola aggiunta, potrebbe rivelarsi un surplus più valido di quanto non lo sia ora.
Confermato il compagno animale, già visto nei vecchi capitoli, che accompagna l’eroe durante il suo peregrinare e può essere cambiato con altri pet liberati dalla prigionia in seguito ad alcune boss fight. Anche il peloso amico potrà imparare abilità (in modo però automatico) ed equipaggiare alcuni oggetti. Ovviamente non dimentichiamoci la possibilità di giocare in cooperativa con altri giocatori.
Voto Recensione di Torchlight III - PC
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Mastrorotaia e Forgiati sono due classi davvero originali
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- Veloce e immediato, adatto a tutti
Contro
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- Design povero e poco ispirato
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- Il Forte, così come è ora, serve a poco
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- Narrativa assolutamente dimenticabile
Commento
Giunti a questo punto, è chiaro che Torchlight III non può tenere il passo con produzioni più strutturate e non ha la stessa spinta del secondo capitolo, tuttavia il prodotto di Echtra Games (tra l'altro venduto a poco più di 30 euro su Steam) può essere un buon passatempo per chi è alla ricerca di un dungeon crawler “leggero” e senza troppe pretese, ma comunque capace di regalare qualche piccola soddisfazione.