Ormai è assodato: i videogiochi sono considerati il male assoluto. Il primo a ottenere questo "riconoscimento" mediatico è stato il buon vecchio Mortal Kombat. Lo storico picchiaduro ha coniato il termine fatality, una mossa finale che permette di uccidere il proprio nemico in modo particolarmente violento. Questa dose di brutalità ha contribuito alla creazione dell'ESRB (Entertainment Software Rating Board), l'organo che mette in guardia i genitori dei videogiocatori più giovani.
Altri titoli come Postal offrivano ore di divertimento politicamente scorretto, con insinuazioni razziste e sessiste. Il tutto condito da un'abbondante dose di violenza gratuita. Oggi invece gli sviluppatori sono più cauti e raramente osano infrangere tabù, anche se alcuni giochi come Mortal Kombat 9 e GTA IV continuano a rispettare il loro ideale e la loro tradizione audace.