Di solito nei videogiochi i punti vita del proprio alter ego virtuale si misurano con una barra di energia o una soluzione simile. In Doom invece la salute del marine senza nome protagonista del gioco si poteva osservare guardando il suo volto al centro dello schermo.
Espressioni di rabbia mentre si fa fuoco sui nemici, di sofferenza quando si va in giro per i livelli con poca energia, occhi luminosi quando si attiva la modalità "divina" (il god mode, cioè l'invulnerabilità), sangue e ferite man mano che l'energia cala sotto i colpi dei demoni... Un dettaglio che ha permesso di dare un volto al marine senza nome e di vivere con più immersione le sue avventure.