Le console portatili hanno goduto meno del fascino di Lara ma non significa che non abbiano saputo regalarci dei bei momenti. Come nel caso di questo titolo per Game Boy Color: nonostante i limiti tecnici ai quali un hardware poteva andare incontro nel 2001, Activision ed Eidos non si tirarono indietro e collaborarono per realizzare un sequel del gioco originale sempre su GBC.
Non aveva lo stesso numero di tombe del suo predecessore eppure a conti fatti Tomb Raider: Curse of the Sword era ancora uno dei titoli migliori pre-smartphone che potessimo giocare in movimento. Un notevole traguardo, se consideriamo quanto fosse ostacolato da avere il D-Pad e due soli tasti a disposizione.
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