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Tombi! Special Edition | La (NON) Recensione

Limited Run Games prosegue la sua operazione di preservazione dei titoli del passato rimportando Tombi! nelle mani dei giocatori di tutto il mondo.

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a cura di Andrea Maiellano

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La storia di Tombi! (o Tomba! se vogliamo usare il suo nome originale) è per certi versi molto triste. Uscito nel 1997 in Giappone e Nord America, e solo nel 1998 in Europa, il titolo fu l’opera prima di Whopee Camp, una software house che appena nata già finì sotto iriflettori della critica di settore, visto che al suo timone c’era Tokuro Fujiwara, lo storico game designer di Capcom che, in poco meno di quattordici, raggiungse il ruolo di general manager dopo aver supervisionato opere come Ghost ’n Goblins, Commando, Breath Of Fire e alcuni capitoli di Mega Man.

Tombi! Special Edition è un'operazione pensata per preservare il gioco originale, senza modificarlo.

Una figura dall’indubbia caratura che, come un fulmine a ciel sereno, decise un bel giorno di mollare Capcom per dedicarsi a progetti totalmente inediti, capaci di distaccarsi dallo spirito conservatore della Capcom di quegli anni e in grado di sperimentare nuove soluzioni di gameplay.

L’opera prima dello studio di Tokuro fu proprio Tombi!, un peculiare ibrido che mescolava al suo interno aspetti da platform, da action game, da metroidvania e da RPG all’acqua di rose.

Il tutto in un contesto 2.5D, dove la bidimensionalità dei movimenti del protagonista, veniva espansa attraverso un level design che sfruttava a dovere la profondità degli scenari, oltre che a una mappa del mondo di gioco totalmente interconnessa e che abbracciava, molto timidamente, il significato del termine open world.

Il risultato finale fu un successo di critica unanime, grazie proprio all’intelligenza con la quale il team di Tokuro mescolò tutti questi elementi, sparpagliandoli sapientemente nell’arco di 130 missioni, suddivise fra principali e secondarie, che a loro volta non imponevano al giocatore una progressione lineare. 

Un finale dolceamaro

Allora come mai la storia di Tombi! è triste? Semplice, perché i giocatori non considerarono a dovere l’opera prima di Whopee Camp, al punto che le vendite furono talmente basse da non garantirle l’accesso nella celebre linea “Platinum” di Sony.

Il successo con la critica, gli ottimi feedback di chi lo giocò all’uscita e i profitti ottenuti dalle, seppur scarse, vendite di Tombi!, permisero a Whopee Camp di realizzare un secondo capitolo che, per certi versi, fu anche migliore del primo, ma l’ennesimo flop commerciale, decretò la fine di Whopee Camp e la cancellazione di un terzo capitolo della serie.

Come mai, allora, Tombi! è così tanto amato dai giocatori, al punto da essere considerato un cult del genere, se quando uscì vendette così poco da portare alla chiusura della software house che lo creò?

Beh, molto banalmente, perché nel 1998 i giocatori non lo ignorarono per via di stupidi pregiudizi, ignoranza o per qualsivoglia presa di posizione ma semplicemente perché si trattò di uno degli anni più significativi per il settore videoludico, nel quale uscirono produzioni quali: The Legend Of Zelda: Ocarina Of Time, Metal Gear Solid, Resident Evil 2, Gex: Enter The Gecko, Fallout 2, Tomb Raider III, Banjo-Kazooie, MediEvil, Spyro The Dragon, StarCraft, Xenogears e moltissimi altri.

Su qualsiasi piattaforma si giocasse, la mole di titoli qualitativamente eccelsi era impressionante e se, malauguratamente, si aveva a disposizione più di una piattaforma di gioco, so doveva per forza di cose fare delle scelte.

Come dite? Tombi in Giappone e Nord America uscì nel 1997? Vero, così come è vero che nel 1997 uscirono titoli come: Final Fantasy VII, Castlevania: Symphony of the Night, GoldenEye 007, Star Fox 64, Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back, Quake II, Tomb Raider II, Tekken 3 Virtua Striker 2, Oddworld: Abe's Oddysee, Gran Turismo, Grand Theft Auto e parecchi altri.

Insomma, non era proprio il biennio migliore per affacciarsi sul mercato, soprattutto in un periodo nel quale poche produzioni bidimensionali riuscivano a fare breccia nel cuore di migliaia di giocatori che bramavano solamente di mettere le mani su nuove opere tridimensionali, capaci di spingere sempre più in alto l’asticella della grafica.

Una "silent hit"

Tombi!, quindi, semplicemente divenne quella che oggi chiameremmo “una silent hit”, ovvero un titolo che, grazie al passaparola e alle ottime recensioni, venne recuperato da sempre più giocatori negli anni successivi alla sua uscita, convincendo sempre più persone e trasformando il bizzarro cavernicolo dai capelli rosa, in una delle icone della generazione videoludica, forse, più importante della storia.

Anche io, con molta onestà, faccio parte di quei giocatori che lo comprarono troppo tardi. Affittai Tombi! l’estate successiva al suo rilascio, lo giocai, lo finii, lo adorai, ma semplicemente stavano uscendo troppe cose in quel periodo per poter comprare anche lui e finii per recuperarlo, anni dopo, quando la PlayStation 2 stava volgendo oramai verso il tramonto e tutti i giocatori stavano svendendo le loro collezioni per potersi permettere una costosissima PlayStation 3.

Non stupisce, quindi, che l’enorme fama postuma di Tombi! portò sempre più giocatori a volerlo recuperare e mentre il mercato dell’usato lo proponeva a prezzi sempre più alti, Sony decise di renderlo disponibile sul suo PlayStation Store in formato digitale, inserendolo nel catalogo PlayStation Classic.

Si trattava di una semplice trasposizione digitale della versione originale per PSX, ma fino a oggi fu l’unico modo per poter fruire di Tombi! senza dover aprire un mutuo.

Ecco spiegato come mai, quando Limited Run Games annunciò di aver ottenuto i diritti per ripubblicare Tombi! sia in formato fisico, che digitale, per PlayStation 4 e 5, Nintendo Switch e PC, fu un evento pari alla venuta del terzo capitolo di Half Life.

Un'operazione di preservazione

Ora, però, bisogna fare qualche precisazione, specialmente per chi non ha ancora comprato il titolo in preda all’hype. Limited Run Games, attraverso il suo Carbon Engine, non si occupa di creare remake, o remastered, ma si è impegnata a recuperare, e preservare, i titoli del passato andati perduti nel corso delle scorse decadi.

Difatti, questa nuova edizione dell’opera prima di Whopee Camp, si chiama Tombi! Special Edition, proprio per indicare che si tratta di una versione che aggiunge all'esperienza originale alcuni contenuti, non intaccando minimamente l'essenza originale dell'opera.

Perché precisare questo importante dettaglio? Per il semplice motivo che chiunque comprerà Tombi! si troverà di fronte a una versione 1:1 del titolo originale, con pochissimi miglioramenti pensati, molto banalmente, per renderlo fruibile sulle piattaforme moderne.

Quello che è stato fatto da Limited Run Games, si può riassumere nel: registrare nuovamente la colonna sonora, portare la risoluzione a 1080p, sbloccare il frame rate, infarcire questa edizione di numerosi extra e aggiungere alcune funzioni aggiuntive quali: il salvataggio manuale, il rewind, un filtro CTR e una manciata di cornici per rendere meno opprimente l’aspect ratio originale in 4:3.

In buona sostanza, Limited Run Games ha mantenuto pienamente le promesse, preservando un classico del passato, senza alterarne l’esperienza originale e rendendolo, nuovamente, disponibile per tutti i giocatori, vecchie e nuovi.

La vera domanda però è un’altra, si tratta di un’operazione convincente? Dipende dai punti di vista. Chi si aspettava un’operazione di miglioramento di un classico, atta sistemare l’orribile localizzazione in italiano, ridurre i caricamenti, migliorare la quality of life e, in linea di massima, apportare tutte quelle piccole migliorie che ci si aspetterebbe da un prodotto del genere, sicuramente rimarrà deluso e odierà l’operato di Limited Run Games.

Chi, invece, conosce la filosofia alla base dell’azienda e non aspettava altro che poter mettere le mani su una versione il più possibile analoga a quella originale, apprezzerà l’operazione svolta da Limited Run Games, che di fatto si allinea a quanto fatto con la raccolta antologica dei titoli dedicati a Jurassic Park e ci offre un’ottima anteprima di come verrà trattata la trilogia di Gex.

Ha senso dare un voto a un prodotto del genere? No! Volendo valutare il gioco in quanto tale, bisognerebbe incollare al fondo di quest’analisi la valutazione che ricevette nel 1998 (o nel 1997).

Se si volesse dare un giudizio, invece, all’operato svolto da Limited Run Games, tutto quello che è stato promesso inizialmente, è stato mantenuto. Il publisher è sempre stato molto chiaro sul fatto che il loro intento era quello di preservare un’esperienza analoga all’originale, limitandosi ad introdurre alcune funzionalità “extra gioco” che potessero renderlo più in linea con alcuni degli standard odierni. 

Il risultato finale è una versione di Tombi! che sembra uscita dal programma Virtual Console di Nintendo, infarcita di extra interessanti (non localizzati in Italiano) e dal prezzo abbastanza contenuto (almeno per quanto riguarda la versione digitale del gioco).

Dal canto mio, non posso dire che trovo questa operazione “pigra”, ma sicuramente avrei preferito, pagandolo ovviamente di più, un prodotto finale simile alla riedizione di Wonder Boy III: The Dragon’s Trap, ovvero un titolo che mi offrisse sia l’esperienza originale che una riveduta, corretta, migliorata e capace di avvicinare tutti quei giocatori “allergici ai pixel e al retrogaming”, visto che ancora oggi, Tombi! si rivela un’esperienza che ogni giocatore dovrebbe sperimentare almeno una volta nella vita, ma che in questa versione rischia di fare, nuovamente, fatica a entrare nel cuore dei giocatori di oggi.

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • È lo stesso Tombi! che abbiamo amato nel 1998…

  • I contenuti extra sono molto interessati…

  • Rewind e salvataggi manuali sono un toccasana

Contro

  • … con tutti i suoi difetti rimasti immutati.

  • … ma non sono disponibili in Italiano.

Commento

Dare un voto a Tombi! Special Edition non avrebbe il minimo senso. Il gioco è lo stesso del 1997 (o 1998 per noi europei), con tutti i suoi pregi e difetti, mentre l’operato svolto da Limited Run Games ha mantenuto pienamente le promesse fatte dall’azienda, limitandosi a preservare l’esperienza originale e infarcendola di contenuti extra (purtroppo non localizzati in Italiano) e di qualche funzione “extra-gioco” atta a migliorare la quality of life per i giocatori odierni. Sicuramente questa riedizione farà discutere nelle settimane a venire, più per il fatto che in pochi si sono documentati su cosa fosse davvero questa “operazione di preservazione” piuttosto che per i limiti evidenti di un gioco di, quasi, trent’anni fa, ma resta indubbio che Tombi! riesca ancora oggi a essere un’esperienza convincente, divertente e che andrebbe sperimentata almeno una volta. Fate attenzione solamente a non aspettarvi chissà quali migliorie tecniche, perché potreste rimanere pesantemente delusi. Se, invece, volevate solamente aggiungere alla vostra collezione, digitale o fisica che sia, un caposaldo della vostra infanzia, allora potete considerarvi soddisfatti. 

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Tombi! Special Edition

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