La primavera del 2020 di Nintendo Switch pare voglia ricalcare un canovaccio già visto nel secondo anno di vita della console ibrida dl colosso di Kyoto. Una grossa esclusiva in uscita, quell’Animal Crossing che in molti aspettano con ansia, e una rinnovata serie di porting da console precedente per ridare lustro a quelle produzioni che, pur essendo state apprezzate dalla critica, non hanno goduto delle giuste vendite a causa del massiccio flop di WiiU. Tokyo Mirage Session #FE è la prima di queste trasposizioni che tenta, con una versione estesa del titolo originale, di permettere all’attuale utenza di Nintendo Switch di fruire di uno dei migliori, e più peculiari, giochi di ruolo usciti per la generazione videoludica precedente.
Uscito originariamente su WiiU nell’estate del 2016, Tokyo Mirage Session #FE Encore, si presenta come un surreale crossover fra l’universo di Shin Megami Tensei e quello di Fire Emblem. Considerando le due nature differenti dei brand, Shin Megami maggiormente improntato verso il dungeon crawler e Fire Emblem che da sempre si pone come uno dei migliori strategici a turni sulla piazza, in molti pronosticarono un disastro o, meglio, un titolo pensato per sfruttare la carta del fan service sul suolo nipponico, vendendo più per l'affetto provato verso le due serie che per i meriti reali della produzione di Atlus e Nintendo. Il risultato finale, però, fu un JRPG dalle dinamiche narrative peculiari in grado di colmare il vuoto dato dall’assenza di un titolo della serie Persona sulla precedente ammiraglia di Nintendo.
Lasciando le analisi dettagliate di trama e gameplay alla nostra prossima recensione, possiamo anticiparvi, in caso non aveste mai sentito parlare di Tokyo Mirage Session #FE Encore, che l’incipit narrativo potrebbe risultare straniante ai giocatori che non sono appassionati della cultura pop giapponese. Il titolo, infatti, basa le sue fondamenta narrative sull’universo delle idol giapponesi, imbastendo una trama che vedrà la giovane Tsubasa districarsi fra il suo fermo obbiettivo di diventare una pop idol e una dimensione parallela chiamata Idolasphere, dove degli esseri soprannaturali, ribattezzati Mirage, si dilettano nell’assorbire l'energia creativa posseduta dagli esseri umani.
Accennata in maniera così superficiale, la trama di Tokyo Mirage Session #FE Encore, potrebbe sembrare tanto assurda quanto impregnata delle classiche estremizzazioni tipiche delle produzioni giapponesi ma, una volta scalfita la sua peculiare superficie, si rivelerà stratificata, interessante e ricca di personaggi ben caratterizzati, seppur non indimenticabili. A tutto questo si amalgama un gameplay che pesca a piene mani da quanto di meglio è stato offerto dal terzo e dal quarto capitolo della serie Persona, per proporre un JRPG di stampo classico e permeato da meccaniche di facile apprendimento ma difficili da padroneggiare al meglio. A guarnire questa particolare produzione, infine, troviamo una direzione artistica che sprigiona stile da ogni pixel e da ogni brano della splendida colonna sonora.
Nei nostri primi momenti assieme a questa nuova edizione di Tokyo Mirage Session #FE Encore, quindi, abbiamo ritrovato tutta la beltà che già ce ne fece innamorare al momento della sua uscita tre anni fa. Gli unici dubbi che questa riedizione ci ha lasciato, per il momento, sono tutti da ritrovare negli elementi che Nintendo, e soprattutto Atlus, non hanno migliorato prima di questo rinnovato esordio su Switch. Nel titolo, infatti, è ancora assente la localizzazione in italiano, così come in qualsivoglia idioma non presente nella sua versione originale. Per quanto possiamo essere d’accordo che non debba essere considerato come un difetto, è anche vero che la riedizione di un JRPG già di per sé di nicchia avrebbe attratto una fetta maggiore di pubblico, specialmente in Europa, se localizzato in un numero maggiore di lingue, soprattutto se questa nuova versione cerca di colmare, nuovamente, il vuoto che la saga di Persona, la cui rivisitazione del quinto capitolo uscirà localizzata in molteplici lingue il prossimo Marzo, ha momentaneamente lasciato su Nintendo Switch.
Alla mancanza di una localizzazione maggiormente espansa si aggiunge anche la necessità, da parte degli sviluppatori, di utilizzare la versione che all'epoca fu destinata al mercato occidentale e che quindi fu notevolmente censurata, in alcune parti e contenuti, per permettere al titolo di venir rilasciato lo stesso giorno in tutto il Mondo. Nuovamente non siamo di fronte a dei tagli che vadano a rendere meno fruibile la produzione, in quanto si limitano a vestire maggiormente i corpi delle varie idol presenti nel titolo, ma restiamo dell’idea che una riedizione, a detta degli sviluppatori migliorata ed espansa, di un titolo dovrebbe presentarsi come tale, offrendo l’opera nella miglior veste possibile per garantirne una seconda gioventù che, come nel caso di Tokyo Mirage Session #FE Encore, ne permetta la degna diffusione che in passato gli fu privata a causa di una piattaforma di rilascio decisamente poco fortunata.
A fronte delle lacune analizzate finora, però, ribadiamo che la produzione a quattro mani di Nintendo e Atlus mantiene il carisma e lo spessore che la contraddistinsero tre anni fa, risultando ancora oggi un gioco che consigliamo a chiunque ne ami il genere d’appartenenza. Ora non ci resta altro da fare che proseguire nella nostra recensione cercando di comprendere se le aggiunte presenti in Tokyo Mirage Session #FE Encore riescano a rinnovarne l’interesse verso chi ha già avuto modo di consumare il titolo nel 2016.
Se non avete mai avuto modo di giocare Tokyo Mirage Session #FE Encore, e amate i JRPG di stampo classico, vi consigliamo di non lasciarvelo sfuggire e prenotarlo qui.