Si è aperto giovedì 12 Settembre il Tokyo Game Show 2019, la più importante fiera videoludica in Asia e una delle più importanti, nonché storiche, nel panorama mondiale. Anche quest’anno si registrano numeri convincenti, se quello degli espositori è rimasto pressoché invariato dall’anno scorso (655 contro i 668 del 2018), sono aumentati gli stand a disposizione del pubblico, passando da 2338 dell’anno scorso ai 2417 attuali. Per quanto riguarda il mondo delle console vi è una generale regressione dei titoli presenti e le uniche due piattaforme che vedono un aumento rispetto al 2018 sono PS4 e PSVR.
Come tradizione, il Tokyo Game Show 2019 viene ospitato nelle strutture del Makuhari Messe, zona che dista circa un’ora di treno dalle più importanti stazioni di Tokyo. All’apertura vi sono due distinte entrate, quella per le aziende e quella dedicata alla stampa. Se la prima si trova nell’ala est della struttura, dove sono raggruppate tutte le aziende, l’entrata per la stampa si trova nella parte centrale, che ospita i più famosi produttori di videogiochi.
Sony ha strategicamente posizionato il proprio stand di fronte all’entrata per la stampa, per cui entrando si viene subito accolti dal blu elettrico che caratterizza le produzioni PS4, PSVR e PS Vita. La sezione dedicata alla prova dei giochi è molto ampia, difatti sono disponibili oltre una quindicina di titoli, anche se dopo un paio d’ore non è già più possibile prenotarsi per i titoli di maggior richiamo, ovvero Final Fantasy VII Remake e Yakuza 7. Diversi pannelli verticali pubblicizzano i giochi che presto vedremo arrivare nelle nostre console, come Nioh 2 e gli attesissimi Death Stranding e Final Fantasy VII Remake.
Accanto allo stand Sony troviamo quello di SEGA/Atlus, il quale non ha molti giochi in prova ma quattro aree ben distinte: la sezione Yakuza 7 e quella di Sakura Taisen con molte postazioni di prova, quella Atlus con l’imminente Persona 5 The Royal e naturalmente Mario & Sonic ai Giochi Olimpici Tokyo 2020. Nonostante l’evidente disparità di titoli trattati, lo stand SEGA/Atlus è risultato parecchio affollato nei due giorni dedicati alla stampa, sia per Yakuza 7, dove non è mancato di presenziare Toshihiro Nagoshi, storico produttore SEGA, che per Persona 5 R e Sakura Taisen, quest’ultimo ancora nel cuore di molti giapponesi a distanza di anni dall’ultimo capitolo.
Spostandoci verso lo stand Capcom non si può non notare che buona parte dello spazio è occupato da Monster Hunter World, con l’espansione Iceborne a farla da padrone: non poteva essere altrimenti considerato che è uscito da una settimana. Abbiamo poi un’area dedicata al nuovo spin-off di Resident Evil, Project Resistance, e un’altra dedicata al torneo di Street Figher V che si tiene nel weekend durante l’apertura al pubblico.
Altri stand degni di nota sono quello di Square Enix, dove non possono che essere messi in risalto i due titoli storici della casa fabbrica RPG, ovvero Dragon Quest XI per Switch e l’atteso, anzi più che atteso, Final Fantasy VII Remake. Konami invece ha optato per dare risalto a eFootball PES 2020, uscito proprio il giorno dell’apertura del Tokyo Game Show 2019 e, con mia discreta sorpresa, il nuovo titolo dedicato a Contra.
Bandai Namco era un po’ in ombra a mio parere, nonostante ci fossero molti titoli presenti non c’era niente in evidenza se non Code Vein e mi ha stupito vedere che a Dragon Ball Z Kakarot non sia stato assegnato uno spazio dedicato, come era lecito aspettarsi, ma sia stato messo tra One Piece Pirate Warriors 4, Gundam Battle Operations 2 ed altri titoli minori. Koei Tecmo non poteva che dare ampia visibilità a Nioh 2 (di cui vi abbiamo parlato nella nostra anteprima), ma tra i visitatori si è potuto notare anche una certa attenzione per Atelier Ryza, visto che l’attesa per provare il gioco in diversi momenti della giornata era superiore ai 60 minuti.
Riguardo appunto ai tempi di attesa, chi ha avuto la possibilità di visitare il Tokyo Game Show 2019 durante i giorni di apertura al pubblico saprà che spesso i titoli più importanti arrivano ad avere 150 minuti se non oltre di attesa, tempi davvero lunghi considerato che la fiera dura in tutto sette ore. Nei giorni dedicati alle aziende ed alla stampa c’è naturalmente meno gente, ma nonostante questo nei due giorni in cui ho potuto gironzolare tra gli stand ho notato due titoli che avevano tempi di attesa decisamente lunghi; il primo è naturalmente Final Fantasy VII Remake: giusto per rendere l’idea, giovedì alle 11:00, quindi appena un’ora dall’apertura dei cancelli, aveva un tempo di attesa di 120 minuti! Stessa cosa è capitata il giorno dopo per Yakuza 7, tanto che lo stesso Nagoshi durante la conferenza del venerdì si è detto soddisfatto dell’attenzione ricevuta. Per il resto diversi giochi di ruolo erano tra i titoli con più persone in attesa ma non c’è da stupirsi considerato che è il genere più amato in Giappone: il già citato Atelier Ryza della Koei Tecmo, poi 13 Sentinels: Aegis Rim della Atlus e Y’s IX della Konami.
I grandi giochi del Tokyo Game Show 2019
Per quanto riguarda le conferenze, ecco in dettaglio quelle a cui ho potuto partecipare:
Shenmue 3
Sul palco del Tokyo Game Show 2019 hanno presenziato Yu Suzuki, Masaya Matsukase e Haruka Terui, gli ultimi due rispettivamente voce di Ryo Hazuki e Shenhua. Si è partiti parlando di Shenmue I e di come fosse addirittura previsto per Saturn, poi si è ritornati al tempo attuale dove Suzuki ha evidenziato come sia stata posta molta attenzione alla trama e ai combattimenti, cercando di rendere il gioco fruibile anche a chi non ha mai giocato i precedenti due capitoli (a inizio gioco verrà mostrato un filmato riassuntivo, un po’ come accadeva per Shenmue 2 su Xbox). Conferenza nella media e molto intensa per quanto riguarda la nostalgia, si vede che Yu Suzuki ci tiene molto a questo gioco e dal vivo lo si nota ancora di più.
Project Resistance
Titolo annunciato un po’ a sorpresa a inizio mese, lunghi spezzoni del gioco hanno accompagnato il produttore nella spiegazione di questo gioco multiplayer che potrebbe essere interessante soprattutto se sarà ben implementato l’utilizzo della parte cattiva, il Mastermind, che ricorda un po’ il protagonista di Dungeon Keeper che doveva difendere il suo dungeon da cavalieri pronti a saccheggiare i tesori. Sul palco del Tokyo Game Show 2019 è salito anche il presidente di NeoBards, azienda taiwanese che collabora con Capcom alla produzione del gioco e specializzata nel multiplayer online. La conferenza è servita a dare un’idea del gioco in attesa di avere notizie più dettagliate riguardo al gameplay. Potete trovare la nostra anteprima a questo indirizzo.
Death Stranding
Sicuramente la conferenza con più gente, davvero tanta (non vorrei sbilanciarmi dicendo che c’erano duecento persone, se non di più). Kojima ha parlato per lungo tempo mentre sullo schermo passavano le immagini di un gioco che a tutt’oggi ancora ha diversi punti oscuri, come trama ed obiettivi. L’essere finalmente slegato da Metal Gear lascia al produttore maggiore libertà creativa e d’azione, Death Stranding è sicuramente uno dei titoli più interessanti per PS4 e la presenza di Norman Reedus dona carisma a Sam, il protagonista del gioco. Tante cose da fare, tante cose da scoprire, conferenza molto interessante e ben strutturata anche se ancora rimangono punti interrogativi su chi siamo, cosa facciamo e dove andiamo, ma del resto basterà attendere un paio di mesi e tutto sarà più chiaro.
Yakuza 7
Toshihiro Nagoshi è sicuramente un personaggio: sebbene l’aspetto possa sembrare un po’ “eccessivo”, racchiude in sé la tipica modestia dei migliori artisti giapponesi (ha passato buona parte della giornata di giovedì accanto al palco di Yakuza 7 ringraziando il pubblico e facendosi fotografare con molta disponibilità). Il gioco segna un punto di svolta rispetto al passato, non solo per il cambio radicale dei personaggi e locazioni, ma anche per il gameplay rinnovato, in particolar modo nella modalità combattimento. Se il primo aspetto dona freschezza al titolo, con Ichiban Kasuga, il nuovo protagonista, che sembra poter reggere il confronto con Kazuma Kiryu e la storia ambientata a Yokohama e non più a Kamurocho, altrettanto non si può dire della scelta di passare a un sistema di combattimento in stile RPG, con menù a comparsa stile Persona e il classico attacco a turni.
Scelta parecchio discutibile per l’occhio occidentale ma, considerato che Yakuza è un titolo che si rivolge prevalentemente in Giappone, è una scelta che potrebbe pagare visto che il pubblico nipponico non è mai stato tanto amante della frenesia dei giochi d’azione ma preferisce avere tempo per pensare alla strategia da adottare, come avviene appunto nei classici rpg.
Nel complesso il Tokyo Game Show 2019 ha dato riscontri positivi, sia per numero di titoli mostrati che soprattutto per qualità nonostante il mercato delle console in Giappone stia attraversando negli ultimi anni un periodo di affanno, sorpassato ormai dalle produzioni su mobile. Vedremo cosa ci proporrà l’edizione 2020, anno olimpico e probabile anno di PlayStation 5.