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The Thing: Remastered | Recensione - Un cult imperfetto, ma unico

Nightdive Studios, già autori di System Shock Remake, hanno recentemente rilasciato sul mercato la remaster di The Thing, il videogioco horror del 2002.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Nightdive Studios, già autori di System Shock Remake, hanno recentemente rilasciato sul mercato la remaster di The Thing, il videogioco horror del 2002 di Computer Artworks basato sull'omonimo film cult di John Carpenter. Questa nuova versione porta con sé una grafica migliorata, controlli modernizzati e una serie di ottimizzazioni tecniche che rendono l'esperienza più accessibile ai giocatori odierni.

Grazie alla sua varietà di gameplay che mischiava horror, azione e gestione della squadra, The Thing aveva precorso il tempo con numerosi elementi che sarebbero stati perfezionati da titoli successivi come la serie Dead Space. Uno degli aspetti più innovativi del gioco era il sistema di fiducia e paranoia, in cui i compagni di squadra potevano sospettare il giocatore di essere infetto dall'alieno mutaforma. Un elemento che aggiungeva uno strato di tensione psicologica al gameplay, rendendo l'esperienza molto originale durante quegli anni.

Un vero e proprio sequel del film

Pur non essendo canonico, le vicende del gioco puntano a continuare la storia vista nel film cult di John Carpenter. Nel cuore delle gelide e inospitali distese dell'Antartide, il capitano J.F. Blake, un membro delle forze speciali statunitensi, riceve un incarico delicatissimo: guidare un team di soccorso per investigare sugli eventi raccapriccianti avvenuti al centro di ricerca Outpost 31

La squadra di Blake scopre presto che qualcosa di terribile si annida tra le mura ghiacciate dell'Outpost 31: una forma di vita aliena mutaforma, capace di assumere le sembianze delle sue vittime. Questa entità, temuta e inarrestabile, si infiltra nel gruppo, seminando il panico e mettendo a rischio la missione stessa. La situazione diventa un incubo quando i membri della squadra iniziano a sospettare l’uno dell’altro. Nessuno può sapere con certezza chi sia ancora umano e chi, invece, sia stato infettato dall’alieno. 

Inoltre le condizioni estreme dell'Antartide, con le sue temperature glaciali e i pericoli ambientali, mettono a dura prova il gruppo. Attraverso l'uso strategico di risorse limitate, Blake e i suoi uomini devono cercare di completare la missione, distruggere l'entità e, soprattutto, sopravvivere abbastanza a lungo da raccontarlo.

Un gioco che oscilla tra horror e azione

Nonostante il grande lavoro svolto da Nightdive Studios, l’esperienza di gioco di The Thing rimane una grande occasione sprecata, ma questo già dal 2002. Il titolo si apre con una prima ora estremamente promettente, che riesce a catturare lo spirito del film di Carpenter. L'atmosfera è tesa e claustrofobica, con ambientazioni che trasmettono un senso di isolamento e vulnerabilità. In questa fase, il sistema di fiducia tra i personaggi è al centro dell'attenzione: i compagni di squadra possono essere colpiti dal panico (se magari entra in un luogo pieno di cadaveri o sangue), sospettare di noi o addirittura tradirci se ritengono che siamo stati infettato dall'alieno.

Questa meccanica è decisamente unica perché ci costringe a bilanciare le proprie azioni per mantenere alto il morale e la fiducia del team. Le decisioni, come la distribuzione delle armi o l'uso di test del sangue per dimostrare di non essere infetti, aggiungono un ulteriore livello di profondità al gameplay.

Tuttavia, con il progredire della storia, il gioco perde completamente queste meccaniche horror, virando decisamente verso l'azione pura. La tensione iniziale si dissolve rapidamente, lasciando spazio a sparatorie ripetitive contro ondate di nemici. Questo cambio di ritmo era e rimane un punto debole importante dell'intero gioco, in quanto riduce l'impatto emotivo e la profondità dell'esperienza. Un vero peccato.

Un restauro tecnico convincente

Nightdive Studios ha dimostrato ancora una volta la propria competenza nel riportare in vita titoli del passato. La componente visivadi The Thing: Remastered ha subito un notevole miglioramento, con ambientazioni più dettagliate e modelli dei personaggi più definiti. Gli ambienti innevati, le basi abbandonate e i claustrofobici corridoi metallici trasmettono una sensazione di isolamento e pericolo che ben si sposa con l’atmosfera del film.

Anche l’audio è stato oggetto di un'attenta rimasterizzazione. Gli effetti sonori, come il sibilo del vento e i sinistri rumori emessi dalle creature aliene, risultano più chiari e immersivi. La colonna sonora, composta da temi cupi e inquietanti, amplifica ulteriormente la tensione, mantenendoci in allerta in ogni singola situazione.

Un altro aspetto che merita di essere sottolineato è l'aggiornamento dei controlli. Sono stati introdotti comandi più intuitivi e reattivi, con una modalità di mira modernizzata che si adatta meglio agli standard odierni. Tuttavia, per i nostalgici, è ancora possibile utilizzare lo stile di mira "old school" del gioco originale. Anche i menu e l’interfaccia sono stati rivisitati, risultando più accessibili e funzionali.

Dal punto di vista delle performance, il gioco gira in modo fluido sulla maggior parte delle piattaforme moderne, anche se ammetto di aver riscontrato sporadici problemi di crash e piccoli bug grafici che per alcuni potrebbero infastidire. A ogni modo sono comunque difetti minori, che non compromettono gravemente l’esperienza complessiva e che potranno essere risolti tramite una patch.

Voto Recensione di The Thing: Remastered


7

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Migliorie grafiche e di gameplay molto buone

  • Non ha perso minimamente il fascino

Contro

  • Il design dei livelli è invecchiato molto male

  • Non offre nulla di nuovo rispetto all'originale

Commento

The Thing: Remastered è un'operazione riuscita dal punto di vista tecnico, che permette a una nuova generazione di giocatori di riscoprire un titolo cult che ha contribuito (non scherzo) all’evoluzione del genere horror. La grafica migliorata, i controlli modernizzati e l’ottimizzazione generale rendono l’esperienza più accessibile e piacevole rispetto al gioco originale. Tuttavia, i limiti intrinseci del design del gioco rimangono evidenti. La transizione dall’horror psicologico all’azione pura smorza gran parte della tensione iniziale, mentre molte delle meccaniche più interessanti vengono messe da parte nella seconda metà del gioco. Nonostante ciò, The Thing rimane un’esperienza unica, capace di alternare momenti di autentica tensione ad altri più convenzionali. Insomma, non sarà perfetto, ma per chi cerca qualcosa di diverso è sicuramente un a cui vale la pena dare una possibilità.
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