The Outer Worlds | Recensione del porting per Nintendo Switch
The Outer Worlds per Nintendo Switch è un porting che rischia di sfociare nel, mero, esercizio di stile a causa di una serie di pesanti compromessi.
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a cura di Andrea Maiellano
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In sintesi
The Outer Worlds per Nintendo Switch è un porting che rischia di sfociare nel, mero, esercizio di stile a causa di una serie di pesanti compromessi.
Quando il team di Virtuos ha affermato che in seguito al risultato ottenuto con la conversione di The Outer Worlds per Nintendo Switch, avrebbe potuto convertire qualsiasi produzione sulla console ibrida del “Colosso di Kyoto”, la nostra mente è volata immediatamente alla medesima soddisfazione che un altro gruppo di sviluppatori provò in merito al porting, sempre per Nintendo Switch, di Ark Survival Evolved. Indubbiamente, però, le recenti dichiarazioni rilasciate da Osidian stessa, che enunciavano una versione del gioco in grado di passare da una risoluzione di 720p, in mobilità, a quella di 1080p, una volta collegata la console al dock, ci hanno stuzzicato non poco, facendoci sperare di essere di fronte a un lavoro svolto in maniera analoga alle recenti conversioni di Alien isolation e di The Witcher 3. Prima di dedicarci all’analisi tecnica di questo porting, però, ricapitoliamo le nostre impressioni in merito a The Outer Worlds, in maniera tale da permettere a chi non ne avesse mai sentito parlare, di comprendere la caratura dell’ultima produzione, multipiattaforma, targata Obsidian.
The Outer Worlds in pillole
The Outer Worlds può essere considerato la rappresentazione videoludica di alcuni classici del cinema, della televisione e della letteratura come Space Truckers, Guida Galattica per gli Autostoppisti e Firefly, mischiando irriverenza e dark humor attraverso un universo ben scritto e che, nonostante le dimensione ridotte, ci ha regalato una delle migliori esperienza ruolistiche dell’anno. La storia ci catapulta in un futuro prossimo dove la civiltà umana si è spinta oltre le stelle del Sistema Solare per esplorare nuovi mondi e terraformare dei pianeti che possono ospitare la vita umana. Noi siamo un colono, ibernato, della Speranza, una nave che trasporta migliaia di persone di diversa caratura sociale e professionale, dagli scienziati, agli ingegneri fino a giungere ai normali civili. L’avventura, scanzonata, irriverente e cosparsa di dark humor, è completabile in circa 15 ore ed è completamente plasmabile attraverso le nostre scelte, modificandone gli avvenimenti e, ovviamente, finale del gioco. Tutto questo è possibile grazie a una scrittura di altissimo livello, non solo legata alla storia principale ma anche a personaggi primari e secondari, che riesce a garantire al titolo una elevata rigiocabilità se si volesse scoprire tutte le diramazioni narrative o, semplicemente, espandere le proprie consocenze in merito alla lore del mondo di gioco. In termini di pura scrittura, The Outer Worlds è senza dubbio una delle migliori produzioni Obsidian dai tempi di Fallout New Vegas, ricolmo di dialoghi spassosi, intelligenti e mai inutilmente prolissi o ridondanti e immersa da un universo originale, atipioco, evocativo e in grado di galvanizzare l’esperienza di gioco dall’inizio alla fine.
A inizio gioco ci viene data l’opportunità di scegliere alcune abilità principali del nostro protagonista, selezionando attributi, stato sociale e alcune caratteristiche, oltre la modifica facciale del nostro alter-ego, completamente personalizzabile grazie a un editor abbastanza completo che può soddisfare le esigenze di tutti. Ogni volta che saliamo di livello ottenendo esperienza, possiamo decidere di attribuire dieci punti a una delle nostre caratteristiche che possono essere ad esempio l’hacking, lo scassinamento, oppure la persuasione, l’intimidazione o le armi a distanza. In generale è possibile costruire un personaggio bene o male variegato, visto che il level cap fissato a 30 permette di potenziare gran parte delle caratteristiche. Ogni due livelli possiamo inserire anche un vantaggio che ci fornisce un’abilità passiva utile per portare per esempio più oggetti nel nostro inventario oppure ci permette di correre o camminare più velocemente.
Una delle particolarità del gameplay di The Outer Worlds risiede nella possibilità di diventare fobico nei confronti di un determinato nemico, una volta subita una certa quantità di danno da quest’ultimo, offrendoci la possibilità di guadagnare alcuni vantaggi, in termini di abilità, al costo di un ulteriore malus quando ci troveremo ad affrontare un dato avversario. I comprimari che incontreremo, essenziali per superare determinate zone e proseguire in maniera più semplice, hanno ognuno delle caratteristiche uniche che andranno a influenzare, o a sommarsi, alle nostre. In termini di puro gameplay, The Outer Worlds, risulta come da tradizione Obsidian leggermente legnoso, migliore rispetto ad altre produzioni passate ma, ugualmente, rivedibile. Il gunplay non è fluidissimo, soprattutto a causa di alcune animazioni che iniziano a sembrare, lievemente, fuori tempo massimo. L’insieme, però, viene salvato da alcune meccaniche di gioco, quali la dilatazione del tempo e la schivata dettata da un cool down, che riescono nell’arduo compito di controbilanciare i deficit rendendo l’esperienza generale godibilissima.
Il porting per Nintendo Switch
Addentrandoci nei meandri del comparto tecnico di questo porting per Nintendo Switch di The Outer Worlds, possiamo affermare, fin da subito, che le promesse fatte da Virtuos sono state mantenute. L’intero titolo è stato riadattato non solo per girare sull’hardware della console ibrida ma anche per poter essere contenuto in una scheda di gioco fisica senza ulteriori download addizionali. I compromessi per raggiungere un risultato del genere, però, sono stati numerosi e, come da tradizione, vanno a intaccare la godibilità del titolo quando la Switch viene utilizzata in modalità Docked. Su un monitor esterno, The Outer Worlds, si presenta con una risoluzione, variabile, di 1080p e con un framerate che, raramente, scende sotto i 30fps. Per raggiungere questo risultato, però, assistiamo a una serie di compromessi tecnici che rendono tutt’altro che godibile l’esperienza finale. Innanzitutto assistiamo a un effetto blur costante dell’immagine di gioco, con una sfocatura di tutto ciò che è posizionato a qualche metro dal nostro protagonista che non riesce a restituire una visione d’insieme sufficiente. I lati dello schermo soffrono di uno stutter costante, probabilmente dato dall’impossibilità di mantenere i 30fps con un buon refresh rate dell’immagine. Il tutto si risolve in un costante “sfarfallio” di scritte e elementi posizionati ai due lati dello schermo ogni qualvolta gireremo la telecamera… e in un titolo fps potete immaginare quanto questo sia piacevole.
In mobilità, invece, tutto è molto più godibile grazie a una risoluzione minore (780p), texture più definite, grazie al piccolo schermo sul quale tutto si muove, una visione d’insieme, decisamente, migliore e un’assenza quasi totale di deficit grafici rispetto alla modalità Docked. Il problema del giocare in mobilità risiede tutto nei Joy-Con di Nintendo Switch che, pur sfruttando un sistema di aim-assist abbastanza funzionale, non riescono a garantire la precisione, e il comfort, necessari per godere appieno di un titolo del genere. A poco serve, infine, un sistema di motion.control che si rivela poco preciso e afflitto da un evidente input-lag. Il setup migliore che abbiamo potuto provare, per rendere l’esperienza con The Outer Worlds più che godibile, è stato collegando un Pro Controller alla Switch in modalità portatile. In questa maniera il gioco si è trasformato nell’esperienza che ricordavamo, riuscendo a restituirci le stesse sensazioni casalinghe, a bordo di un treno. Un vero peccato assistere, nuovamente, a così tanti alti e bassi in termini di conversione, perché, escludendo la modalità Docked, i ragazzi di Virtuos sono riusciti, indubbiamente, a compiere un ottimo lavoro per quanto riguarda la versione “portatile” di The Outer Worlds. Peccato che, senza un hardware pensato per questa tipologia di giochi, rischia di sembrare un mero esercizio di stile e nulla più.
Voto Recensione di The Outer Worlds - Nintendo Switch
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Gameplay divertente e stratificato.
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- Elevata longevità grazie alle numerose scelte e finali disponibili
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- Ottimo comparto narrativo.
Contro
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- Gunplay ancorato al passato.
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- In modalità Docked è tecnicamente sufficiente.
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- Motion Control abbozzato solo superficialmente.
Commento
The Outer Worlds per Nintendo Switch è lo stesso gioco uscito su console casalinghe qualche mese fa, con gli stessi pro e gli stessi contro che avevamo già analizzato lo scorso Ottobre. Il voto più basso è maturato da una conversione che su monitor esterno mostra troppi compromessi tecnici per risultare realmente godibile, mentre in mobilità è vittima di un hardware che non sembra essere progettato per il genere fps. Se non avete a disposizione nessun’altra piattaforma dove poter provare The Outer Worlds, le sue indubbie qualità ci impongono di consigliarvelo, con la consapevolezza, però, che la produzione a opera di Virtuos riesce a mostrare il suo potenziale nella sola modalità portatile e con il giusto setup per goderne al meglio.
Informazioni sul prodotto
The Outer Worlds - Nintendo Switch