The Outer Worlds | Recensione

Abbiamo recensito l'ultima fatica di Obsidian e Private Division, The Outer Worlds, RPG in salsa space-western dallo stile unico.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Quando si parla di Fallout il primo nome che viene in mente è Bethesda, in realtà dietro gli albori dello sviluppo del popolare videogioco post-apocalittico c'èra Black Isle Studios, team di cui facevano parte Brian Fargo - attualmente in inXile - e Feargus Urquhart, uno dei fondatori dell'attuale Obsidian.

Entrambi ora fanno parte di Xbox Game Studios, ma Obsidian è stata protagonista negli ultimi anni di alcuni tra i migliori giochi di ruolo di sempre, tra cui Pillars of Eternity e l'amatissimo Fallout: New Vegas che ha ripreso fortemente alcune caratteristiche dei primi due capitoli della serie e che ha ispirato inevitabilmente la nuova proprietà intellettuale, The Outer Worlds, gioco di ruolo in salsa fantascientifica distribuito da Private Division che riprende numerose caratteristiche della conosciuta saga post-apocalittica, integrandole in un ambientazione space-western davvero unica nello stile.

The Outer Worlds può essere considerato la rappresentazione videoludica di alcuni classici del cinema, della televisione e della letteratura come Space Truckers, Guida Galattica per gli Autostoppisti e Firefly, mischiando irriverenza e dark humor attraverso un universo ben scritto e che, nonostante le dimensione ridotte, ci ha regalato una delle migliori esperienza ruolistiche dell'anno.

Benvenuti su Alcione

The Outer Worlds ci catapulta in un futuro prossimo dove la civiltà umana si è spinta oltre le stelle del Sistema Solare per esplorare nuovi mondi e terraformare dei pianeti che possono ospitare la vita umana. Noi siamo un colono ibernato della Speranza, una nave che trasporta migliaia di persone di diversa caratura sociale e professionale, dagli scienziati, agli ingegneri fino a giungere ai normali civili.

Da anni la nave è attesa per giungere su Alcione, una colonia di pianeti gestiti sotto l'attenta custodia del consiglio, un'apparato governativo in contatto con la Terra, ma per oscure ragioni la stessa nave ha subito un ritardo notevole, dando credito alla possibilità che la Speranza sia in realtà andata distrutta o dispersa.

Per motivi di cui non possiamo raccontarvi per non rovinarvi troppo l'esperienza di gioco, uno scienziato ci libera dall'ibernazione e ci da la possibilità di giungere su uno dei pianeta di Alcione per capire cosa sta succedendo e trovare un modo per risvegliare tutti gli altri coloni della Speranza.

L'avventura, scanzonata, irriverente e cosparsa di dark humor, è completabile in circa 15 ore ed è completamente plasmabile dalle nostre scelte, modificando avvenimenti e finale del gioco esattamente come il più conosciuto Fallout: New Vegas, consentendo di conseguenza anche una certa dose di rigiocabilità. Tutto questo è possibile grazie a una scrittura di altissimo livello, non solo legata alla storia principale, ma anche a personaggi primari e secondari, sub quest e documenti che approfondiscono l'universo di gioco in maniera certosina. The Outer Worlds è senza dubbio una delle migliori produzioni Obsidian da questo punto di vista, dando vita a dialoghi spassosi, intelligenti e mai inutilmente prolissi o ridondanti, contornati da un universo originale pieno di creature atipiche e situazioni al limite dell'assurdo che galvanizzano l'esperienza di gioco dall'inizio alla fine.

Possibilità infinite

I due ideatori di Fallout ,Tim Cain e Leonard Boyarski, hanno cercato di dare a The Outer Worlds quella sensazione di comfort tipica della conosciuta saga post-nucleare, integrando meccaniche già viste in passato che nonostante tutto funzionano ancora molto bene oggi.

A inizio gioco ci viene data l'opportunità di scegliere alcune abilità principali del nostro protagonista, selezionando attributi, stato sociale e alcune caratteristiche, oltre la modifica facciale del nostro alter-ego, completamente personalizzabile grazie a un editor abbastanza completo che può soddisfare le esigenze di tutti.

Ogni volta che saliamo di livello ottenendo esperienza, possiamo decidere di attribuire dieci punti a una delle nostre caratteristiche che possono essere ad esempio l'hacking, lo scassinamento, oppure la persuasione, l'intimidazione o le armi a distanza. Fino a livello 50, le caratteristiche possono aumentare per area, per portarle al livello 100, invece, è necessario farle salire una a una di volta in volta. In generale è possibile costruire un personaggio bene o male variegato, visto che il level cap fissato a 30 permette di potenziare gran parte delle caratteristiche. Ogni due livelli possiamo inserire anche un vantaggio che ci fornisce un'abilità passiva utile per portare per esempio più oggetti nel nostro inventario oppure ci permette di correre o camminare più velocemente.

Il gioco offre ben quattro livelli di difficoltà: Facile, Normale, Difficile e Supernova, l'ultimo è una modalità sopravvivenza in cui le risorse sono limitate, i nemici sono più potenti e i compagni possono morire definitivamente.

Una delle particolarità di The Outer Worlds è la possibilità di diventare fobico di un determinato nemico una volta subiti una certa quantità di danni, come per esempio la paura per i robot. Se succede questo ci viene chiesto se vogliamo accettare la fobia in questione, questa ci garantisce dei malus ma anche l'opportunità di aggiungere un vantaggio alle nostre abilità.

Fulcro del gioco sono anche i comprimari, essenziali per superare determinate zone e proseguire in maniera più semplice. In totale sono sei, ognuno con caratteristiche uniche che influenzano le nostre, sommandosi e andando a potenziare il livello generale di un'attributo. Possono essere anche loro potenziati con i vantaggi ed è possibile scegliere gli equipaggiamenti da fargli indossare, oltre che determinare la loro strategia d'attacco durante un combattimento.

Proprio il gameplay, sia in mischia che con le armi risulta come da tradizione Obsidian leggermente legnoso, senz'altro migliore di Fallout: New Vegas, ma ugualmente rivedibile. Il feeling lascia infatti a desiderare con molte delle armi a disposizione, ove quest'ultime si dividono in armi leggere, pesanti, da mischia e a energia. Sono tutte potenziabili con la valuta in gioco, in più è possibile adattare una serie di accessori come i mirini o i caricatori aumentati tramite un tavolo da lavoro presente sulla nostra nave o nei vari avamposti.

Sono presenti poi una serie di riferimenti allo stesso Fallout, come l'inalatore che funge sostanzialmente da Stimpack che può quindi curare, non solo sfruttando la medicina principale ma anche una serie di consumabile attui per migliorare l'attacco, la difesa o una serie di abilità passive. Sempre facendo riferimento alla saga ideata da Black Isle Studios è possibile sfruttare una sorta di S.P.A.V. che rallenta il tempo e ci permette non solo di avere la meglio sui nemici ma anche capire i punti deboli e alcune esilaranti questione personali, un po' come se stessimo guardando il cellulare di un NPC su Watch Dogs. A concludere la panoramica sui combattimenti ci pensa la schivata laterale, utile per evitare colpi di grossa entità, ricaricabile dopo pochi secondi dall'utilizzo.

Per completare tutto il gioco al 100% impiegherete circa trenta ore.

l'Inaffidabile, è invece la nostra nave e funge da hub centrale per le nostre scorribande spaziali, ci permette di dialogare con i membri dell'equipaggio e selezionare i mondi dove atterrare. Questi ultimi non sono tanti e dispongono di macro-aree completamente esplorabili. Non parliamo quindi di un open world vero e proprio.

Mondi a metà

Che Obsidian sapesse creare mondi credibili e originali non è una novità e anche The Outer Worlds conferma questo pregio della nota azienda americana. L'ambientazione fantascientifica mischiata in salsa western funziona divinamente, lasciando il giocatore ammaliato da mondi dalla bellezza naturalistica quasi surreale, avamposti decadenti e abbandonati, città corporative dal lusso sfrenato e stazioni spaziali fatiscenti. A contornare un indole artistica riuscita ci pensa una colonna sonora godibile e ben composta che accompagna sia i combattimenti che i momenti di pace e tranquillità durante l'esplorazione o una pausa in città.

Da una parte però bisogna comunque constatare un aspetto grafico non propriamente idilliaco, almeno nella versione Xbox One X testata, con texture non sempre in alta risoluzione e dettaglio grafico generale abbastanza migliorabile,  oltre che ad alcune magagne tecniche di piccola entità che causano compenetrazioni e alcuni bug grafici.

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