The Outer Worlds 2 risolverà un problema del capitolo precedente

The Outer Worlds 2: ambizione e miglioramenti a 360 gradi per risolvere i limiti dei mondi del primo capitolo. CI riuscirà Obsidian?

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

The Outer Worlds (acquistabile su Amazon) è riuscito a conquistarsi il suo spazio grazie a una combinazione di narrazione irriverente e ambientazioni sci-fi accattivanti, pur rimanendo contenuto nelle dimensioni esplorabili. 

Il team di Obsidian Entertainment ha raccolto i feedback della community e sta ora lavorando per superare questa limitazione nel sequel, puntando su mappe significativamente più estese che promettono di trasformare l'esperienza di gioco. L'upgrade tecnico all'Unreal Engine 5 rappresenta il pilastro fondamentale di questa evoluzione, consentendo agli sviluppatori di espandere non solo le dimensioni, ma anche la densità e la varietà dei contenuti esplorabili.

La visione espansiva di Obsidian Entertainment

Daniel Alpert, Art Director del progetto, ha rivelato in un'intervista a IGN USA le nuove ambizioni del team: "Stiamo sicuramente proponendo ambienti più grandi rispetto al primo gioco. Nel titolo originale eravamo molto limitati a piccoli hub e aree terrestri circoscritte. Ora, grazie all'Unreal Engine 5, possiamo realizzare mondi significativamente più vasti. La distanza percorribile dal punto A al punto B è aumentata considerevolmente, permettendoci di disseminare il percorso con numerosi punti d'interesse da scoprire".

Questa espansione non è casuale ma risponde a una precisa richiesta della fanbase. Brandon Adler, Game Director, ha infatti sottolineato come la priorità del team sia stata proprio quella di soddisfare questo desiderio: "Una delle prime cose su cui ci siamo concentrati quando abbiamo iniziato a lavorare su The Outer Worlds 2 è stata la creazione di queste aree ampie ed estese. È ciò che i giocatori ci hanno esplicitamente chiesto".

La progettazione di questi nuovi spazi segue una filosofia ben precisa, come confermato da Adler: "Ci siamo assicurati di dedicare tempo ed energie alla realizzazione di punti d'interesse visivamente attraenti anche da lontano, capaci di incuriosire i giocatori e invogliarli ad abbandonare i sentieri principali". Non si tratta solo di creare spazi più ampi, ma di renderli densi di opportunità e scoperte significative, un aspetto che il primo capitolo non riusciva pienamente a soddisfare.

Il team ha posto particolare attenzione alla gratificazione legata all'esplorazione, elemento che Adler descrive come cruciale: "Abbiamo lavorato molto per rendere ogni nuova scoperta interessante, assicurandoci che tutte le aree offrano attività coinvolgenti, ricompense che valga la pena ottenere e narrazioni avvincenti da seguire". Questa filosofia progettuale risponde alla principale critica mossa al primo capitolo: mappe troppo contenute che limitavano il senso di avventura e scoperta.

L'upgrade tecnologico all'Unreal Engine 5 non rappresenta solo un miglioramento estetico, ma un vero e proprio cambio di paradigma che consente agli sviluppatori di ampliare le proprie ambizioni. Con le nuove potenzialità tecniche, Obsidian può finalmente realizzare quell'universo esplorabile che sembrava essere stato solo abbozzato nel primo capitolo, mantenendo però intatta l'identità narrativa e l'approccio caratteristico che ha reso il titolo originale un'esperienza apprezzata nonostante le limitazioni.

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