The Legend of Heroes Trails into Reverie, il giusto epilogo? | Recensione
The Legend of Heroes Trails into Reverie è finalmente arrivato anche da noi, l'attesa ne sarà valsa la pena?
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a cura di Giacomo Todeschini
Editor
Sebbene non celebre come altri jRPG, vedi ad esempio Final Fantasy o Dragon Quest, quella di The Legend of Heroes è una saga a dir poco storica, che ha superato con successo gli oltre trent’anni di vita. Il primo capitolo della serie, Dragon Slayer: The Legend of Heroes, è infatti uscito addirittura nel 1989, diversi anni prima che il sottoscritto vedesse la luce. A sbarcare sul suolo occidentale, dopo aver fatto il suo esordio ormai qualche anno fa nella terra del Sol Levante, è questa volta The Legend of Heroes Trails into Reverie, epilogo degli archi narrativi Crossbell (Trails from Zero e Trails to Azure) e dei quattro Trails of Cold Steel. Un episodio, quindi, imperdibile per i fan, che a partire dal prossimo 7 luglio potranno quindi godersi in inglese il titolo su PS4, PS5, PC e Nintendo Switch.
La fine di una lunga epopea
The Legend of Heroes Trails into Reverie, ve lo dico fin da subito, è quindi un gioco pensato appositamente per i fan della serie e per tutti coloro che hanno giocato ai Trails of Cold Steel e ai due episodi appartenenti all’arco narrativo Crossbell. Non solo, infatti, vengono più e più volte richiamati fatti, eventi e personaggi noti ai fan della saga, rendendo quindi difficile per un neofita comprendere bene quello che sta succedendo, ma vengono ovviamente fatti spoiler, anche importanti, sui precedenti episodi. Insomma, se volete addentrarvi in questa serie solo ora, il mio consiglio è quello di recuperare i precedenti episodi prima di buttarsi in The Legend of Heroes Trails into Reverie o, quantomeno, leggersi qualche riassunto dei fatti avvenuti.
A cementificare ulteriormente quello che è il forte legame tra The Legend of Heroes Trails into Reverie e i predecessori è poi il fatto che tra i tre protagonisti dell’opera, oltre a un misterioso individuo che prende il nome di C, possiamo trovare i due eroi principali degli archi narrativi Cold Steel e Crossbell, ossia Rean Schwarzer e Lloyd Bannings.
La possibilità di impersonare tre differenti personaggi non si riduce però a meri collegamenti narrativi coi capitoli precedenti, ma è anche il fulcro di una delle principali novità del gioco, ossia il cosiddetto sistema Crossroads. Grazie a esso potremo infatti cambiare storia da seguire tra le tre presenti in qualsiasi momento, portando quindi avanti a nostro piacimento le avventure di C, Rean Schwarzer e Lloyd Banning.
In realtà il tutto non è completamente libero, e non è quindi possibile, ad esempio, esaurire interamente le vicende di un dato personaggio prima di passare a un altro, ma limitato al singolo capitolo del gioco. Per proseguire con la successiva fase del titolo è quindi necessario completare tutto ciò che hanno da dire i tre personaggi, nell’ordine che ci è più congeniale. Un’idea che da una decisa ventata d’aria fresca al tutto, anche se rende le singole storie più lineari che in passato. Un trade-off che, in ogni caso, ho accettato senza particolari rimpianti.
Un esercito di eroi
Così come la narrativa è particolarmente espansa a livello spaziale, così lo è anche il numero di personaggi. In The Legend of Heroes Trails into Reverie sono infatti utilizzabili ben 40 differenti eroi, con il numero che supera anche la cinquantina nella modalità True Reverie Corridor di cui vi parlerò a breve. Il tutto declinato in un sistema di combattimento che viene preso a piene mani da quello visto in Trails of Cold Steel IV con qualche piccolo ma gradito aggiustamento. Insomma, esattamente quello che ci si poteva aspettare da un titolo del genere.
La novità principale del battle system prende infatti il nome di Valiant Rage. Tale sistema, che può essere usato solo quando si possiedono almeno 5 personaggi nel proprio team, consente di colpire l’intero team avversario con attacchi fisici o magici o di curare la propria squadra. A rendere il tutto più interessante è il fatto che l’utilizzo di tale nuovo sistema, oltre appunto agli effetti citati sopra, consente anche di ottenere 2 Bravery Points, ossia dei punti spendibili per performare particolari azioni sul campo di battaglia. Insomma, il Valiant Rage si rivela alla fine dei conti una buona aggiunta, in grado di ampliare ulteriormente il ventaglio tattico in mano al giocatore.
True Reverie Corridor
Altra grande novità di Trails into Reverie è poi la modalità True Reverie Corridor, che si sblocca dopo qualche ora di gioco. In essa è possibile addentrarsi in dungeon randomici con tutti i personaggi dei tre differenti filoni narrativi, in una modalità che si stacca quindi completamente da quella che è la storia principale del titolo.
Imbarcarsi in tale modalità, oltre ovviamente a permettere di staccarsi dal classico leitmotiv di Trails into Reverie, permette di ottenere nuovi personaggi, side stories, mini-giochi e molto altro ancora. Il tutto tramite delle discutibili meccaniche gacha. Sconfiggere boss e mini-boss in True Reverie Corridor ci farà ottenere infatti delle pietre, la cui rarità determinerà il tipo di ricompensa ottenibile. Insomma, nulla di particolarmente nuovo sotto tale punto di vista: come al solito alcuni adoreranno tali meccaniche, mentre ad altri non entreranno mai in simpatia. Quello che è innegabile è il fatto che True Reverie Corridor sia sicuramente una buonissima aggiunta all'impianto di gioco.
Insomma in Legend of Heroes Trails into Reverie c’è decisamente molto da fare, e tale nuova modalità con le relative meccaniche altro non fa che incrementare notevolmente le ore di gioco. In tal senso mi ha fatto sicuramente piacere vedere implementata fin da questa versione la possibilità di impostare una velocità di gioco maggiore, un qualcosa che rende esplorazioni e combattimenti più sostenibili nelle svariate decine di ore di gioco che passerete in compagnia del titolo.
Voto Recensione di The Legend of Heroes Trails into Reverie
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
-
Un degno epilogo
-
Tante cose da fare
Contro
-
Nulla di veramente nuovo