The Last Of Us Parte II Remastered approda finalmente su PC, circa un anno
dopo la riedizione per PS5 e a, quasi, cinque anni dalla sua uscita iniziale su PS4. Per quanto attesissimo da tutti quei giocatori che non posseggono una console Sony e/o aspettavano questa edizione per poter giocare
uno dei titoli più importanti della generazione precedente di console, nella sua versione migliore, i timori di ritrovarsi, nuovamente, di fronte a una conversione realizzata "frettolosamente", ricolma di bug e, letteralmente, ingiocabile al lancio, erano molto alti, specialmente in seguito alla conversione per PC del primo capitolo, che ricordiamo fu disastrosa.
Per fortuna, però, The Last Of Us Parte II Remastered, non ha proseguito questa tradizione, presentandosi in una forma, quasi, smagliante fin dal suo esordio. Quel "quasi" è dato da una serie di sbavature la cui presenza sembra, oramai, imprescindibile, nelle conversioni PC dei titoli di PlayStation Studios ma che, tutto sommato, riescono a non inquinare eccessivamente una delle opere più importanti dell'ultimo decennio videoludico.
Un comparto narrativo potente
Oramai la storia, e le qualità, di The Last Of Us Parte II Remastered le conoscono anche i sassi (nel caso foste completamente all'oscuro di tutto
vi rimandiamo alla nostra recensione originale) ma per chi non ne avesse mai sentito parlare fino a oggi, al centro della storia troviamo
Ellie e Abby, due ragazze profondamente segnate dal lutto e da una sete di vendetta insaziabile, i cui destini si intrecciano in modi che le costringeranno a rimettere in discussione i concetti di giusto e sbagliato, mostrando come spesso non esistano risposte universali a questi concetti, solo all'apparenza, molto semplici.
La narrazione non risparmia il giocatore dalle dure realtà della sopravvivenza, dalle conseguenze della vendetta e dal peso emotivo della perdita e sebbene siano presenti molteplici opzioni per permettere di adattare l’esperienza di gioco al proprio stile e alle necessità di, praticamente, qualunque giocatore, la narrazione non viene mai alterata, nemmeno quando si decide di accantonare l'anima più "survival"del titolo, per godersi la storia senza troppe complicazioni.
L’enfasi di The Last Of Us Parte II Remastered, difatti, è posta sulla storia e sulle sue tematiche crude e che"non fanno sconti", con un occhio di riguardo sempre nei confronti della realtà... ma non quella inerente alla fisica di gioco, o alle situazioni proposte, no. Naughty Dog ha optato per rendere realistiche le emozioni, portando il giocatore a sperimentare una serie di sensi di colpa per le azioni che eseguirà, proprio in virtù di un messa in scena che, al netto di uno scenario popolato da infetti e creature rivoltanti, riesce a restituire emozioni reali, che non hanno nulla a che fare con quel "fantastico"che da sempre ammanta la maggior parte delle opere videoludiche.
Tecnicamente ancora incredibile
Graficamente, il gioco è di altissimo livello, gli ambienti sono vivi, i personaggi sono caratterizzati magistralmente e le loro animazioni sono di primissimo livello. Nonostante in alcuni momenti emerga la sua origine di "titolo del 2020" (o della passata generazione se preferite), i valori produttivi rimangono eccezionali e il mondo risulta sempre vivo (seppur poco interattivo), credibile e intriso di tragedia.
Provenendo da una generazione di console nata nel 2013, The Last Of Us Parte II Remastered sfrutta luci e ombre statiche per creare un’atmosfera incredibile. Non esisteva il ray tracing su console in quegli anni, quindi, anche se uscito a fine generazione, Naughty dog ha dovuto sfruttare quello che aveva a disposizione per creare la sua opera più importante.
Requisiti Hardware
I requisiti hardware per giocare a The Last Of us Parte II Remastered sono molto equilibrati: per i 60 FPS a 1080p con impostazioni massime servono una RTX 4060, una RX 7600 o una Arc B580. Per i 1440p, si consigliano una RX 7700 XT, una RTX 3070 o una RTX 4070. Per il 4K a 60 FPS, si punta a una RTX 5070, una RTX 4070 Ti Super o una RX 7900 XT. Su handheld, purtroppo, la situazione non è ancora rosea e, che possediate uno Steam Deck o un handheld dotato di Z1 Extreme, al momento l'ottimizzazione non risulta tale da offrire sempre un'esperienza godibile.
Le animazioni facciali sono incredibili, capaci di catturare con precisione le emozioni, e i modelli dei personaggi (inclusi gli avversari più comuni e ripetuti nelle numerose fasi di combattimenti) sono dettagliatissimi e credibili sia nei movimenti che nei comportamenti. Basti pensare che alle difficoltà più alte i nemici ragioneranno attivamente per accerchiare il giocatore e metterlo seriamente in difficoltà in, praticamente, ogni situazione. Obbligando quest'ultimo non solo a gestire al meglio le risorse ma, soprattutto, a ragionare attivamente su come accerchiare le minacce per eliminarle il più silenziosamente possibile.
Questo incredibile risultato è anche merito delle animazioni realizzate con la tecnologia Motion Matching, le quali rappresentano ancora un punto di riferimento nel settore, donando ai personaggi movimenti naturali e realistici che si integrano perfettamente con l’ambiente circostante.
Essendo una produzione del 2020, anche nella sua versione "Remastered", al di fuori delle cutscene, il numero di poligoni cala leggermente, ma la qualità resta comunque elevata. Dal punto di vista tecnico, al primo avvio è presente una breve schermata di “compilazione degli shader” che dura circa un minuto, un netto miglioramento rispetto al primo capitolo che ne richiedeva dieci.
Nel caso decideste di provare il titolo anche su di un handheld (cosa che vi sconsigliamo al momento vista la scarsa ottimizzazione su hardware poco performanti), sappiate che dovrete ripetere l'operazione ogni volta. Resta il fatto che Naughty Dog ha implementato un sistema molto intelligente, che compila gli shader in batch associandoli all’area in cui si sta per entrare, sfruttando i tempi morti delle cutscene, e dei pochissimi caricamenti, per proseguire le operazioni di compilazione Saltando queste ultime, può comparire nuovamente la schermata di compilazione.
CONFIGUARZIONE DI PROVA - ROG Zephyrus G16 (2024)
- NVIDIA GeForce RTX 4090 Laptop GPU (16GB)
- Intel Core Ultra 9 185H
- 32 GB RAM: 2X 16 DDR5, 5200 MHz
- Nebula OLED 2560 x 1600, 16:10, 240Hz
Con la nostra configurazione, non abbiamo notato alcun tipo di stuttering durante le fasi di gioco, anche se abbiamo percepito dei leggerissimi rallentamenti esclusivamente quando ci siamo addentrati, per la prima volta, nelle aree più estese offerte dal gioco.
Le opzioni di accessibilità sono tra le più complete mai viste, visto che si possono regolare: la difficoltà dei puzzle, le modalità di movimento, la difficoltà del combattimento su dieci livelli (e persino creare una modalità personalizzata ad hoc), ridurre la quantità di violenza visiva, gestire completamente l'assegnazione dei tasti di controller e tastiera, definire i colori a schermo per abbracciare ogni tipologia di deficit visivo, avere un commento vocale costante che narra la giocatore ogni azione svolta a schermo in tempo reale e, persino, la modalità "speech to vibrations", la quale traduce il parlato in vibrazioni sul DualSense. Insomma uno dei titoli più accessibili al momento sul mercato sotto ogni aspetto.
In termini di upscaling, invece, The Last Of Us Parte II Remastered offre TAA nativo, DLSS, FSR e XeSS. È disponibile anche il DLAA per chi desidera un anti-aliasing di alta qualità senza upscaling. La frame generation è supportata sia con le tecnologie di AMD che con quelle di NVIDIA, offrendo fluidità su ogni tipologia di hardware compatibile. Inoltre, è presente uno slider per regolare la nitidezza dell’immagine. Il nuovo modello DLSS Transformer non è supportato ufficialmente, ma si può abilitare tramite override con l’app NVIDIA.
Sorprendentemente, però, il ray tracing non è incluso, nonostante il motore sia simile a quello di Spider-Man 2 che ne faceva largo uso, tuttavia i riflessi sono eccellenti grazie alla combinazione di screen space reflections e reflective maps.
L’uso della VRAM è ben bilanciato: 6 GB sono sufficienti per le impostazioni minime, mentre 8–10 GB sono ideali per le impostazioni massime, escludendo 4K o Frame Generation. Per il 4K, però, sono consigliati almeno 10–12 GB di VRAM.
Con la nostra configurazione di prova, che possiamo tranquillamente paragonare a una RTX 4080 desktop, non abbiamo mai avuto problemi di fluidità giocando a una risoluzione di 4K (collegandoci a un monitor esterno) a 60 FPS, senza usare upscaling o frame generation. Senza V-Sync, si possono toccare anche i 90 FPS, andando a confermare l’elevato livello di ottimizzazione. Usando il laptop stand-alone, quindi con una risoluzione massima di 1600P il contatore degli FPS è salito a 90 FPS (anche in questo caso potevamo farlo salire disabilutando il V-Sync) ma per il tipo di esperienza offerto da The Last Of Us Parte II Remastered, non crediamo sia realmente necessario andare oltre i 60 FPS.
Per quanto riguarda la nostra postazione desktop, munita di una RTX 4070, per raggiungere i 4k a 60FPS, abbiamo dovuto attivare le tecnologie di Upscaling per alzare la risoluzione di partenza di 1440p. Non abbiamo notato alcun artificio evidente e, in tutta onestà, abbiamo fatto davvero fatica a non credere di trovarci davanti a un'immgine nativa in 4K.
The Last Of Us Parte II Remastered su PC, infine, include alcune funzionalità extra, rispetto alla versione per console, come il supporto ai monitor ultrawide, tecnologia DirectStorage e maggiori impostazioni relative all'HDR, opzioni grafiche avanzate e accessibilità potenziata (tra cui audio descrittivo e la modalità "speech to vibrations", che traduce il parlato in vibrazioni sul DualSense).
Per quanto riguarda, invece, i contenuti aggiuntivi, troviamo tutti quelli
già resi disponibili con la versione "Remastered"per PS5, oltre a
una nuova giacca per Ellie (rilasciata anche su PS5 tramite update gratuito) dedicata alla prossima opera di Naughty Dog,
Intergalactic: The Heretic Prophet.
Come vi dicevamo, l'ottimizzazione su PC, rispetto al primo capitolo, è completamente migliorata. Sony, difatti, ha affidato il porting a Nixxes, con il supporto secondario di Iron Galaxy e la supervisione di Naughty Dog, e il risultato è un lavoro solido e ben curato. I problemi tecnici che avevano afflitto The Last of Us Parte I su PC sono praticamente assenti, fatta eccezione per qualche glitch grafico minore, che probabilmente sarà risolto con le patch successive, qualche lievissimo rallentamento all'accesso nelle aree più grandi e la totale assenza del ray tracing (che probabilmente non vedremo mai nemmeno in futuro).
Impostazioni Grafiche e Prestazioni
Volendo approfondire il menu delle impostazioni grafiche, prima delle canoniche conclusioni, quest'ultimo è suddiviso in due macro-sezioni. La prima include le classiche configurazioni generali, come modalità dello schermo, proporzioni, risoluzione, refresh rate, V-Sync, cap dei frame, antialiasing, tecnologie per la riduzione della latenza (come NVIDIA Reflex e AMD Anti-Lag 2), Frame Generation e le varie opzioni di upscaling.
La seconda schermata offre, invece, un controllo più dettagliato sui vari aspetti grafici del titolo, con un preset generale (per gestire l'upscaling) che arriva fino a Max+ e, letteralmente, svariate decine di parametri da poter regolare, tra cui qualità delle texture, ombre, illuminazione, riflessi, profondità di campo, motion blur, bloom, particellari e molto altro.
Tirando le somme
The Last Of Us Parte II Remastered su PC rimane un'esperienza intensa, coinvolgente, tecnicamente incredibile e supportata da una narrazione potente. Le aggiunte della riedizione per PS5, arricchiscono ulteriormente l’offerta rendendo il titolo molto più longevo di quanto non lo fosse alla sua uscita e nonostante le, lievi, sbavature tipiche delle recenti conversioni per PC dei titoli del catalogo PlayStation Studios, resta un'opera che merita di essere giocata da tutti almeno una volta nella vita... anche a chi ha maturato una "allergia da The Last Of Us", per partito preso, in risposta al bombardamento commerciale costante effettuato da Sony negli ultimi anni.