Sebbene non abbia goduto della stessa fama dei suoi diretti rivali, la serie di The King of Fighters ha una storia molto particolare dalle nostre parti. Diciamocelo con schiettezza: il picchiaduro di SNK ha sempre faticato ad ergersi come caposaldo del genere nel nostro territorio, nonostante molti appassionati dei classici videoludici lo conoscano e lo ricordano con grande rispetto. I ricordi di The King of Fighters di molti di noi risalgono con ogni probabilità alle care vecchie sale giochi, dove il rumore di flipper e jingle che preannunciavano che qualche cabinato stava per sfornare decine di punti ticket, era smorzato dal suono di pugni e casuali voci che ripetevano “heavy machine gun” che ci faceva sentire a casa.
Potreste non averlo notato o forse non lo ricordate, ma The King of Fighters era lì, tra Metal Slug e Puzzle Bobble, magari un po’ nascosto ma senza dubbio riconoscibile come pochi altri titoli. Ancora ad oggi, tuttavia, la serie di SNK è passata sempre un po’ in sordina, ora perché eclissato da altre opere indimenticabili come Mortal Kombat o Street Fighters, ora perché forse erano i giocatori stessi a non notarlo. Tuttavia, quando si prende il joystick nel palmo della mano e si compie il primo giù-avanti-pugno, si comprende anche quanto abbiamo perso in tutti questi anni.
Perché - ve lo diremo con totale onestà e perché è essenziale fare una premessa in tal direzione - The King of Fighters XV non ha letteralmente nulla da invidiare rispetto agli altri picchiaduro e anzi è capace di brillare di luce propria in modi che chi ne ha soltanto sentito parlare potrà restarne molto sorpreso. Chi ama i picchiaduro 2D o 2.5D conosce già KOF, sa bene che presenta un gameplay che ricorda molto i rivali di casa Capcom e NetherRealm, ma potrebbe non conoscerne pienamente le differenze. In primis, bisogna specificare subito che il sistema di combattimento fa grandissimo uso delle mosse speciali eseguibili con veloci movimenti dello stick, sequenze di attacchi rapidi e potenti, e tante, moltissime combo con cancel.
I più tecnici avranno già capito di cosa si tratta, ma ci spiegheremo meglio per chi è più interessato all’argomento: la tecnica del cancel consiste nell’attivare una mossa durante un preciso periodo in frame di una mossa in corso. Potrebbe sembrare un concetto difficile da apprendere, e purtroppo non possiamo neanche affermare che è più facile a farsi che a dirsi, ma sulla base di questa dinamica di gioco possiamo già comprendere che tipo di titolo è The King of Fighters XV. L’opera di KOF si presenta particolarmente tecnica e puntigliosa, necessita in modo costante la massima concentrazione dell’utente sia su cosa sta avvenendo sullo schermo, sia sui movimenti esatti che i suoi pollici devono compiere.
The King of Fighters XV è il capolinea dei vostri analogici
Il sistema di combattimento, condito con il ritorno della barra del potere che potenzia le mosse speciali e permette alcuni movimenti specifici, richiede quasi sempre di stare particolarmente attenti a come muoviamo la levetta analogica o la croce direzionale. Dopo moltissime ore passate in compagnia del caro vecchio Terry Bogard e tanti altri interessantissimi personaggi abbiamo capito che in The King of Fighters XV la precisione degli input deve essere così elevata da essere quasi spaventosa.
Compiere alcune mosse, soprattutto se vogliamo eseguire delle spettacolari combo con cancel, è spesso talmente arduo che abbiamo quasi potuto sentire il nostro controller chiedere pietà e di mettere fine alle sue sofferenze. Per questo, ve lo diciamo subito: dimenticate di giocare a The King of Fighters XV usando un controller di terze parti non affidabile. Optate per un pad che sapete possa darvi input più precisi e soprattutto che non dia problemi di drift, se ne avete in casa.
Ancor di più, sebbene purtroppo non ci è stato possibile provare il titolo con esso, consigliamo l’utilizzo di un fighting stick che permette di avere input quanto più perfetti possibile e un feedback generale che ricorda maggiormente i cabinati su cui The King of Fighters è nato. Giusto per darvi un consiglio.
Un picchiaduro per tutti o per gli amanti delle combo perfette?
In caso contrario, The King of Fighters XV potrebbe rivelarsi poco adatto ai più, soprattutto se consideriamo l’assenza dei comandi che semplificano l’esecuzione di combo del precedente capitolo e che aveva fatto storcere il naso agli appassionati. Tuttavia, è giusto così, perché è esattamente questa la precisione massima che aveva contraddistinto lo scenario competitivo dei picchiaduro e che aveva dato il via a una sempre maggiore ricerca della perfezione di input e combo.
Dobbiamo fare una menzione d’onore anche a tutti i tutorial presenti in-game, che riescono a indicare abbastanza bene al giocatore in che modo deve comportarsi durante uno scontro e che lo guida senza fare troppi segreti. Interessantissima anche la sezione “sfide”, che farà scegliere all’utente un personaggio per poi portarlo nella mappa di allenamento e fargli compiere una serie di combo, quasi tutte con cancel.
In questo modo, SNK riuscirà senza dubbio ad introdurre The King of Fighters XV ai neofiti, dando allo stesso tempo gli strumenti giusti per fare tantissima pratica con i singoli lottatori per conoscerne i movimenti, i tempi e le giuste combinazioni di mosse speciali. Ancora una volta, però, specifichiamo che l’opera è molto puntigliosa nell’esecuzione di input e potreste passare molte ore anche nel cercare di masterare una sola combo. Vi garantiamo, però, che il risultato varrà lo sforzo.
Per fare un buon picchiaduro, oltre a un sistema di combattimento confezionato con estrema cura, è però anche la presenza di un roster di tutto rispetto. Ci sono più trucchi per realizzarlo, a partire da una giusta varietà di personaggi inseriti, ma per un titolo che gode di così tanti anni alle spalle non possiamo dimenticare la necessità di dosare correttamente la quantità e qualità dei lottatori veterani con quelli inediti. In questo, The King of Fighters XV non si presenta sempre benissimo: gli amanti della serie saranno felici di vedere il ritorno di molti voti noti, ma il numero di personaggi inediti potrebbe non convincere.
A lasciarci più soddisfatti è stata invece la varietà di mosse e combo, così come il dosaggio della loro potenza. Nel parlare di bilanciamento, The King of Fighters XV mostra una cura non indifferente e che mai ci ha dato la sensazione che quello che stavamo provando fosse un gioco poco equilibrato o, peggio, scorretto. SNK è stata capace di confezionare con cura un sistema di combattimento divertente per tutti, anche per chi non riesce a distruggere la sua levetta analogica per compiere combo spettacolari. Allo stesso tempo, l’opera piacerà moltissimo sia agli amanti della saga che a coloro che apprezzano questa tipologia di gameplay.
Un parco giochi fantastico ma vuoto
Poco meno soddisfacente è invece la quantità di scenari in cui è possibile combattere, e non sono stati fatti progressi verso ipotetiche mappe con cui possiamo interagire. Certamente non è affatto da considerarsi un difetto e, anzi, possiamo omaggiare una discreta qualità e varietà dei luoghi a disposizione. Tuttavia, crediamo che si sarebbe potuto fare qualcosa di più, cercando modi originali di innovare anche in tal senso.
The King of Fighters XV, come avreste potuto immaginare, è un titolo che può far vanto di un ottimo bilanciamento relativamente al gameplay. Continuando a passare ore in sua compagnia, però, non abbiamo potuto che percepire una costante sensazione di vuoto, una mancanza sempre presente. È un peccato, soprattutto perché l’equilibrio ludico di cui vi parlavamo poc’anzi fa affamare il giocatore di modalità, di sfide, di una costante ricerca di una maggiore difficoltà. SNK è riuscita molto poco a sfamare in tal senso, fallendo in qualcosa di particolarmente essenziale.
Parliamo, di fatti, delle modalità di gioco, ridotte al midollo e che lasciano al giocatore un’amarezza in bocca che può solo dispiacere. I combattimenti in locale, nudi e crudi, classici come piacciono ai puristi, sono presenti e molto accessibili anche per chi non gioca spesso ai picchiaduro. Fanno il loro ritorno anche gli scontri 3v3, dove alla sconfitta di un lottatore entrerà in campo il successivo, ma anche qui non possiamo osannare la dinamica come innovativa: anche questo poteva essere strutturato molto meglio, o integrato nel gameplay creando magari meccaniche e dinamiche di gioco inedite, invece di limitarsi a una semplice dissolvenza che sostituisce il lottatore a terra con un altro in piedi.
Ovviamente sono presenti anche gli incontri online, che saranno una parte fondamentale di The King of Fighters XV. Data la mancanza di giocatori prima del rilascio del titolo, per ovvi motivi, trovare utenti online è stato come cercare Halo Infinite o Deathloop in un negozio di retrogaming. Tuttavia, abbiamo avuto modo di approfondire in che modo SNK ha intenzione di strutturare l’intero impianto online, e ciò che abbiamo visto ci ha lasciati più che convinti.
Prima di poter partecipare agli scontri classificati, il giocatore sarà chiamato a lottare contro tre squadre da altrettante CPU, cosicché l’IA possa identificare la vostra bravura e assegnarvi un rango per prendere parte ai combattimenti più seriosi, che cambierà in base agli esiti dei successivi incontri. Questo è un modo a dir poco esemplare per gestire correttamente i match classificati e dimostra la ricerca, da parte dello sviluppatore, di un impianto multiplayer online che possa essere equilibrato e corretto nei confronti del giocatore.
Al contrario, in single player è possibile prendere parte a scontri singoli o “a torneo”, dove però ci sono ben poche similitudini con un reale torneo. Non ci sono scalette, non ci sono fasi e non c’è neanche un reale aumento di difficoltà man mano che si sconfiggono gli avversari: il torneo proposto non ha una forma ed esiste principalmente per evitare di portarci ogni volta alla selezione del personaggio a decidere chi dovremo combattere, proponendoci uno sfidante diverso e casuale dopo la fine di ogni scontro.
L'amara modalità storia di The King of Fighters XV
Una piccola delusione viene direttamente dalla modalità storia: brevissima, poco narrativa e - soprattutto - irrilevante. Data la scarsissima durata, che si attesta a poco meno di un’ora, è davvero difficile conoscere pienamente i personaggi principali delle vicende, tantomeno quelli secondari, e familiarizzare con loro. La trama è una diretta continuazione di quanto visto nel precedente capitolo, tuttavia non approfondisce nulla né riesce a donare quel pizzico di varietà alla storia della serie, lasciando al contrario con più domande che risposte.
La campagna si limita a presentarsi come una mera rielaborazione delle classiche modalità arcade, dove una squadra di tre lottatori deve affrontare avversari sempre più ardui fino a giungere al potente boss finale. La brevità non sarebbe affatto un problema se volessimo infatti considerare la campagna come una normale modalità arcade, ma non possiamo negare che potremmo trovare difetti dietro quasi ogni angolo. Le vicende si susseguono con una rapidità disarmante, e proprio quando si pensa che la storia sta soltanto prendendo una piega più interessante, si scopre infatti che quello che abbiamo sconfitto è proprio il boss finale.
Quelle poche - e fortunatamente comprensibili - scene di intermezzo animate, sono infatti realizzare con una buona cura, ma è proprio questo ad averci lasciato basiti: la campagna di The King of Fighters XV poteva davvero lasciare un segno nella storia della serie, sia grazie alla presenza di così tanti personaggi amati, sia perché il comparto grafico ha raggiunto livelli più che ottimi. Menzione d’onore va fatta proprio alla direzione artistica scelta dal team di sviluppo, con colori molto più vividi e modelli definiti che rendono giustizia sia al character design che agli scenari, fino a offrire un valore aggiunto anche e soprattutto alle scene animate.