Vi mancavano i Bretoni? Dopo un anno all'insegna della tradizione e della cavalleria, The Elder Scrolls Online è pronto a concludere l'avventura di High Isle e L'Eredità dei Bretoni con l'ultimo DLC previsto per il 2022: Firesong. Come per il precedente anno, anche questo contenuto è stato donato a tutti i giocatori che hanno partecipato all'ultimo evento comunitario, perciò se siete tra quei fortunati vi ritroverete a esplorare un'intera nuova zona senza bisogno di comprare nulla o abbonarsi a ESO+ (quest'ultimo il metodo migliore per godersi la miriade di DLC che il gioco offre, ormai più espansioni alla Dungeons & Dragons che altro).
Il rilascio di Firesong è previsto proprio per la data di pubblicazione di questo articolo, 1 novembre 2022 per PC e 4 novembre su console, giusto a qualche ora di distanza. Per stuzzicare la vostra curiosità, ho il modo di raccontarvi il tour dell'isola di Galen che due sviluppatori di The Elder Scrolls Online hanno organizzato nelle scorse settimane, un'occasione decisamente ghiotta per scoprire un po' l'ecosistema della zona e le ispirazioni tematiche dietro di essa.
Lontano dai cavalieri
Il primo impatto che ho avuto è di essere di fronte a un ambiente tematicamente simile al mediterraneo di High Isle, ma comunque molto lontano da quella che è invece la cultura dell'isola vacanziera (o prigione) su cui abbiamo passato il capitolo più grande. Infatti Galen, anche solo aprendo la mappa generale, è una sorta di commistione di elementi naturali e forze della natura. Le zone dell'isola si dividono in alcuni dei fattori principali della naturalità, come il fuoco o l'acqua o l'erba, e ne fanno una colonna portante in termini di costruzione dei diversi biomi. C'è ad esempio un'area completamente vulcanica ripiena di lava, un'altra è una grossa palude misteriosa e un'altra ancora è una foresta con alberi giganteschi, alti fino a coprire completamente il cielo. La bellezza di questa composizione non è solo nella diversità, ma nel fatto che uno o l'altro elemento vanno a "intaccare" quelli vicini, dando la giusta impressione nel realizzare la connessione che lega queste forze nel contesto druidico.
Ebbene, come avrete notato dall'ultimo pacchetto di dungeon, Lost Depths, l'Eredità dei Bretoni è passata dalle schermaglie dell'alleanza alle tradizioni dei Druidi, i quali avranno la piena attenzione in Firesong. Gli sviluppatori mi hanno portato tra templi e piccole città nascoste nelle rocce, rovine antiche e rituali particolari che animano i molti punti d'interesse della mappa. Vedendo diversità nei temi ho approfittato per chiedere da dove venisse l'ispirazione per Galen e chiaramente, in termini paesaggistici, le terre battute dai Celti sono state una grande base di partenza, insieme a luoghi come Stonehenge e le sculture Mesoamericane.
Ma, come sempre, ciò che è stato dominante nella realizzazione dello scenario per Firesong è stata anche la ricca tradizione di The Elder Scrolls e di Tamriel nei confronti della natura e del rapporto che le forze magiche hanno con essa, così come può esserlo quello delle razze che decidono di farsi condurre da essa o piegarla. Galen è un crogiolo di credenze: come è possibile trovare orrori di magia nera e grovigli, è anche possibile trovare bellezza nel sereno rituale di una piccola comunità di druidi. Il filo a condurre uno o l'altro sarà la campagna e il mistero del Re dei Druidi, il quale diventerà anche il nuovo Patron per il gioco di carte Tales of Tribute.
Foresta accogliente, o forse no?
In un modo o nell'altro quello che Galen e Firesong in generale rappresentano è la voglia di continuare a indagare sulla cultura dei Bretoni e sulla storia dell'arcipelago Systres, il che si distacca (e menomale) dal viaggio dell'eroe ammazza Daedra. Una sensazione che ho condiviso con gli sviluppatori, i quali mi hanno confermato la loro voglia di insistere su questo tipo di storie e non solo su quelle dove il mondo è in pericolo e ha bisogno di un salvatore. Certo, anche quei racconti hanno un fascino e un ruolo all'interno di The Elder Scrolls Online, ma il bello della Tamriel collettiva è proprio quello di avere qualcosa per tutti e più andiamo avanti negli anni più è possibile sperimentare, deviare o consolidare filoni tematici o storie intraprese.
E parlando di quest'ultime, i vecchi giocatori troveranno facce note come Razum-dar e altri NPC con nuove imprese da vivere su Galen, così come i nuovi giocatori potranno partire da qui per conoscere questi eroi e poi ritrovarli nelle loro avventure precedenti con un'apparente continuità tematica, parola del team di sviluppo. Chiaramente, come spesso sottolineamo, ogni contenuto di The Elder Scrolls Online è accessibile dal momento zero della creazione del vostro personaggio, compreso Firesong, ma vi consigliamo di giocare almeno High Isle prima di procedere per questa espansione.
Uno dei vantaggi per cui fare questa cosa è quello di avere una naturale evoluzione del pericolo rappresentato dal vulcano dell'arcipelago, il quale evolve a seconda della storia e ha un climax crescente più andate avanti nella quest principale. Oltre quello, Galen è piena di boss e dungeon da superare, compresi alcuni molto tosti come la Chimera che abita l'isola. Vi farebbe comodo avere qualche compagno, sia reale che artificiale come quelli reclutabili nelle terre di High Isle. Non preoccupatevi però: la storia sarà completamente giocabile a qualsiasi livello, non c'è nulla che vi possa bloccare il percorso in tal senso.
Per scoprire di più su Galen però, dovremo attendere il suo rilascio ufficiale. La sensazione avuta dall'espansione è quella di essere davanti a un ottimo prodotto che rispetta gli standard qualitativi che gli anni delle Avventure Annuali ci hanno regalato. Il mio punto preferito è senza dubbio la cura nell'ambientazione, la quale con High Isle è schizzata alle stelle con incantevoli orizzonti capaci di parlare da soli per la loro qualità. Basta tornare in una delle zone iniziali e poi trasferirsi a High Isle per rendersi conto del distacco tra il lancio del gioco e i prodotti attuali. Ancor di più Galen, favorita da una dimensione forse più contenuta, testimonia le capacità sempre maggiori del team artistico e visivo. La foresta di alberi giganti, in particolare, lascia a bocca aperta e mi rende molto fiducioso su quello che potrà essere il futuro di The Elder Scrolls Online negli anni a venire.