The Cruel King and the Great Hero, il viaggio delicato di Nippon Ichi | Recensione

The Cruel King and the Great Hero è un jRPG di Nippon Ichi Software, a scorrimento orizzontale e con una forte componente di disegno a mano

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a cura di Mario Petillo

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Da Disgaea ad Atelier Iris, da GrimGrimoire fino a Danganronpa: quella che inizialmente era una software house principalmente impegnata nella realizzazione di videogiochi di matrice tattica, soprattutto con la longeva saga di Disgaea, è poi diventata in grado di diramare le proprie conoscenze in altri ambiti, esplorando con sagacia ciò che il mercato videoludico, prettamente quello giapponese, poteva richiedere. Con Atelier Iris, saga che poi è diventata di Tecmo Koei tramite gli sviluppatori Gust, e poi con Danganronpa, che ha permesso di esplorare il mondo delle visual novel, Nippon Ichi Sofware è andata ad aumentare il proprio raggio d'azione, arrivando adesso a The Cruel King and the Great Hero. Un'opera delicata, un jRPG molto basico, che per questo va trattato con le dovute accortezze.

Nell'antro della montagna del Re Drago

Il Re Drago domina serenamente, sfruttando la propria saggezza di reggente, su una piccola cittadina munita di cinta murarie, pronte a difendere tutti gli abitanti del villaggio. Collocato in cima a una grande montagna, in questo regno era possibile scorgere, in lontananza, tutte le creature fantastiche che lo popolavano, anche loro abituate a trascorrere le giornate in totale pace e armonia. Il Re Drago, oltre all'impegno di reggente, si ritrova anche nei panni di padre adottivo della piccola Yuu, un'orfana che culla il sogno di poter diventare, un giorno, come suo padre: un eroe caduto in battaglia affrontando il Re Demone, in una battaglia che aveva ridato vitalità alla dicotomia tra uomini e mostri. L'obiettivo della ragazza diventa così quello di impegnarsi ogni giorno nel combattimento, per migliorarsi e diventare finalmente una grande eroina, sotto l'egida del Re Drago, che un giorno la sprona a scoprire il mondo che la circonda.

Il pretesto narrativo del titolo di Nippon Ichi Software fa in modo che sin da subito si possa capire quanto peso il team di sviluppo abbia voluto riporre nell'aspetto del racconto, con le finalità di contestualizzare nel miglior modo possibile le vicende che riguardano Yuu. La sua corsa verso il diventare un'eroina la porterà a scoprire il proprio passato, mantenendo un forte legame con il presente: la presenza del Re Drago sarà sempre ben attiva, si potrà sentire, andando a corredare quella che è a tutti gli effetti una fiaba dai toni molto leggiadri, pregna di dialoghi che mostrano un guizzo brioso. Nella sua totalità ritroviamo sicuramente una favola classica, scevra di grandi colpi di genio nel canovaccio, ma non per questo da disdegnare: l'obiettivo di Nippon Ichi Software - sembra palese - non è altro che narrare un'avventura ordinaria, facendoci empatizzare con Yuu e alcune delle sue ingenuità.

Le azioni di gentilezza di Yuu

Accanto al suo essere naif, la protagonista finisce per dimostrarsi ripetute volte anche squisitamente gentile, non a caso sbloccando le "azioni di gentilezza" con gli NPC: l'accezione del suo carattere è fondamentale nel momento in cui ci rendiamo conto che la trama ha tutto l'interesse possibile per farci commuovere e per andare a potenziare l'aspetto empatico, già citato poc'anzi. Lo stesso doppiaggio, rigorosamente solo in lingua giapponese, ci permette di avere un rapporto diretto ancora più intenso con una voce flebile e che sembra quasi voler intonare una melodia soffusa e delicata, da alito di vento che ci accarezza in una giornata afosa. Il tutto raccontato, poi, con lo stile delle vignette da graphic novel (uno stile che in Italia hanno usato di recente i ragazzi di FORECLOSED), così da esaltare ancora di più la sperimentazione della quale Nippon Ichi Software è maestra.

Dato il contesto di ciò che andremo a scoprire, capiamo di che genere si tratta The Cruel King and the Great Hero: l'ambiente procede con uno scorrimento orizzontale, al movimento di Yuu, con elementi da jRPG. Privi di qualsivoglia labirinti, si procede dall'esplorazione del villaggio dei mostri fino al mondo circostante. L'interazione con alcuni degli abitanti del posto permetteranno alla protagonista di reclutare alcuni personaggi in battaglia, per avere man forte in scontri che potrebbero essere non alla sua portata. Di certo il gioco non si esalta per le fasi esplorative, laddove siamo abituati a perlustrare qualsiasi anfratto in un ambiente jRPG: il movimento molto cadenzato di Yuu e la necessità di avere determinati tipi di compagni di viaggio per interagire con i diversi punti di interesse rende a dir poco fastidiosa l'avanzata.

L'arte della crescita e del miglioramento

La nostra eroina, così come i suoi compagni di viaggio, ha una progressione, di livello in livello, basata su cinque diverse caratteristiche: energia, stamina, forza, difesa e velocità, con quest'ultima fondamentale per poter avere il primo colpo sull'avversario, spesso fondamentale. Il tutto cresce in automatico all'aumentare di livello, il che avviene all'ottenimento di punti exp, concessi dalle battaglie vinte o dalle missioni portate a termine, soprattutto le secondarie. L'unico aspetto che Nippon Ichi Software lascia interamente customizzabile e a nostra disposizione è l'equipaggiamento, soprattutto nel momento in cui potremo liberarci del ramo che brandiamo a mo' di spada per sostituirlo con un'arma vera. Avremo poi due slot per gli anelli e ovviamente la possibilità di cambiare il nostro vestito.

Le fasi di combattimento prevedono, infine, un sistema a turni che vi permetterà di scegliere tra un attacco base, un'abilità che consumerà punti energia, l'utilizzo di un oggetto e la possibilità di difendersi, per cercare di assorbire il colpo: una costruzione molto old style, ma non per questo da penalizzare, perché la semplicità del gameplay riesce a rendere il tutto molto gradevole. L'aspetto più affascinante è sicuramente relegato alle abilità speciali, perché Yuu andrà ad apprenderne di nuove nel corso dell'avventura, così da potenziare le proprie possibilità d'attacco, così da poter contrastare al meglio un roster di avversari variegato e anche per questo abbastanza affascinante.

The Cruel King and the Great Hero, però, non nasconde minimamente quella che è la sua caratteristica principale, ossia la scelta della realizzazione tecnica e della direzione artistica. Tutto il gioco è un disegno a mano che persegue l'intenzione di raccontare una storia leggiadra, fiabesca, con ambientazioni che riescono a esaltarsi nella loro varietà, dalle grotte ai sentieri fino alle lande infuocate. Non stiamo parlando di fotorealismo, né siamo dinanzi a una produzione che vuole strafare con la realizzazione tecnica, bensì a un'opera di grande coerenza artistica, in grado di supportare una narrazione vellutata con uno stile grafico altrettanto funzionale. Così come la colonna sonora, che finisce per scandire perfettamente ogni momento di gioco, dalle più concitate battaglie fino al movimento a esplorare le zone circostanti.

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