Ubisoft ha preso una decisione controversa che ha attirato l'attenzione dei giocatori di tutto il mondo. The Crew, il gioco di corse online esclusivo dell'azienda, ha smesso di essere utilizzabile lo scorso 1º aprile, quando i server sono stati chiusi in virtù di favorire le ultime iterazioni della serie.
Tuttavia, alcuni utenti hanno segnalato che Ubisoft è andata oltre, revocando completamente le licenze di accesso al gioco dagli account di Ubisoft Connect.
Questa mossa ha suscitato lamentele da parte dei possessori del gioco, i quali la considerano un'azione discutibile ed equiparabile a un furto. Al netto di chi fruiva del gioco attraverso il servizio in abbonamento di Ubisoft, molti giocatori avevano regolarmente acquistato il gioco e non hanno ricevuto alcuna sorta di avviso in merito al fatto che l'azienda avrebbe revocato le licenze, proibendo l'accesso al titolo presente nelle librerie dei giocatori.
Chi ha cercato di avviare il gioco, in seguito alla segnalazione dell'episodio, ha ricevuto un messaggio che indicava che l'accesso al prodotto non era più possibile.
Tuttavia, va segnalato che The Crew è un gioco di corse esclusivamente online, il che significa che senza i server la proprietà del titolo si limita a un'icona da collezionare nella propria libreria di giochi.
Inoltre, quando Ubisoft ha annunciato la chiusura dei server, ha offerto rimborsi a coloro che avevano acquistato di recente The Crew. Tuttavia, dato che il gioco è stato disponibile per diversi anni, il rimborso non è stato applicato alla maggior parte dei giocatori.
Il lato ironico di tuta la faccenda è che la cancellazione delle licenze è avvenuta pochi giorni dopo che alcuni giocatori avevano pianificato di creare dei server privati dove poter continuare a giocare a The Crew, seppur con delle limitazioni, opzione che, ovviamente, è al momento impossibile.
Tutta questa situazione, però, mette in luce un problema molto più ampio riguardante l'acquisto e l'uso di beni digitali. Anche se paghiamo per questi prodotti, non possediamo realmente nulla.
Il settore mobile ce lo ricorda, quasi, quotidianamente, attraverso app che diventano inutilizzabili nel momento in cui gli sviluppatori decidono di rimuoverle completamente dagli store o di non aggiornarle per venire supportate dai sistemi operativi più recenti.
I termini di servizio di Ubisoft, e di altri publisher, da sempre chiariscono questo concetto. Philippe Tremblay, direttore dei servizi in abbonamento di Ubisoft, ha recentemente dovranno iniziare a essere a loro agio con il non possedere i loro giochi.
Tuttavia, rimane un problema molto importante, soprattutto in un mercato che, al netto di produzioni GaaS quali The Crew, chiede cifre importanti per acquistare dei prodotti digitali che, per quanto si voglia dire il contrario, non saranno mai del tutto di nostra proprietà.