Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder's Revenge: Dimension Shellshock | Recensione

Avatar di Andrea Maiellano

a cura di Andrea Maiellano

Author

Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder's Revenge
è stata una delle rivelazioni dello scorso anno. Un beat ’em up bidimensionale, adornato da una squisita pixel art, che è stato capace di raccogliere quella pesante eredità lasciata da Konami a metà anni’90 e graziare le Tartarughe Ninja, e i loro fan, con una lettera d’amore digitale. 

Un titolo che nel suo piccolo si è dimostrato ben più che meritevole di attenzioni, oltre che capace di conquistare anche chi non è fan delle quattro tartarughe ma apprezza semplicemente quel genere di produzioni tanto in voga, fra gli anni 80 e 90, nei cabinati che costellavano le pareti di quelle fumose sale giochi, oramai confinate a un agrodolce ricordo della nostra giovinezza.

A circa un anno dal lancio, Tribute Games, ha deciso di arricchire la sua produzione, prima di dedicarsi a nuovi progetti, ringraziando in primis tutti i fan delle Tartarughe Ninja con un DLC che profuma più di espansione vera e propria. 

Prezzo accessibile, tanti contenuti e la solita cura nel dettaglio, rendono Dimension Shellshock un “must have” per chiunque abbia apprezzato Shredder’s Revenge, oltre che un ottimo “add-on” per chiunque si avvicinerà al gioco in futuro. 7,99€ (o incluso in bundle con il gioco principale per un periodo di teempo limitato) per aggiungere due personaggi al roster, già di per se corposo, e poter accedere a una modalità sopravvivenza la quale, grazie alla cura con cui è stata realizzata, assume tutti i connotati di una cmpagna “stand-alone” di stampo “rogue-like”. 

Partendo proprio dalle aggiunte al roster dei personaggi, troviamo l’iconico Usagi Yojimbo (il coniglio ronin nato dalla matita di Stan Sakai e diventato una comparsa costante in tutte le produzioni targate TMNT) e la letale Karai (la figlia adottiva di Shredder che, dal 1992, ha sempre ricoperto il ruolo di amica/nemica delle Tartarughe, diventando ben presto uno dei personaggi più apprezzati dalla fanbase). 

Partendo da Usagi, si tratta di un personaggio dalle statistiche apparentemente più basse, rispetto agli altri lottatori presenti nel roster, ma capace di rivelarsi ben più che letale nelle mani giuste. Il suo gameplay si basa tutto sulla sospensione aerea dei nemici per controllare il campo di battaglia e poterli mettere fuori combattimento con rapide combo aeree.

Un combat system peculiare ma che permette di annientare dozzine di nemici in pochi minuti, a patto di non cercare, nel celebre coniglio ronin, un personaggio particolarmente rapido o resistente.

Karai, invece, è molto rapida e permette di eseguire veloci affondi mentre ci si sposta rapidamente da na parte all’altra dello schermo. Come personaggio risulta molto fragile ma la sua rapidità, e le elevate quantità di danni che è capace di mettere a segno in poco tempo, la rendono un ottima scelta per chi ama lo stile di gioco da “glass-cannon”, ovvero per chi preferisce rischiare costantemente un k.o. mentre elimina velocemente ondate e ondate di avversari.

Insomma due personaggi che riescono a inserirsi nel roster in maniera omogenea e a ricoprire due ruoli diversi rispetto ai sette già occupati dai personaggi presenti in Shredder’s Revenge e a non sbilanciare eccessivamente l’esperienza offerta dall’avventura principale.

Per quanto riguarda invece la modalità Sopravvivenza presente in Dimension Shell Shock, ci troviamo di fronte a una mini campagna nella quali e Neutrini chiedono aiuto alle Tartarughe, per fermare uno Shredder che sta viaggiando fra le dimensioni alla ricerca di alcuni, peculiari, cristalli che gli donerebbero un potere sconfinato. Un incipit molto semplice ma che apre le porte sia al concetto di multiverso, esposto dal DLC, sia al giustificare la presenza di Usagi e Karai all’interno della storia principale. 

La modalità sopravvivenza, e in questo caso la potevano chiamare diversamente visto quanto dista dagli stilemi classici di questo tipo di esperienza, permette a un massimo di due giocatori di cimentarsi in una serie di arene dove un numero definito di nemici andrà eliminato prima di proseguire. Le arene spaziano fra tutte le iterazioni viste in trent’anni di Tartarughe Ninja, proponendo scenari ispirati ai fumetti del periodo Mirage, al cartone animato del 2003, ai videogiochi usciti nelle varie decadi e così via. 

Lo scopo non è solo quello di superare un numero di stage sempre più elevato ma, soprattutto, di recuperare i cristalli che verranno lasciati cadere dai nemici o che sarà possibile guadagnare a fine stage. Questi serviranno, molto banalmente, a migliorare i parametri del personaggio che staremo utilizzando, permettendogli di diventare più forte, e longevo, garantendo la possibilità di progredire sempre di più all’interno della modalità sopravvivenza. 

Il livello di difficoltà è settato verso l’alto, garantendo una sfida impegnativa, e bilanciata, per chi ha già disossato il gioco in ogni suo aspetto ma risultando leggermente frustrante per chi deciderà di cimentarsi prima con la modalità sopravvivenza (ma perché dovreste farlo?). I boss sono molto più aggressivi e presentano i pattern d’attacco, e la resistenza, delle controparti presenti nella campagna principale al livello di difficoltà più alto. 

L’aspetto più caratteristico della modalità sopravvivenza presente in Dimension Shellshock è, tuttavia, la possibilità di guadagnare dei bonus al termine di ogni stage. Questi ultimi forniscono gli effetti più disparati, dall’aumentare il potere d’attacco, a discapito della resistenza del personaggio, fino al trasformare l’eroe selezionato in un personaggio diverso, non facendo distinzioni fra nemici o alleati. 

Vi posso garantire che giocare uno stage nei panni di Shredder, è un’esperienza davvero divertente ma anche ritrovarsi nei panni di Bebop, Rocksteady o qualsivoglia altro personaggio presente in Shredder’s Revenge, garantisce la giusta varietà  a una modalità di gioco già di per se molto corposa e sfaccettata. 

L’unico, reale, difetto che posso muovere a Dimension Shellshock è lo stesso che mossi nei confronti di Shredder’s Revenge, ovvero l’impossibilità di avere una progressione dei personaggi condivisa. Se avete deciso di intraprendere un percorso con Usagi, potenziandolo e rendendolo più forte, dovrete ricominciare da capo una volta che deciderete di cambiare personaggio.

Comprendo che sia un aspetto prettamente legato all’offrire una longevità più elevata al titolo ma, nella maggior parte dei casi, si rivelerà un deterrente verso quei giocatori che non hanno tempo a sufficienza per rigiocare con, ben, nove personaggi, tutto quello che Shredder’s Revenge, e Dimension Shellshock, hanno da offrire.

Sul fronte tecnico, e della direzione artistica, non c’è niente da appuntare. Tutto è realizzato con lo stesso amore che rese così speciale Shredder’s Revenge. Dai fondali, alle animazioni dei nuovi personaggi, alle skin ispirate a diversi periodi storici delle TMNT, fino alla moltitudine di Easter Egg presenti, Dimension Shellshock riesce nel rimepire quei piccoli buchi lasciati scoperti dal titolo originale, rendendo Shredder’s Revenge un prodotto davvero completo sotto ogni aspetto e che ogni fan delle Tartarughe Ninja, o dei beat ‘em up bidimensionali, dovrebbe assolutamente provare almeno una volta nella vita. 

Leggi altri articoli