Tales from the Borderlands: un viaggio nella follia

Un nostro approfondimento su Tales from the Borderlands in vista di New Tales from the Borderlands, in arrivo il prossimo ottobre.

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a cura di Nicholas Mercurio

Nel panorama odierno, tra i tanti videogiochi con cui ci approcciamo, ce ne sono alcuni che si fanno conoscere per la loro personalità, e Tales from the Borderlands non ha mai tradito questa filosofia. Sono irriverenti, scalmanati, folli e fuori dagli schemi. E poi ci sono quelli tranquilli, spensierati e riflessivi che spesso giochiamo per rilassarci o per commuoverci, come The Last of Us.

Potremmo citarne moltissimi, e alcuni di loro, in un modo o nell’altro, saprebbero come impressionarci nuovamente anche se li abbiamo giocati in tantissime occasioni. Non è tanto la meta ma è il viaggio, abbiamo scritto un paio di settimane fa quando abbiamo parlato di NieR, trattando successivamente di Stray e gli Oltraggiosi. Nel frattempo, è arrivata la Gamescom, la celeberrima kermesse estiva di Colonia, portandosi dietro conferenze, presentazioni e nuovi trailer che, in un modo o nell’altro, ci hanno coinvolto positivamente.

Uno in particolare, con tutto il rispetto per Return to Monkey Island, è New Tales from the Borderlands, seguito di Tales from the Borderlands, sviluppato da Telltale Games appena prima del fallimento che ha costretto l’azienda americana a dichiarare bancarotta, condannando così la prosecuzione di tante produzioni che, fino a qualche mese fa, consideravamo defunte.

Abbiamo detto addio a The Walking Dead e all’avventura di Clementine, ci siamo dimenticati della seconda stagione di Game of Thrones e ci siamo arresi con The Wolf Among Us fino all’annuncio del secondo capitolo, avvenuto durante la Summer Game Fest 2021, un momento che ha coinvolto non soltanto gli storici appassionati della casa sviluppatrice californiana, ma anche chi non ne ha mai sentito parlare fino a oggi.

Qual è la differenza tra Tales from the Borderlands e New Tales from the Borderlands? Dopo il fallimento di Telltale avvenuto nel 2018, 2K ha comprato i diritti delle storie raccontate nell’universo di Borderlands per continuare l’epica avventura dei Cacciatori della Cripta, di cui abbiamo impersonato le gesta nei principali capitoli del franchise. Conserviamo, da allora, un meraviglioso ricordo delle nostre avventure, soprattutto quando ci siamo calati nei panni di Zero, facendo la guerra a Jack il Bello, il cattivone del mondo di Borderlands che per l’occasione era tornato anche in Tales from the Borderlands, un'avventura che vede Pandora liberata dalle mira espansionistiche della Hyperion e dal cattivo della Galassia per eccellenza, l’unico che ha quasi ucciso ogni essere vivente sul pianeta più pericoloso e sgangherato in cui siamo mai incappati. Borderlands 2, che Gearbox sviluppò dopo il successo del primo capitolo del brand, è ancora oggi tra i migliori videogiochi degli ultimi dodici anni, con un Borderlands 3 comunque ottimo.

Rappresenta una prova d’amore per il genere sparatutto, in particolare per via di un momento indimenticabile in cui abbiamo incontrato un tizio che urlava a squarciagola “Sparami in faccia”, pretendendo di non essere colpito da noi né al ginocchio, né al braccio, né nella spina dorsale ma, semplicemente, dritto in faccia.

Era il tipico taglio umoristico e dissacrante di Borderlands che, grazie alle sue battute, ci ha dato la possibilità di viaggiare per il mondo di Pandora con il sorriso stampato sulle labbra, mentre ascoltavamo Jack il Bello insultarci e umiliarci con il suo tipico tono da cattivo che ancora oggi sentiamo tra le orecchie, ricordando come allora la voce scanzonata di Andrea Bolognini, il doppiatore del perfido magnante della Hyperion. Il successo di Borderlands 2, in tal senso, ha visto Telltale Games proporre a Gearbox di realizzare un’avventura narrativa per il mondo di Pandora, con quest’ultima divenuta canonica, poiché collegata al terzo capitolo del franchise.

Tales from the Borderlands, pubblicato il 25 novembre 2014, è arrivato in un momento delicato per il nostro panorama. La generazione PlayStation 3 e Xbox 360 lasciava spazio a Xbox One e a PlayStation 4, e questo fu un momento importante per il genere delle avventure narrative. Se di recente abbiamo conosciuto South of the Circle, all’epoca ci approcciavamo a Life is Strange di Dontnod, che a sua volta cavalcò il successo della prima stagione di The Walking Dead, ancora oggi una delle più importanti produzioni create da Telltale Games al pari di Sam and Max Save the World.

Le fondamenta di Tales from the Borlerlands, quindi, sono giunte da lontano: se da una parte ci sono i meriti di Gearbox e Borderlands 2, dall’altra c’era la maturità di Telltale Games, la più importante casa sviluppatrice del mercato videoludico. E la storia di Tales from the Borderlands, appunto, comincia con un grande equivoco, dove un’arrivista, una ladra e un robot dell’Hyperion si ritrovano a collaborare per uno scopo più grande di loro. Penseremmo che siano in cerca di risposte, di oro e ricchezze, ma cosa cercano degli improvvisati Cacciatori della Cripta?

Tales from the Borderlands: non tutto è come appare

Nel corso degli anni ci siamo abituati a indossare i panni di Zero e degli altri personaggi dell’universo di Borderlands. In Tales from the Borderlands, tuttavia, i personaggi di cui abbiamo seguito le gesta sono Rhys e Fiona, due protagonisti agli antipodi l’uno dall’altra uniti dallo stesso obiettivo: arricchirsi, diventare qualcuno e fuggire dalle piane desertiche di Pandora.

Se Rhys è un genio dell’Hyperion capace di svolgere qualunque tipo di lavoro, Fionda è invece cresciuta per la strada, vivendo alla giornata. L’intera narrazione di Tales from the Borderlands ruota attorno a questa sinergia, mentre il contesto prende una piega sempre più singolare. In tal senso, Tales from the Borderlands è ambientato subito dopo Borderlands 2 e l’inizio di Borderlands 3, in un momento storico che vede Pandora e in generale l’Hyperion reduce dalla morte di Jack il Bello per mano del Cacciatore della Cripta che abbiamo impersonato nel secondo capitolo della serie principale.

A differenza di Borderlands, Tales from the Borderlands era un’avventura narrativa nel pieno stile di Telltale. La collaborazione con Gearbox Software fu talmente apprezzata dai fan che Borderlands 3 vide il ritorno proprio di Rhys in un ruolo totalmente diverso. Ma procediamo con ordine.

Jack il Bello è morto, è stato ucciso, ormai è soltanto il passato… ma siamo sicuri che sia così? Non facendovi troppi spoiler, possiamo assicurarvi che il racconto di Tales from the Borderlands è ricco di colpi di scena ed è una delle produzioni più appassionanti delle avventure di Telltale perché, oltre a proporre un racconto interessante e appassionante, riesce a dare uno spessore narrativo ancora più profondo e ben strutturato. Complici il passato di Borderlands e il successo degli ultimi anni, Tales of the Borderlands arrivò all’obiettivo e piacque soprattutto ai fan di lunga data.

A causa del fallimento di Telltale, avvenuto nel 2018, l’avventura narrativa scomparve dagli store online di ogni piattaforma disponibile. Ma con l’avvento della nuova Telltale, ben diversa da quella passata, il videogioco si presentò in forma smagliante nella sua versione originale. E fu pubblicato, successivamente, anche su Nintendo Switch, estendendo così il proprio mercato. Al netto di questo, però, non tutto è come appare. Dapprima pensavamo che Tales from the Borderlands fosse l’ennesimo tentativo di uno studio di sviluppo di presentare un videogioco per cavalcare la classica onda del successo di un brand vincente, ma in realtà c’è molto altro sotto di cui forse non parliamo abbastanza.

Ci riferiamo al racconto, che in Tales from the Borderlands riguarda direttamente non degli eroi che sanno sparare e uccidere chiunque, ma delle persone semplici che si ritrovano in una rete di avvenimenti più grande di loro, e che potrebbe scatenarsi senza freni. Ci sono Rhys e Vaughn che sopravvivono come ingegneri della Hyperion e sono in un costante occhio del ciclone, mentre poi ci sono Fiona e sua sorella Sasha, le quali conoscono solo i bassifondi degli agglomerati di Pandora.

Il racconto, dunque, parla di persone semplici alla ricerca di qualcosa in più per loro e per il mondo. Di gente coraggiosa che vive alla giornata ma cerca di trovare un modo per sbancare il lunario. Rhys ha più ambizione di qualunque altro ed è il primo protagonista che conosciamo, e nell’evoluzione narrativa della produzione di Telltale Games si rafforza a tal punto da crescere in modo convincente, andando ben oltre i propri desideri.

Fiona, al contrario, è una protagonista riflessiva con un piano per ogni occasione, ed è abituata a rubare per vivere. Due protagonisti simili, in effetti, come potrebbero mai andare d’accordo e sostenersi a vicenda? Probabilmente se alla fine del viaggio, oltre una nube bianca che forma la Cripta, ci sono tesori dal valore inestimabile, traboccanti di Eridium. Con queste premesse, se ci pensiamo, tutto diventerebbe già di per sé particolarmente interessante e intrigante.

Mentre la narrazione si evolve man mano, ci accorgiamo di quanto Tales from the Borderlands sia una serie incredibile sotto ogni punto di vista, con ottime tematiche al loro interno. Ce n’è una, però, che alla fine del viaggio strappa ben più di un sorriso: l’amicizia che lega Rhys, Fiona, Vaughn e Sasha è, in effetti, la cosa migliore che sia stata esplorata da Telltale Games.

Viene naturale affezionarsi a questo legame, che è stato il motivo per il quale abbiamo amato tremendamente Tales from the Borderlands. A differenza di tante altre avventure narrative presenti sul mercato, crediamo senza ombra di dubbio che sia la migliore, nonché l’unica che riesce a inserire le emozioni umane con naturalezza, approcciandosi con maturità a un racconto che vince e intrattiene. Spesso ci domandiamo, infatti, come l’interazione possa migliorare all’interno di un’avventura narrativa: arriviamo tutti da Monkey Island, da esperienze memorabili e significative come Detroid: Become Human e da opere d'arte come The Walking Dead.

In passato abbiamo conosciuto Clementine e la sua storia, ma con Tales from the Borderlands abbiamo conosciuto da un’altra prospettiva come i legami d’amicizia si rafforzino, dimostrandoci quanto possa essere meraviglioso il mondo creato da Gearbox. Con Tales from the Borderlands siamo andati oltre a sparare in faccia a un tizio, e ci siamo persi in un racconto molto più intimista di quanto immaginiamo. Avevamo bisogno di una storia del genere e di sentirci immersi in uno scenario appassionante e travolgente che fosse capace di farci sentire unici.

Una nuova storia, un nuovo nemico, tre nuovi personaggi

Durante la recente Gamescom, nella caldissima kermesse dell’Opening Night Live, New Tales from the Borderlands si è presentato in pompa magna, stavolta con sia il logo di Telltale Games che con quello di Gearbox Software, forte del successo di Tiny Tina’s Wonderlands, un capitolo a sé stante come lo è stato Borderldands The Pre-Sequel, ambientato tra il primo Borderlands e il secondo videogioco del franchise. Durante la visione del trailer, è subito saltato all’occhio un nuovo cattivo che, a quanto pare, potrebbe mettere in difficoltà i nuovi tre protagonisti delle avventure di questa nuova storia su Promethea, un pianeta esclusivo che non vediamo l’ora di esplorare nel prossimo capitolo del franchise, che attendiamo ormai con tanta curiosità.

Mentre lo visionavamo, ne siamo rimasti ovviamente affascinati: ci sono esplosioni, macchine roboanti, navicelle spaziali e il solito umorismo dissacrante che rese Borderlands una delle serie videoludiche più apprezzate dai giocatori. Conosciamo i nomi dei protagonisti e poco altro, ma questo basta e avanza per arrivare all’appuntamento con New Tales from the Borderlands già sicuri di trovarsi davanti un’opera che potrebbe sorprendere e appassionare come è stato fatto in passato.

Il trio, formato da Anu, Octavio e Fran, potrebbe sorprendere nuovamente e regalare ulteriori ore di divertimento. Proprio come Rhys e Fiona, infatti, i tre protagonisti di questo nuovo ciclo narrativo sono alla ricerca della chiave di una Cripta. Nulla di nuovo, quindi, all’orizzonte, ma è il contesto a interessarci: il pianeta Pandora non è più il protagonista delle vicende, quanto più un’ombra a cui ripensiamo con il sorriso.

Tales from the Borderlands, infatti, sarà ambientato in una metropoli urbana, in un mondo totalmente diverso. E a quanto pare c’è pure un cattivo degno di questo nome, di cui ancora non conosciamo nulla ma che sembra uscito da una brutale versione di un film dell’orrore, con squartamenti e freddure incluse che non vediamo l’ora di approfondire a dovere. L’atmosfera del trailer offre ulteriori interpretazioni perché, nel frattempo, ci dà la sensazione di essere ben più matura di quanto sembra e delineata ancora meglio, specie se riflettiamo sulle tematiche che potrebbe affrontare.

Ognuno dei protagonisti, poi, sembra avere le proprie ragioni per spingersi in un viaggio ignoto e pericoloso. C’è la vendetta, c’è la voglia di arricchirsi e c’è il desiderio di dimostrare al mondo che non esiste solamente la tecnologia al mondo, ma che c’è molto di più. L’appuntamento, per il momento, è fissato per il 21 ottobre 2022, una data che abbiamo già segnato sul calendario. E chissà se rincontreremo Rhys, Fiona e Claptrap in questa nuova avventura nell’universo di Borderlands.

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