Tactics Ogre Reborn | Recensione - Rivisitare un classico
La recensione di Tactics Ogre Reborn, riedizione del capolavoro tattico di Square Enix uscito nel 2010 su Playstation Portable
Advertisement
a cura di Andrea Baiano Svizzero
Mentre il grande pubblico si appresta ad impugnare leviatano e a fronteggiare l'aspro inverno norreno, o a catturare buffe creature selvatiche, ho passato del tempo in compagnia di Tactics Ogre Reborn. Una riedizione di un classico dei giochi di ruolo tattici, che dalla sua versione PSP (a sua volta un remake) ha deciso di saltare sulle console moderne con il benestare di Square Enix.
Considerato dai più l'apice del genere, l'epopea cavalleresca di Yasumi Matsuno ha sempre un po' sofferto un successo commerciale discreto. Tactics Ogre Reborn ha quindi l'occasione di farsi scoprire da un nuovo pubblico, o dagli appassionati che dal lontano 2010 aspettano di ritornare a quelle atmosfere, e ad un gameplay estremamente profondo e ricco di fascino. Forse solo Triangle Strategy è riuscito ad avvicinarsi al tipo di esperienza che Tactics Ogre Reborn offre, e pur essendo un titolo proveniente dal lontano passato, quest'ultimo ha ancora molto da offrire.
Se nell'anteprima avevo scalfito la superficie delle modifiche introdotte nel gameplay, focalizzandomi maggiormente sulla rinnovata presentazione grafica, qui cercherò di andare più a fondo, raccontandovi a 360 gradi l'esperienza e le novità che introduce.
Una storia senza tempo
Con diversi giochi a tracciare la storia geopolitica del mondo di gioco, Tactics Ogre Reborn non può che collocarsi alla fine di un percorso, tra l'altro mai compiuto, visto il brusco stop della serie. La storia è di fatto una continuazione del conflitto di Dorgalua, ed è ambientata esattamente 18 anni dopo quegli eventi. La vittoria del re Dorgalua aveva portato dei regni valeriani, unificati per la prima volta nel Regno di Valeria, in quella che sarà poi ricordato come un'età d'oro per il continente, ora privo di conflitti e in relativa pace.
Tactics Ogre Reborn, prima conosciuto come Let us Cling Together, racconta le conseguenze di quel conflitto, dalle oppressioni dei Bakram verso i Walister, agli atroci crimini di guerra che molti dei personaggi hanno subito, e poi dimenticato, in nome di una causa superiore.
Le vicende, raccontate nell'arco di 4 corposi capitoli, seguono i giovani ribelli Denam, Catiua e Vyce. Poco più che adolescenti, gettati in un conflitto più grande di loro per ambire ad una libertà mai davvero realizzata. La narrazione di Tactics Ogre Reborn è complessa, spesso al punto da risultare un difetto, quantomeno per i nuovi giocatori. La conoscenza pregressa degli eventi e dei conflitti del continente aiuta molto a contestualizzare le vicende e le motivazioni dei personaggi, che altrimenti richiedono un po' di tempo per essere assimilate. Non nascondo che le prime ore di gioco potrebbero risultare poco digeribili, in tal senso, vista anche la mancata traduzione dei testi. Fortunatamente il buon doppiaggio inglese, prima assente, rende il tutto più scorrevole e piacevole.
Nonostante la sua complessità, i temi della storia di Let us Cling Together sono piuttosto universali. Con maturità e una scrittura ottima, Tactics Ogre Reborn racconta la crudezza della guerra, i suoi paradossi e i sacrifici da compiere per il proprio ideale di libertà. Un ideale che, per quanto nobile, potrebbe richiedere la soppressione della libertà di qualcun altro. Tactics Ogre Reborn è anche estremamente politico, dipingendo un mondo di gioco complesso, con scelte strategiche e bivi narrativi che riflettono davvero l'approccio del giocatore.
Questo perché, in scene chiave, le scelte compiute vi porteranno in una delle 3 progressioni possibili: Caotica, Neutrale, Legale. Dei bivi che trasformano gli eventi in modo piuttosto sostanziale, anche rispetto alla caratterizzazione del personaggio di Denam e alle reazioni dei co-protagonisti. Fortunatamente, in caso vi sentiate in preda al rimorso o altro, la meccanica del World Tarot permette di tornare indietro in punti specifici della storia, e cambiarne il corso. Non dissimile dal Chariot Tarot, legato però alle battaglie e alle azioni svolte in esse.
Di tutti (o quasi) i sistemi di gioco, legati all'anima da jrpg tattico, ne ho parlato in parte nell'anteprima di qualche settimana fa. Questo perché Tactics Ogre Reborn è sì una riedizione del remake di Let Us Cling Together uscito su PSP, ma anche una sua revisione pressoché totale.
Grande strategia
Tactics Ogre Reborn è un rpg tattico a turni, non dissimile da altri esponenti del genere. Ha delle sue peculiarità, come la gestione dei turni affidata al Recovery Time delle singole unità (e non al party), ma si procede nelle mappe attraverso una scacchiera, mettendo a segno la strategia e l'azione che si ritiene più opportuna. Allo stesso tempo, è un'esperienza che porta con sé diversi sistemi complessi, che vanno tenuti a mente quando si affrontano gli scontri. Tactics Ogre Reborn è piuttosto impegnativo, e giocarlo senza alcun raziocinio vi porterà inevitabilmente alla sconfitta.
Rispetto alla versione del 2010, c'è un focus maggiore sugli elementi (fuoco, ghiaccio, aria etc), con una nuova selezione di scelte durante l'inizio del gioco. Oltre a dettare l' l'allineamento elementale del vostro personaggio, sarà importante tenerlo in mente in battaglia, per gestire i rapporti di forza tra gli 8 elementi presenti. Il classico sistema sasso, carta, forbice, che qui ha però più elementi da considerare. In questo senso viene in aiuto la nuova interfaccia, che durante gli scontri vi mostrerà se il tipo elementale di una vostra unità sarà efficace contro il nemico che state attaccando. Insieme a tutta una serie di informazioni aggiuntive, come la percentuale di successo dell'attacco e il danno che infliggerete. Avere chiaro lo scorrere dei turni, le sintonie elementali e il proprio spazio nella mappa è un prerequisito fondamentale per capirci qualcosa, in Tactics Ogre Reborn.
Le informazioni a schermo sono tante, ma l'immediatezza del gameplay non viene meno. Si tratta pur sempre di un rpg tattico, e avrete a disposizione scelte molto semplici come attaccare, utilizzare skill, magie o oggetti. Soverchiante sì, ma alla base si tratta di un'esperienza di facile lettura, che richiede semplicemente tempo e testa per essere goduta appieno in tutte le sue sfaccettature.
Le modifiche di quality of life sono molteplici, nonostante a livello superficiale si potrebbe guardare a Tactics Ogre Reborn come una pigra remastered. L'interfaccia è più pulita, e tutte le azioni sono facilmente raggiungibili, con meno passaggi tra i menù. Nonostante questo, l'esperienza resta comunque non del tutto piacevole, sia per il sistema di puntatore scelto, ma anche a causa della mancanza di alcuni automatismi. Manca una gestione degli oggetti condivisa, o un'opzione che permetta l'equipaggiamento automatico. Vista la presenza di automatismi, come ad esempio la vendita degli oggetti preziosi negli shop, o il restock degli oggetti equipaggiati dopo gli scontri, non è una pretesa così audace.
L'azione in battaglia può essere drammaticamente velocizzata, grazie all'opzione attivabile in qualsiasi momento durante gli scontri. Un must imprescindibile, vista la durata degli scontri e la lentezza generale dell'azione.
Il bilanciamento dell'esperienza tiene poi conto di diversi fattori, che rendono Tactics Ogre Reborn decisamente più moderno rispetto alla sua forma originale. In questa versione, le skill di ogni personaggio si sbloccano salendo di livello, a differenza della vecchia versione dove si utilizzavano skill points per sbloccarle. Saliranno di livello automaticamente con l'utilizzo, un po' come avviene in altri giochi di ruolo. Tipo Oblivion, ma senza la possibilità di saltare come dei forsennati per rompere il sistema.
Il sistema di charm, utile per cambiare classe ad un'unità o farle guadagnare esperienza, non è dissimile dal passato. La differenza sostanziale è che qui l'esperienza è legata ai singoli personaggi, e non più alla classe. A dettare il limite di livello raggiungibile c'è il livello del party, oltre cui le unità non possono andare. Ovviamente, il livello salirà insieme ai vostri progressi, quindi è un limite solo parziale e che non frena del tutto il grinding.
Questa scelta è un po' strana, perché con il permadeath (ora esteso a 3 turni completi prima di perdere un'unità KO) c'è il rischio di perdere i personaggi più livellati. Allo stesso tempo permette di sperimentare di più con le varie classi presenti, che sono tantissime, senza perdere il livello. Ecco, forse il limite di questo sistema è che richiede tanto grind per le nuove unità, reclutabili negli shop ma solamente al livello 1.
Fortunatamente, il sistema di Chariot Tarot viene in aiuto nel momento in cui si fa una mossa azzardata, potendo riavvolgere i turni e tentare approcci differenti. Soprattutto quando vi affidate alle nuove funzioni di IA per i membri del party, molto utili nel caso in cui vogliate lasciare alla cpu il controllo di unità secondarie, ma decisamente poco efficienti rispetto all'intelligenza delle unità nemiche. Mi è capitato spesso di vedere il mio mago lanciarsi tra diverse unità nemiche, per lanciare un attacco che definire stupido è una gentilezza.
Voto Recensione di Tactics Ogre Reborn - PlayStation 5
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
-
Ben scritto, con una narrazione matura e appassionante...
-
Gameplay tattico profondo e impegnativo
-
Moltissime modifiche di quality of life
-
Il restauro tecnico è quel che è, ma funziona
-
Buon doppiaggio
Contro
-
... ma il contesto degli eventi non è ben spiegato
-
La nuova interfaccia non funziona del tutto
-
Alcune modifiche di design funzionano solo in parte
Commento
Tactics Ogre Reborn è un'esperienza tattica e ruolistica di grande spessore, soprattutto narrativo. Si affaccia alla modernità con un gameplay rinnovato e diverse modifiche di design sostanziali. Modifiche piuttosto valide, che rendono l'esperienza non solo più accessibile ai nuovi giocatori, ma anche più snella ed efficace per chi l'ha già vissuta. Permangono alcuni limiti in questa operazione, che rimane comunque impegnativa e con un sapore old-school sotto diversi punti di vista. Eppure, il lavoro svolto da Square Enix è più che valido, e giustifica in parte l'esborso richiesto al day one. Più di una semplice remastered, nonostante un comparto tecnico che fa trasparire tutt'altro. Continuo a difendere la scelta fatta da Square Enix, che insieme all'upscaling ha ridisegnato alcuni dettagli degli sprite in pixel, e migliorato la leggibilità di un gioco pensato per schermi più grandi dei 4.3 pollici della cara, vecchia PSP.