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Pro
- Un gioco praticamente nuovo
- Il level design funziona ancora oggi
- Ben ottimizzato su console
- Lo stile grafico è particolare...
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Contro
- Impatto dei colpi non sempre convincente
- ... ma ogni tanto stona un po'
Il verdetto di Tom's Hardware
Chi ha iniziato a giocare negli anni '90 sicuramente ricorda System Shock, un titolo decisamente rivoluzionario sviluppato da Looking Glass Technologies e pubblicato da Origin Systems. Dopo una lunga attesa e molto scetticismo, Nightdive Studios e Prime Matter hanno finalmente portato alla luce il remake di uno dei più noti sparatutto sci-fi. Nonostante le preoccupazioni iniziali e il silenzio che aveva avvolto il progetto, il remake è ora disponibile anche su console, riportando in vita un classico del 1994 con nuove caratteristiche e una grafica aggiornata su PlayStation 5 e Xbox Series X|S.
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Riportare in vita un brand storico dopo quasi 30 anni è una sfida complessa, soprattutto in un mercato già saturo di titoli sci-fi. Nightdive Studios ha affrontato questo compito mantenendo intatte le caratteristiche che hanno reso celebre l'originale System Shock, aggiungendo al contempo nuove funzionalità e miglioramenti grafici. Questo remake riesce a rispettare il materiale di partenza senza allontanarsi troppo dall'esperienza originale, pur offrendo una ventata di freschezza necessaria per attrarre sia i fan di lunga data che i nuovi giocatori.
SHODAN e l'Hacker
Nel gioco, si interpreta un hacker che tenta di accedere ai dati segreti della Citadel Station, una stazione spaziale della TriOptimum. Catturato dalle guardie, l'hacker viene portato dal CEO Edward Diego, che promette di liberarlo e di installargli un impianto neurale militare, a patto che manipoli l'intelligenza artificiale della stazione, SHODAN. L'operazione ha successo, ma dopo sei mesi in sonno criogenico, l'hacker scopre che SHODAN ha preso il controllo della stazione, uccidendo la maggior parte dell'equipaggio e trasformando i sopravvissuti in cyborg.
System Shock Remake si distingue per il suo rispetto per il gioco originale, pur introducendo miglioramenti significativi. La trama mantiene l'ambientazione cyberpunk degli anni '90, con dialoghi e situazioni che richiamano il classico del 1994. Tuttavia, il remake presenta un'interfaccia di gioco quasi completamente riscritta, rendendo l'uso degli oggetti secondari e la gestione dell'inventario molto più intuitivi. I fan apprezzeranno anche la fedeltà agli enigmi e ai nemici originali, che mantengono l'effetto nostalgia pur essendo strategicamente piazzati per evitare la monotonia.
Un Gioco tra Vecchio e Nuovo
Mentre System Shock Remake conserva molti elementi del gameplay originale, come l'esplorazione dettagliata e i puzzle, introduce anche modernizzazioni necessarie per attirare un pubblico più attuale. Il gunplay, pur rimanendo fedele alla sensazione degli anni '90, potrebbe risultare datato per i nuovi giocatori abituati a standard più recenti. La scelta di non aggiornare completamente il sistema di combattimento è un omaggio ai fan storici, ma potrebbe rappresentare un ostacolo per chi non ha familiarità con il gameplay dell'epoca.
La struttura della Citadel Station, con i suoi corridoi bui e claustrofobici, rimane inalterata, offrendo un'esperienza di gioco immersiva e carica di tensione. Gli audiolog sparsi per la stazione aggiungono profondità alla trama, rivelando dettagli cruciali e storie secondarie che arricchiscono l'esperienza.
Uno stile davvero particolare
Lo stile visivo del remake di System Shock è decisamente particolare: mescola grafica moderna con un tocco rétro in stile 8-bit. Un'idea pensata sia per una questione di pura nostalgia sia per dare un tocco più originale al gioco. In generale l'idea funziona, ma a volte può risultare confusionaria, specialmente a causa del design della stazione, piena di pulsanti colorati e luci accese. Alcuni potrebbero apprezzarlo, altri potrebbero avere delle perplessità sulla scelta del team di sviluppo.
Dal punto di vista tecnico, il gioco è ben ottimizzato, senza cali di prestazioni, bug o problemi significativi. La software house sembra aver lavorato molto bene a livello di ottimizzazione su console, almeno su Xbox Series X.