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Recensione

Synduality Echo of Ada, extraction shooter a base mecha | Recensione

Synduality Echo of Ada è il nuovo extraction shooter a base mech di Bandai Namco appena arrivato su PC, Xbox e PlayStation!

Avatar di Giacomo Todeschini

a cura di Giacomo Todeschini

Editor

  • Pro
    • Assolutamente assuefacente
    • Shooting di livello
    • Bel setting
  • Contro
    • Troppe meccaniche pay to win
    • IA ampiamente rivedibile

Il verdetto di Tom's Hardware

7.5
Synduality Echo of Ada è un'esperienza che lascia il segno, un riuscito extraction shooter che amalgama insieme numerose variabili interessanti. Il mondo post-apocalittico è affascinante, e il gameplay, pur con qualche sbavatura, è solido e coinvolgente. Il potenziale di questo titolo è enorme, ma per raggiungerlo in pieno, Bandai Namco deve ancora limarlo sotto diversi fronti. L'implementazione di un sistema di progressione più fluido, un miglioramento dell'intelligenza artificiale nemica e una maggiore varietà di missioni sono ad esempio solo alcuni aspetti su cui è necessario intervenire per assicurare un futuro roseo al titolo. Da segnalare anche alcune fastidiose meccaniche pay to win, che non inficiano però fortunatamente in modo eccessivo all’interno del gioco. Nonostante i difetti, Synduality è un’opera altamente assuefacente, capace di ghermire il giocatore come poche altre nel genere. Se il publisher nipponico saprà sistemare i difetti ora presenti, aumentate pure di un’unità il voto che vedete qua sopra.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Synduality Echo of Ada

Synduality Echo of Ada

Anno 2222, una costante pioggia velenosa ha costretto da oltre un secolo quel che rimane dell’umanità a rifugiarsi sotto terra. Il persistente fenomeno climatico, oltre ad aver eliminato il 90% della popolazione mondiale, ha inatti reso inabitale quella che era una volta la casa dell’uomo, facendola diventare un luogo inospitale e pericoloso, culla di pericolose e misteriose nuove creature che prendono il nome di Ender.

Sotto la superficie la situazione è fortunatamente più tranquilla e non vi sono grossi pericoli a mettere sotto scacco i sopravvissuti. Il problema sta nella scarsità di risorse, con l’unica ancora di salvezza dell’umanità che è rappresentata da dei cristalli presenti in superficie, senza i quali la flebile scintilla di speranza ancora accesa si spegnerebbe per sempre.

Recuperarli è insomma tassativo e per portare avanti tale arduo compito arditi avventurieri sono chiamati a prendere il possesso di imponenti mecha, chiamati Cradlecoffin, riempirsi di armi e proiettili e dirigersi in superficie. Delle missioni spesso e volentieri pericolosissime, a causa della nuova fauna ostile, delle condizioni climatiche avverse e anche degli immancabili sciacalli. In loro supporto vi sono però fortunatamente i Magus, intelligenze artificiali umanoidi capaci di assistere gli esploratori nella loro impresa.

Quello che vi abbiamo appena raccontato è l’intrigante setting di Synduality Echo of Ada, extraction shooter di Bandai Namco a base mecha sbarcato il 24 gennaio su PC, Xbox e PlayStation. Dopo averlo provato per qualche settimana e aver contribuito alla rinascita dell’umanità, siamo ora finalmente pronti a parlarvene.

Un gioco che sa catturare

Synduality, ve lo diciamo già adesso, è una droga. Dopo ogni partita vi è infatti la voglia di gettarsi subito in una successiva, per cercare magari quel materiale sfuggito in precedenza o per completare un incarico particolarmente arduo. I minuti diventano ore e i pomeriggi giornate in compagnia dell’opera di Bandai Namco, con il publisher nipponico che è riuscito a catturare perfettamente l’essenza degli extraction shooter e di renderla appetibile al grande pubblico. Certo, le escursioni nel titolo non sono comunque una passeggiata, ma non vi è quello spirito hardcore che contraddistingue ad esempio Escape from Tarkov.

A rendere il tutto più accattivante la presenza dei mech, una lunga serie di opzioni di personalizzazione e il precedentemente citato intrigante setting. Se vi siete poi appassionati all’anime Synduality: Noir, che condivide il medesimo universo narrativo, vi troverete subito a casa, in una spirale di divertimento che vi risucchierà dopo poche ore.

Attenzione però: deve ovviamente piacervi il genere, dato che, essendo un extraction shooter, Echo of Ada riprende anche i più classici difetti di tale tipologia di giochi. Ogni partita si basa infatti sulle medesime meccaniche e per alcuni potrebbe emergere presto la noia del dover rifare sempre le medesime azioni. Certo, sarebbe un po’ come lamentarsi che in FC si corra sempre dietro a un pallone, ma è in ogni caso cosa buona e giusta sottolineare come l’ultima opera di Bandai Namco richieda di fare più e più volte le medesime partite, alla ricerca magari di quel oggetto non trovato in precedenza.

Preparazione ed esplorazione

Ma come funziona quindi Echo of Ada? Esattamente come il più classico degli esponenti del genere, con il nostro tempo nel gioco che si suddivide tra le escursioni nelle pericolose lande del titolo e quelle di gestione nel nostro rifugio. Nelle seconde potremmo modificare componenti e armi del nostro mech, personalizzare il nostro Magus e ricostruire la nostra base. Per fare tutto ciò è necessario avere il giusto quantitativo di soldi e di materiali, con questi ultimi che possono ovviamente essere ottenuti durante le varie operazioni in superficie.

Durante le escursioni, oltre a completare obiettivi e recuperare oggetti, entrano in gioco poi differenti variabili in grado di rendere il tutto più vario. La pioggia acida danneggerà per esempio la resistenza del nostro Cradlecoffin, mentre un indicatore temporale ci segnalerà la sua autonomia prima dell’esaurimento della batteria. Non mancano poi incontri casuali con potenti NPC, vedi leader dei banditi, e piccole missioni cooperative da portare a compimento con altri esploratori trovati in giro per la mappa.

La presenza di più Magus differenti, dotati di abilità in grado di adattarsi meglio alle diverse situazioni, oltre che un arsenale piuttosto intrigante per quanto non estremamente vario, danno poi quel quid in più, rendendo le possibilità di personalizzazione in mano al giocatore elevate non solo dal punto di vista estetico.

Quello che conta è poi come le fasi shooting siano state realizzate in modo molto convincente e anche lo stesso controllare il Cradlecoffin dona delle ottime sensazioni, restituendo sia la potenza del mezzo che il suo ingombro. Più materiale raccoglieremo più il mech diventerà pesante da spostare, contribuendo alla costruzione del trade off tra il portare a casa quanto fino a quel momento raccolto e rischiare ulteriormente per ottenere ancora più risorse.

Il tutto funziona molto bene e, come dicevamo in apertura di articolo, una partita tira l’altra con una facilità disarmante. Bandai Namco è infatti riuscita a creare un qualcosa di assuefacente, amalgamando saggiamente insieme l’immaginario mecha e anime con le meccaniche del genere.

L'altra faccia della medaglia

Arriviamo però ora ai problemi del titolo, dato che non è ahimè tutto oro quel che luccica e sono anzi diversi i punti di attenzione in Synduality Echo of Ada. Il primo e più evidente è sicuramente quello relativo agli elementi pay to win presenti all’interno del titolo. Nel gioco vi è infatti un season pass, che viene spiattellato fin dai primi minuti di gioco in faccia all’utente e che consente di ottenere alcuni oggetti particolarmente potenti prima del dovuto.

I vari miglioramenti alla base, poi, richiedono del tempo per essere completati, con tale attesa che può essere annullata investendo una certa cifra di denaro, un po’ come succede per intendersi in Clash of Clans. Se nel titolo mobile può capitare anche di dover attendere diverse settimane per un miglioramento, qua l’attesa è in ogni caso estremamente più ridotta e arriva a toccare al massimo una manciata d’ore.

Tutti elementi che in un gioco a pagamento creano indubbiamente fastidio nel giocatore e che non ci saremmo aspettati di trovare in una maniera così evidente. Bocciare completamente il titolo per tale motivo sarebbe però estremamente sbagliato e sintomo di come si sia solo scalpita la superficie di ciò che Synduality ha da offrire, senza analizzarlo in modo adeguato.

Per quanto fastidiosi, infatti, tali elementi sono meno dirompenti del previsto e non spostano eccessivamente più di tanto l’asticella da parte di coloro che decidono di investire denaro ulteriore nel titolo. Sia chiaro: era assolutamente meglio non fossero presenti, ma affossare un gioco solo per questo sarebbe altrettanto grave.

Un ulteriore aspetto su cui non si può soprassedere è poi quello relativo all’intelligenza artificiale presente nel titolo, che risulta oltremodo deficitaria. I vari avversari si incastrano spesso e volentieri negli elementi dello schermo e si fermano senza apparente motivo nel bel mezzo di un assalto. La presenza di altri giocatori contribuisce fortunatamente a rendere il tutto meno evidente, ma nelle sezioni PvE si tratta di occasioni che fanno storcere il naso un po’ più del dovuto.

Ancora da rivedere poi il bilanciamento tra i vari mech, con il dislivello tra quelli base e quelli più costosi che è ora come ora troppo netto. Più che questionabile, poi, la decisione di far perdere completamente l’equipaggiamento a disposizione, compreso quello incluso come bonus preordine, nel caso di sconfitta durante l’esplorazione. La possibilità di assicurare i propri beni consente infatti solo di ottenere del denaro in caso di distruzione del proprio veicolo e non il veicolo stesso.

La narrazione, infine, per quanto piacevole, è lasciata a dei brevi filmati disponibili recuperando dei collezionabili in una serie di missioni più lineari che rappresentano quasi una parte staccata dell’esperienza di gioco. Una decisione, quella di frammentare in tal modo il racconto di Synduality Echo of Ada, non troppo felice e che cozza un po’ con la maggiore accessibilità al genere portata dal titolo.

Sul piano tecnico/artistico il gioco vive di alti e bassi, con il design dei mecha e delle mappe che è ben riuscito, mentre non sempre le texture convincono in pieno. L'idea è quella di trovarsi dinnanzi un gioco che non sconvolge alla vista, ma che non delude manco più di tanto. Trattandosi di un'esperienza online si tratta a parere nostro del giusto compromesso.

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