C'è sempre un treno, almeno dove va Kate Walker. Syberia è una delle serie di videogiochi tra le più conosciute e apprezzate al mondo, una delle ultime grandi produzioni grafiche prima del declino avvenuto poco dopo il 2004 e ripreso solo da qualche anno anche grazie al ritorno di vecchie pietre miliari (Monkey Island o lo stesso Syberia).
Quasi non sembra vero, ma da poco la serie ha compiuto ben 20 anni, un risultato straordinario, impreziosito da un quarto capitolo (Syberia: The World Before) di grandissimo pregio e con un salto qualitativo importante rispetto al terzo episodio, al di sotto delle aspettative e soprattutto problematico sotto svariati punti di vista (in particolare sotto il profilo tecnico).
Il genio di Benoît Sokal (scomparso il 28 maggio 2021 a causa di una lunga malattia) ha dato vita a un mondo di gioco artisticamente ispirato e a personaggi memorabili che hanno saputo dar lustro a una storia emozionante e a un viaggio lunghissimo, ancora inconcluso.
Nel lontano 2004, anno di uscita del secondo capitolo, la serie di Syberia sembrava destinata a concludersi con il ritorno di Kate Walker a New York, ma il destino ha avuto in serbo altro per la nostra eroina, che dopo ben 13 anni è tornata con un terzo capitolo piuttosto inaspettato ma anche fortemente criticato. L'arrivo di Syberia: The World Before sembra essere un chiaro tentativo di iniziare l'ultimo anno della serie nel mondo videoludico, che ogni probabilità, si concluderà con un quinto episodio.
Quel giorno di pioggia a Valadilene...
La prima volta che giocai a Syberia fu grazie a un regalo di "Giochi per il mio Computer", che ai tempi regalò davvero delle perle incredibili, tra cui appunto il primo leggendario capitolo della serie firmata Benoît Sokal.
La sua natura "realistica" non mi convinse da subito, ero abituato a titoli quali Hollywood Monsters, Monkey Island e giochi apparentemente colorati, ma già solo il filmato introduttivo mi catapultò in un mondo destinato a entrarmi nel cuore in poco tempo.
E così successe. Sin dal primo momento in cui Kate Walker varcò la soglia della città di Valadilene sotto la pioggia costante che accompagnava il funerale di Anna Voralberg, Syberia riuscì a colpirmi con la sua atmosfera da presente alternativo.
Sicuramente la componente artistica di Benoît Sokal aiutò molto a farmi apprezzare facilmente il gioco, ma le musiche, i personaggi e soprattutto gli enigmi ben pensati, riuscirono ad accompagnarmi in una delle avventure migliori che io possa ricordare.
Kate Walker è una persona comune, con una vita non soddisfacente e un futuro incerto, la volontà di andare alla ricerca dell'erede delle fabbriche Voralberg non fu esattamente una volontà dettata dal lavoro, ma una voglia inconscia di vivere un'avventura, di scoprire il mondo (e riscoprire se stessa).
In questo viaggio cosparso di ostacoli e momento bui, il treno è sempre stato un punto fondamentale di speranze e riflessioni, ulteriormente accertato dalle continui e stimolanti parole di Oscar, il simpatico automa, nonché co-protagonista della serie, che nel corso di tutto il viaggio diventa un confidente e un caro amico per la nostra newyorkese.
Ancora un altro treno
Come detto poc'anzi, la vera ancora di speranza per Kate Walker, il suo simbolo, è il treno. Un mezzo di trasporto che rappresenta l'avventura, la fuga dalla monotonia e da una vita controllata. Kate, alla fine del primo capitolo, scappò da una vita che non le apparteneva più: tradita dal proprio ragazzo e dalla propria amica, voluta solo da una madre comunque troppo possessiva.
Kate si ritrova in un limbo di costante incertezza anche alla fine del suo viaggio con Hans Voralberg, incapace di scegliere se tornare a casa o rivivere un'altra avventura. Il destino, a quanto pare, ebbe in serbo un'altra storia per lei, destinata a cambiare la sua vita, per sempre.
Arrivati alla fine del quarto capitolo (tra le storie più belle di questo 2022) non sappiamo ancora per quanto Kate riuscirà a scappare dal ritorno a New York, ma ciò che possiamo immaginare è che il destino della nostra protagonista in almeno un altro capitolo, pronto finalmente a dare un giusto finale a uno dei franchise narrativi più belli di sempre.
Tanti auguri, Syberia.