Avviare il remake di Super Mario RPG mi ha pervaso di nostalgia, oltre a farmi sentire leggermente vecchio. Il motivo è semplicemente da ritrovarsi nel fatto che io c’ero!
Mi ricordo ancora quando, su una rivista cartacea di metà anni 90, trovai la combo recensione più guida completa di Super Mario RPG, un titolo che veniva celebrato come il gioco con “la migliore grafica disponibile per quegli anni” (Final Fantasy VII sarebbe uscito solo un anno più tardi), nonché un ottimo connubio fra il mondo di Mario e l’universo dei JRPG.
Ovviamente la curiosità mi trasalì, specialmente perché in quegli anni ero un “pischello” che si eccitava facilmente di fronte a voti alti ed elogi di varia natura, e cominciai a cercare Super Mario RPG nelle videoteche locali.
Mi ricordo ancora la doccia fredda nello scoprire che in Italia non era uscito, e che non sarebbe mai arrivato, così come mi ricordo perfettamente una videoteca che, qualche mese più tardi, esponeva in vetrina una copia americana del gioco, con incluso l’adattatore per farlo girare su un Super Nintendo PAL, a una cifra analoga a quella degli scalper odierni.
Considerando la poca conoscenza in merito ai prezzi dei videogiochi, che aleggiava in quel periodo, feci carte false per farmelo comprare e, accompagnato da quella guida cartacea e da un dizionario, spesi alcune fra le settimane migliori della mia storia da videogiocatore.
Super Mario RPG era esattamente quello che diceva quel giornale: “un JRPG per tutti”. Non troppo lungo, non eccessivamente complesso ma ricolmo di segreti e adornato da quella cura tipica delle produzioni targate Squaresoft di quegli anni.
Eh si! Nintendo supervisionò solamente il progetto (nella fattispecie attraverso la figura di Miyamoto che curò tutti gli aspetti dell’universo di Mario) mentre il grosso del lavoro fu realizzato proprio da Squaresoft.
Non sorprende, quindi, che in seguito alla rottura dei rapporti fra le due aziende, Super Mario RPG non vide mai un seguito, così come personaggi quali Geno e Mallow, sparirono dai riflettori.
Fu solo in seguito alla ricostruzione dei rapporti fra Square e Nintendo, più specificatamente nel 2008, che Super Mario RPG venne ripubblicato su Virtual Console, permettendo anche al pubblico Europeo di fruire del gioco ufficialmente.
Nintendo, però, visto l’enorme successo del loro primo JRPG con protagonista Mario, aveva continuato a sperimentare con il genere attraverso altre serie, quali Paper Mario e Mario & Luigi, sancendo, almeno apparentemente, la fine della serie Super Mario RPG.
A gran sorpresa, però, lo scorso giugno Nintendo ha mostrato per la prima volta il remake di Super Mario RPG, cogliendo di sorpresa i fan di vecchia data e generando mille quesiti nei giocatori più giovani, totalmente ignari della storia di questo titolo.
Proprio per questo motivo avrebbe poco senso cominciare a stilare una lista delle modifiche apportate da Nintendo alla versione del 1996, in quanto sono davvero pochi i giocatori che se la ricordano.
Risulta molto più sensato, almeno per quanto mi riguarda, raccontarvi come sono state le prime ore in compagnia del gioco, spiegandovi come mai, al netto di tutto, Super Mario RPG sia, ancora oggi, un’opera di indubbio spessore.
Innanzitutto, a distanza di così tanti anni, Super Mario RPG è ancora un JRPG per tutti, capace fin dai primi momenti di gioco di mostrare chiaramente la sua natura spiccatamente retrò e di accompagnare il giocatore nelle varie meccaniche che lo compongono.
Tutto il gioco, al netto dei frangenti dedicati ai mini-giochi, si presenta con una visuale isometrica e si struttura in aree circoscritte e interconnesse fra loro.
Le dinamiche sono quelle del più classico dei JRPG, si esplorano le aree di gioco, si parla con i vari personaggi e si combatte a turni contro i nemici che si incontreranno sul proprio cammino.
Il gameplay è quello che ci si aspetterebbe da un esponente del genere, basato sul farmare esperienza, per poter essere abbastanza forti da affrontare il boss dell’area, e gestire ogni aspetto del proprio party di personaggi per definire i ruoli che ognuno di loro dovrà ricoprire.
Ogni membro del party, sbloccherà delle abilità uniche salendo di livello, così come potrà essere equipaggiato di armi, e vestiti, che gli serviranno per aumentare determinate statistiche.
Se fino a qui tutto sembra come da copione per un JRPG, quello che rende Super Mario RPG meritevole di attenzione è l’ottimo bilanciamento con cui questi elementi vengono introdotti.
La difficoltà non è mai tarata verso il basso e la sfida offerta risulta piacevole per qualsiasi tipologia di giocatore, alla stessa maniera la commistione fra elementi platform, molto basilari, e quell’esplorazione tipica delle produzioni Squaresoft degli anni 90, funziona alla grande, offrendo un prodotto che, almeno nelle prime ore di gioco, si rivela godibilissimo e più immediato di un qualsivoglia JRPG di quegli anni.
A livello tecnico, per quanto sia presto per tirare alcun tipo di somma, Nintendo ha lavorato in maniera analoga a quanto fatto da Vicarious Visions con la Crash N. Sane Trilogy, ovvero ha mantenuto lo scheletro del gioco originale ricostruendo da zero le texture e limando tutte le spigolosità figlie del periodo storico in cui fu rilasciato.
Il risultato è molto godibile in termini di giocabilità e squisitamente unico per quanto riguarda il comparto artistico.
Al momento, quindi, non posso che ritenermi soddisfatto di questo primo incontro con Super Mario RPG, il quale si sta rivelando un remake capace di mantenere inalterate le peculiarità dell’originale, riuscendo allo stesso tempo a rispondere alle esigenze dei giocatori odierni.
Se il titolo sarà capace di mantenersi qualitativamente invariato fino alla fine, siamo, di nuovo, di fronte a un’esclusiva immancabile per i possessori di Nintendo Switch.